CAPITOLO SETTANTACINQUE

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POV CHRISTIAN

Salgo furioso in auto e sfreccio sulla strada diretto a casa dei miei. Non posso ancora crederci che Elisa abbia rinunciato a Clarissa per dello stupido lavoro. È stata proprio lei a dire che il lavoro e i soldi non sono tutto nella vita. Io non capisco. Mi fermo ad un semaforo e sbatto le mani sul volante < cazzo! Cazzo! Cazzo!> urlo frustrato, poi riparto come una scheggia, senza badare al limite di velocità. Che andasse a farsi fottere! Arrivo nel vialetto di casa e una folla di snob è radunata all' ingresso con i loro abiti chic e firmati. Mi viene da vomitare! Mi avvicino e mi faccio spazio tra la folla per entrare in casa mia. Osservo la gente e noto che stanno chiacchierando tra loro di affari e investimenti di ogni genere con in mano un bicchiere di Martini o Scotch. Cerco di restare e calmo e cammino disinvolto alla ricerca di Conor e della mia adorabile sorellina che oggi compie ben undici anni. < Chris!> una vocina stridula richiama la mia attenzione e Clarissa mi si getta fra le braccia < buon compleanno, piccolina!> le scompiglio scherzosamente i capelli e sul suo viso compare una smorfia infastidita < dai smettila!> ridacchia divertita. Non so quante notti ho sognato di sentirla parlare e dire il mio nome ed ora grazie ad Elisa finalmente è diventato realtà. Elisa che le ha dedicato il suo tempo con dedizione e fiducia, al contrario dei miei genitori che se ne sono altamente fregati. < dov' è Elisa?> chiede, guardandosi intorno. Quando sento il suo nome il mio cuore perde qualche battito e la mia mente ritorna alla discussione di poco fa. Mi rendo conto solo adesso che sono stato troppo duro con lei e so che le parole che ho pronunciato oramai rimarranno nella sua mente per tanto tempo. Sono un'idiota! < purtroppo Elisa non sta bene, ma ti augura un buon compleanno> mento, anche se sono sicuro che le avrebbe detto questo, se fosse stata qui. Ma perché non è qui? Cosa mi nasconde? So che stava mentendo, me ne accorgo quando mi rifila della cazzate. Ma perché lo ha fatto? Non sarebbe mai mancata a questa cena per il compleanno di Clarissa, anche se questo vuol dire affrontare di nuovo la furia di mio padre. C'è qualcosa che non mi torna. Elisa è una ragazza che non si lascia intimorire da nessuno e lo ha dimostrato in un sacco di occasioni. Devo scoprire cosa c'è sotto.

La serata procede come al solito, ovvero tra le chiacchiere vuote e insignificanti di donne pettegole e mariti vanitosi. I miei sono impegnati in queste conversazioni pallose da morire e con lo sguardo continuo a cercare mio fratello. Dove diavolo si è cacciato? < ehi fratellino, ti sono mancato?> la voce di Conor mi fa tirare un sospiro di sollievo. Accanto a lui c'è Sara con un sobrio abito nero e capelli raccolti. È una ragazza molto carina, certo, ma sono sicuro che Elisa con questo stesso abito sarebbe stata una dea. < ehi Romeo, dov' è la tua Giulietta?> mi prende in giro Conor e io gli lancio un'occhiata torva. Sghignazza divertito e noto Sara irrigidirsi al suo fianco. Sono sicuro che Sara potrà illuminarmi su questa faccenda. < oh, ecco ... non si sentiva bene> Conor rimane sorpreso ma poi sorride < oh, mi dispiace, spero si rimetta presto> sforzo un sorriso, ma mi esce solamente una smorfia < già, anch'io> tossisco nervoso e vedo con la coda dell'occhio Sara che cerca di trattenere il suo divertimento. Sorrido anch'io. Risponderà alle mie domande, ne sono sicuro.

< Chris tua madre ti cercava> mi informa Antonella, anche lei presente con sua madre, la signora Weiss < ehi dov' è Elisa?> mi chiede. Inizia ad irritarmi questa domanda, ma cerco di restare calmo < non stava bene> rispondo solamente < vado a nascondermi da mia madre. Voglio chiamare Giorgio, qui tutto è così ... noioso> osserva con fare teatrale e io mi dimostro d'accordo con lei. Ha ragione. È un mortorio. < io vado a cercare mia madre> dico e lei annuisce e si allontana. Non ho bisogno di girare tutta la villa per trovare mia madre. So esattamente dove si trova.

Mi avvio a passo deciso verso la cucina, ma alcune voci mi fermano sui miei passi < quindi non verrà?> riconosco la voce di mio padre e sto in ascolto < no, ieri mattina le ho parlato e non si presenterà. Penso che non verrà neanche al matrimonio> dice mia madre, mentre si sistema i capelli, specchiandosi in un cucchiaio. < Christian non deve saperlo> lo ammonisce e io rimango sbalordito. Cosa diavolo sta succedendo? < non lo sa> dice secco mio padre. Cosa non so? < forse Elisa gli avrà detto che non stava bene, perché Christian lo sta ripetendo a tutti coloro che chiedono di quella ragazza> in un istante tutto mi è più chiaro. Esco dal mio nascondiglio ed entro in cucina battendo le mani in tono piatto < ma che bravi genitori ho!> commento sarcastico < Chris posso spiegare> si intromette mia madre, ma la fermo < non rivolgermi più la parola> sibilo gelido e mia madre si ritrae colpevole < cosa le hai detto?> chiedo brusco < io ... niente, sapevo che si sarebbe annoiata così ...> < non usare con me i discorsi che usi in un'aula di tribunale, mamma.> la interrompo < COSA. DIAVOLO. LE . HAI. DETTO?> urlo incazzato nero e mi padre si intromette nella conversazione < non puoi parlarle così. È tua madre, Christian> mi rimprovera severo < la stessa madre che ha ficcato nella testa della mia ragazza chissà quale cazzata per non farla venire qui con me? Se non sbaglio, lei si è presa cura di Clarissa, non voi> si irrigidiscono e capisco che ho colpito nel segno < siete solo dei genitori falliti. Siete solo gelosi di una ragazza di vent' anni, la quale è riuscita a fare in poco tempo ciò che non siete stati capaci di fare in ben otto anni. Mi fate schifo> detto questo,esco di casa e mi allontano. Non voglio più avere a che fare con queste persone.

Colpisco impaziente la porta. Aspetto qualche minuto e finalmente si apre, rivelando un Elisa piuttosto stanca e confusa < Chris?> mormora, mentre si stropiccia gli occhi assonnata. Annuisco e sorrido < ma che ora è?> sbadiglia e io trattengo una risata < sono mezzanotte passata. Stavi dormendo?> mi lancia un'occhiataccia < no, stavo riposando gli occhi> alza gli occhi al cielo e scoppio a ridere < cosa vuoi Chris?> va dritta al punto, come infastidita dalla mia presenza. Dopo ciò che ho detto, cosa volevo aspettarmi? < so di mia madre e del vostro incontro di ieri mattina> dico in fretta e lei abbassa lo sguardo, poi si sposta invitandomi ad entrare. Chiude la porta alle mie spalle e mi accompagna in camera, dove il pavimento è ricoperto di fogli, libri e quaderni aperti. Le penne sono sparse sulla scrivania senza il tappo. < mi sono addormentata sui libri> si passa una mano tra i capelli e si accovaccia per raccogliere le cartacce. <penso proprio di sì. Elisa cosa ti ha detto mia madre> alzo lo sguardo e mi fissa sconsolata < non ho voglia di parlarne Chris> mi sorpassa e si rannicchia sul letto, portandosi le ginocchia al petto. Sospiro e mi avvicino a lei < è importante che tu me lo dica, Elisa> la supplico,ma non accenna a parlare < se te lo dico, poi vuoi una scopata in cambio?> inarca un sopracciglio e deglutisco faticosamente < io ... Elisa, sai che non pensavo davvero ciò che ho detto> cerco di convincerla < sono solo una piagnucolona, sono patetica> mormora sfinita. Cazzo, sono stato proprio un coglione. sapevo che ci avrebbe rimuginato sopra < io non volevo ...> < hai ragione> mi interrompe con voce ferma < cosa ? Elisa ...> < fammi parlare> mi lancia un'occhiataccia < voglio dire, hai ragione piango sempre, ma è solo il mio modo di reagire, non conosco altri modi. Io capirò se deciderai di lasciar perdere e stare con una di quelle ragazze che piacciono tanto ai tuoi genitori> nel suo monologo posso sentire la sua frustrazione, il suo dolore e il rammarico per essere stata rifiutata. Le prendo le mani e gliele stringo < Elisa, hai ragione, sarebbe tutto più semplice se tu fossi la ragazza dei sogni dei miei genitori> abbassa lo sguardo e annuisce. Fa per alzarsi, ma la stringo più forte a me < ma come dicevo, saresti la ragazza dei sogni dei miei genitori non mia. Elisa tu sei tutto ciò che voglio, non lo capisci?> le prendo il viso tra le mani e la bacia delicatamente come se tra un momento all' altro potesse rompersi. Mi stringe a sé e aumenta l'intensità del bacio, fino a quando i vestiti non raggiungono il pavimento e i nostri cuori battono all' unisono, mentre ci perdiamo l'uno nell' altro.


Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora