CAPITOLO CINQUANTASEI

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< oh mio Dio!> mi copro la testa con la bocca < la bambina è sopravvissuta? Ma come?> mormoro ancora sotto shock < mi ha raccontato che dopo aver fatto evadere Camilla, si sono nascosti per un po' fino a quando la ragazza non avesse partorito. Dopo la nascita della bambina iniziarono a litigare pesantemente fino a quando ...> la sua voce si affievolisce. Spalanco gli occhi < non dirmi che?> sussurro < non dirmi che mi stai dicendo ciò che penso?> urla con le lacrime che scendono. Annuisce < mi dispiace Elisa. Durante una lite lui l'ha picchiata talmente forte che ... > non finisce la frase e io capisco immediatamente cosa sta cercando di dirmi < l'ha uccisa?> sibilo < quel mostro ha ucciso la mia migliore amica ed è ancora a piede libero?> urlo < e la siringa? Io ho visto una siringa> commento con gli occhi lucidi < dopo che Camilla è morta, ha inscenato la sua morte come l'ennesima vittima della droga> spiega. < mio Dio, povera Milla. E lui? Non l'avete arrestato?> sospira < ho chiamato immediatamente mio padre, ma nel frattempo lui si tolse la vita buttandosi dal quarto piano> mi lascio cadere nella poltrona, sfinita e con la testa vuota < e la bambina?> chiedo flebilmente < la bambina, anche lei è ... > < no, la bambina ora si trova in una famiglia adottiva, ma so che ha avuto dei problemi. Ora è in un certo di recupero> aggrotto la fronte < come si chiama?> < Julia, > ansimo, e crollo sulla poltrona, appoggiandomi una mano sul petto < non ci credo!> grido < è tutto un fottutissimo scherzo. Dimmi che non è vero!> le urlo contro troppo sconvolta per poter pensare lucidamente < Elisa, rilassati. Calmati.> mi siedo e cerco di respirare profondamente. < devo andare> annuncio, ma la donna mi ferma < Elisa, sei troppo sconvolta, calmati prima> < no, devo andare. Devo trovare Christian> Fuggo via da quella valanga di informazioni. Corro veloce per cercare di raggiungere l'azienda di Chris il prima possibile. Nella fretta urto qualcuno e cadiamo entrambi a terra < Elisa?> qualcuno mi porge una mano. Stringo gli occhi a causa della luce < Stefano?> sorride < in carne ed ossa, ma dobbiamo smetterla di scontrarci> ride e io lo seguo. < cosa ti è successo?> mi squadra < hai una cera pessima> commenta < grazie mille > sbotto sarcastica. < posso aiutarti?> mi chiede gentile, come sempre < accompagnami da Christian> ordino e lui annuisce senza protestare. Arriviamo allo hall degli ufficia delle Becker fabbrication e vado a passo spedito verso la segreteria < Dalila, Christian è nel suo ufficio> all' inizio Dalila non mi stava molto simpatica, ma col tempo mi sono abituata alla sua presenza e al suo essere estremamente precisa a lavoro. < controllo subito> legge qualcosa sul suo computer ora è in riunione, ma se vuoi gli invio un messaggio al telefono che ha in ufficio. Tra pochi minuti la riuscita sarà finita> mi sorride sempre in maniera professionale e io tamburello con le dita sulla sua scrivania < cosa devo dirgli?> chiede < devo parlargli, è urgente> mi fissa confusa, ma esegue senza commentare.

< si fa attendere il bamboccio> commenta acido Stefano < non chiamarlo così> lo avverto. Alza le mani in segno di resa < sai cosa penso di lui> dice solamente < so che sei arrabbiato con noi, ma odia me non Christian> gli rivolgo uno sguardo di supplica. Sospira < io non riuscirei mai ad odiarti Elisa> mi prende le mani e mi bacia il dorso. Tolgo le mie mani dalle sue < Stefano io ...> qualcuno mi abbraccia da dietro e m bacia sul collo. Sorrido automaticamente < ciao piccola> mi sussurra all' orecchio e io arrossisco violentemente, causando le sue risa, poi smette di colpo < che ci fa lui qui?> mi volto e la sua espressione è gelida < l'ho incontrato per strada mentre venivo qui e mi ha gentilmente accompagnata> spiego dolcemente al mio ragazzo mentre lancia occhiate di fuoco a Stefano. < bene, sei qui, ora può anche andarsene> dice acido. Sbuffo < Chris!> < no, ha ragione. Io vado> mi interrompe Stefano. Mi prende una mano e mi bacia il dorso, rivolgendo un sorrisetto a Chris < ciao Eli> mi saluta e va via. < quel figlio di ... > < Christian lascialo stare> scuoto la testa e reprime la rabbia. Gli stampo un bacio e sembra tranquillizzarsi < volevi parlarmi?> annuisco < ho scoperto delle cose> annuncio < seguimi> mi prende per mano e mi trascina nel suo ufficio.

Entriamo nel suo ufficio e mi guardo intorno curiosa. È ben arredato e in ordine, ma la cosa non mi sorprende affatto. Si appoggia alla scrivania con i palmi delle mani. Le sue spalle sono rigide e il suo corpo è in tensione. < Chris, devo parlarti di ciò che ho scoperto> mi avvicino a lui, ma il mio sguardo non è ricambiato < cosa succede Chris?> sospiro. Alza lo sguardo su di me e il suo viso è contratto, furioso < cosa ci facevi con quello lì?> chiede apparentemente calmo. Troppo calmo. Corrugo la fronte < te l'ho già detto. L'ho incontrato mentre venivo qui> mi osserva di sottecchi < non devi avvicinarti a quello, Elisa. È pericoloso> dice gelido < non puoi dirmi chi posso o non posso vedere> replico < maledizione Elisa! Non è il momento di tirare in ballo il tuo femminismo!> < il mio femminismo? Io non ti ho mai chiesto di non vedere Marta, eppure ho le mie buone ragioni> < io ti ho già detto che non l'amavo> sibila < io con Stefano non ci sono mai andata a letto.> mi lancia un'occhiata furiosa < senti, vuoi sapere perché sono uscita con lui?> ho attirato la sua attenzione e mi fissa intensamente. < pensavo che uscendo con lui avrei in qualche modo rimpiazzato. Ma lo ascoltavo e mi veniva in mente solo una persona : tu. Pensavo a come avresti espresso lo stesso concetto, con la tua solita calma e con gli occhi fissi nei miei. Mi avevi dato della puttana e io stavo ancora immaginando a come sarebbe stata la mia vita senza di te. Abbastanza patetico no?> rido amaramente. Scuote la testa e si precipita verso di me attirandomi tra le sue braccia. Il suo odore mi invade le narici e io mi sento a casa < scusami piccola> <Chris, cosa ti sta succedendo?> < ho solo paura di perderti> sussurra tra i miei capelli. Dopo qualche minuto il mio cellulare suona e sono costretta a separarmi da lui < cazzo, Bruno!> esclamo, premendo il tasto di risposta < ehi, tutto bene?> chiedo con finta innocenza < Elisa, sono due ora che aspetto sotto casa. Dove diavolo sei?> sbotta l'altro e allontano il cellulare dal mio orecchio, causando qualche risata da parte di Christian. Mi mordo il labbro, nascondendo a mia volta il divertimento < arrivo, dammi dieci minuti> lo rassicuro < che siano dieci minuti> mi attacca la chiamata in faccia e io sbuffo < uomini!>commento acida < devi tornare?> mi cinge la vita con le sue braccia, baciandomi la fronte. Annuisco distrattamente < devo andare> bisbiglio contro il suo petto. Si passa una mano tra i capelli < io ho ancora del lavoro da fare, ci vediamo stasera> mi informa con tono che non ammette repliche < ti aspetto a casa mia quindi?> <no, ti porto a cena fuori. Stavo pensando che non abbiamo mai avuto un vero e proprio primo appuntamento > mi sorride, accarezzandomi una guancia. Mi godo quel tocco delicato < non preoccuparti, potrei preparare qualcosa io> propongo <no> mi interrompe <Elisa, sei troppo stanca. Stai lavorando, studiando e stai affrontando un argomento delicato. Fai ancora gli incubi, vero?> annuisco. Sospira e mi prende il viso tra le mani< Meriti una persona che ti faccia sentire amata, protetta e coccolata. Permettimi di farlo. Per te> mormora a pochi centimetri dal viso. Abbasso lo sguardo e arrossisco. Scoppia a ridere, poi mi stampa un bacio sulle labbra. Appoggio le mia mani dietro il collo e lo attiro a me, approfondendo il bacio. Le sue labbra. Dio se mi sono mancate. Il suo sapore. Il suo profumo. Mi inebria i sensi. < devo proprio andare, altrimenti chi se lo sente> rido contro le sue labbra. Accenna un sorriso < torni a piedi?> chiede ansioso < no, pensavo di chiamare un taxi> dico, mentre tiro fuori il cellulare dalla mia borsa. < chiamerò il mio autista. Ti accompagnerà lui> sfila il cellulare dalla tasca dei pantaloni, ma lo fermo < non disturbarti. Aspetta, hai un'autista?> balbetto incredula < sì. E comunque sei la mia ragazza. Se non lo faccio per te, per chi?> ridacchia < Chris, non mi piace questa storia > piagnucolo esasperata. < fa parte di me Elisa. Accettalo> compone un numero e si porta il cellulare all' orecchio. < Giuliano. Nel mio ufficio ora> chiude la telefonata e lo guardo allibita < potresti essere più cortese con il personale> sghignazza < siamo in un azienda, non in un negozio di bambole> mi prende in giro. < un po' di gentilezza non farebbe male> < Elisa sei troppo buona e gentile con tutti. Prima o poi ti farai del male.> bussano alla porta e Chris sorride < avanti.> un uomo in giacca e cravatta si fa avanti con occhiali da sole e auricolare. Sembra appena uscito da un film di 007 e quasi non scoppio a ridere per l'assurdità di questa immagine < Giuliano, lei è la mia ragazza. Portala ovunque voglia andare> annuisce <Certo signor Becker.> si rivolge a me < mi segua, signorina ...> < Elisa, mi chiami Elisa> annuisce nuovamente e ci dirigiamo verso la porta. < aspetti> dico all' uomo. Mi precipito nell 'ufficio, mi precipito verso il mio ragazzo e lo bacio, affondando le mie mani nei suoi capelli. Viene colto alla sprovvista, ma ricambia il mio bacio e l'ombra di un sorriso aleggia sulla sua bocca. < buona giornata> sorrido ed esco dall' ufficio, lasciandolo lì, con dei fogli in mano e un sorriso da ebete stampato in faccia.
Buon pomeriggio! Ecco a voi i tre capitoli che avevo promesso ! Buona lettura XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora