CAPITOLO QUATTORDICI

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POV CHRISTIAN

Sono stanchissimo, così decido di andare a letto per riposarmi ed essere in forze per domani. Cammino lentamente per il corridoio buio e deserto, ma alcuni sussurri mi distraggono. Riconosco immediatamente la voce e la camera da cui provengono. Con chi parla a quest'ora ? mi avvicino silenziosamente alla porta, aprendola leggermente, quel poco che basta da poter vedere all' interno della camera. I bisbigli diventano più vicini e forti, dandomi la conferma delle mie teorie, e mi accorgo che è proprio lei a parlare: è seduta a gambe incrociate sul letto, con il telefono attaccato all'orecchio; la sento ridacchiare e istintivamente rido anch'io. Non l' ho mai vista ridere così in mia presenza e questo mi fa riflettere, devo cercare di essere meno stronzo. < non ci credo!> dice Elisa e ride più forte di prima, bloccandosi per poter prestare attenzione al suo interlocutore. Poi il suo volto si incupisce e nel suo sguardo balena un velo di tristezza < Mi mancate così tanto> bisbiglia con voce strozzata, sul punto di piangere. Mi stringe cuore a sentirla così disperata, pensavo si trovasse bene con noi . <Non sto piangendo, non preoccuparti> tira su col naso, ridacchiando leggermente.<Vado a dormire. Buonanotte> ride di nuovo e chiude la chiamata. Rivolge il viso alla finestra, immersa nei suoi pensieri. La luna le illumina il viso e anche con quell' orrendo pigiama è bellissima. Rimango a fissarla per un po', osservando i suoi movimenti, mentre prende un libro dalla sua valigia e inizia a leggere. Forse è la sua valvola di sfogo, come per me la boxe. Abbiamo due modi diversi di affrontare la vita che rispecchiano i nostri caratteri. Quando personalmente immagino qualcuno che legge, penso ad una persona solitaria e invece mi sbagliavo. Vedendola lì, in questo momento, immersa nella lettura , mi ricorda quando, di tanto in tanto, appoggia i gomiti sul bancone del pub, con lo sguardo rivolto verso l'alto è immerso nel vuoto. Ogni tanto accenna un sorriso e vorrei capire cosa lo provoca. Da quando l'ha conosciuta non ho fatto altro che studiarla per capirla, senza molti risultati. È un enigma magnificamente complicato e io voglio riuscire a risolverlo. Con questi pensieri e un buon proposito, decido di andare a dormire.

POV ELISA

È buio pesto, nella mia stanza entra solamente la pallida luce della luna filtrata dalla finestra e il silenzio regna sovrana su tutta questa oscurità. Mi rigiro più volte nel letto, cercando di trovare la posizione più comoda per poter dormire, ma ciò non fa che accrescere il mio nervosismo e di conseguenza il mio sonno ritarda ad arrivare. Esausta, mi alzo pigramente dal letto e trascino il mio corpo fino al piano di sotto, facendo attenzione a non fare il minimo rumore, per paura di svegliare gli altri. Arrivata in cucina, apro il frigo e riempio un bicchiere con dell'acqua fresca, appoggiandomi sul fianco del tavolo della cucina. Ormai il sonno mi ha abbandonata, così mi metto una giacca, recupero dal comodino il libro che stavo precedentemente leggendo e mi precipito in giardino; accendo la torcia sul mio cellulare, affinché possa avere luce sufficiente per la lettura e mi siedo su uno sgabello, posto vicino la porta d'ingresso. Sono totalmente immersa nella lettura e non mi accorgo che qualcuno è in piedi accanto a me, fino a quando un rumore brusco non mi fa sobbalzare dallo spavento.

<Cavolo! Scusami non volevo spaventarti>si giustifica Christian, sedendosi a terra, accanto alle mie gambe, mentre io copio i suoi movimenti e ci ritroviamo entrambi seduti sugli scalini che portano all'ingresso. < Che ci fai qui?> chiede spezzando il silenzio creatosi. < volevo esplorare il giardino per trovare il tesoro perduto> esclamo sarcastica, rivolgendogli un'occhiata. Chris ridacchia divertito < okay ... perché non riesce a dormire?>< troppi pensieri, immagino> un sospiro lascia le mie labbra. < E tu?>. mi guarda per qualche secondo e poi rivolge lo sguardo dinanzi a sé< troppi pensieri> sorride beffardo<ehi! Trovati qualcosa di tuo!> rido, dandogli un pugno amichevole sul braccio. < Oh mio Dio, mi hai fatto male! Sei proprio una bulla>si accascia a terra e finge di essersi fatto male. < sei proprio un bambino> ridacchio. < cosa stavi leggendo?> mi chiede curioso. < Amleto. Shakespeare> rispondo orgogliosa. < perciò, visto che non riesci a dormire, stai cercando un metodo per farlo?>< sei un'idiota. Non permetterti di insultare questo libro! Shakespeare è uno dei miei autori preferiti> difendo eroicamente il libro che ho tra le mani. < una ninna nanna sarebbe più stimolante> ridacchia alla sua stessa battuta e io lo seguo.

< sei uno stronzo> metto il broncio. Scoppia a ridere e si avvicina a me lentamente. Io indietreggio fino al termine del gradino e adesso siamo a pochi centimetri di distanza. Istintivamente chiudo gli occhi. Con mia grande sorpresa sento le sue mani sul mio corpo e solo allora mi rendo conto che mi sta facendo il solletico e mi dimeno come una pazza.

< Ti prego, smettila! Non resisto più> urlo e rido contemporaneamente e inizia a mancarmi l'aria. In compenso Chris continua la sua tortura, ridendo insieme a me. In questo momento vorrei bloccare il tempo, vorrei che tutte le volte che stiamo insieme fosse così bello, magico, speciale, ma adesso non posso far altro che godermi questa sensazione meravigliosa delle sue braccia intorno a me e delle sue mani sul mio corpo. Fortunatamente, o sfortunatamente, non so,smette di infliggermi quella condanna. Apro gli occhi e il suo viso è a pochi  centimetri dal mio, i suoi occhi sono nei miei e tutto si ferma. Il suo sguardo saetta sulle mie labbra così come il mio si sofferma sulle sue. Entrambi ci avviciniamo sempre di più, fino a sfiorarci la bocca; io riesco a sentire il suo respiro e sicuramente riesce a sentire il mio battito che aumenta. All'improvviso il momento viene interrotto dal cellulare di Christian che squilla e ci allontaniamo bruscamente,poi si alza e risponde frettolosamente allontanandosi, lasciandomi lì, a pensare a cosa sarebbe accaduto se quel maledetto telefono non avesse squillato.


Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora