CAPITOLO SESSANTASEI

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POV CHRISTIAN

Entro nel salone e la vedo,intenta a sorseggiare dello champagne in compagnia di Giorgio. Ride, ma il suo sorriso è spento e mi accorgo che è dimagrita parecchio; mi rabbuio da quanto tempo non mangia? Giorgio le sussurra qualcosa all'orecchio e la ragazza si volta nella mia direzione e si incupisce all'istante. Il suo sorriso svanisce, saluta frettolosamente il mio migliore amico e va via. Senza pensarci due volte, la seguo fuori da quella sala. <Elisa, fermati!> le grido dietro < lasciami stare!> mi urla di rimando. Avevo promesso a me stesso di starle lontano, per proteggerla, ma quando l'ho rivista non ci ho capito più niente. Tutte le buone intenzioni che mi ero prefissato, sono andate in frantumi non appena ho incrociato il suo sguardo. Quei suoi occhi neri, profondi, dolci per me sono come uno scrigno pieno di misteri che col tempo ho imparato a svelare. Ma ora quegli occhi sono vuoti e privi di anima. E allora che ho capito: non posso passare un minuto di più senza questa ragazza; ormai il mio corpo, la mia anima e il mio intero essere appartengono a lei.

Riesco a raggiungerla e la fermo < maledizione Elisa, fermati! Ascoltami ti prego ... > la supplico, ma mi tira un forte schiaffo sulla guancia.< non mi toccare!> singhiozza. Alza lo sguardo e ciò che vedo mi fa sentire l'uomo più spregevole del mondo. Io l'ho ridotta così e sono determinato a risolvere l'intera faccenda. < ti prego Elisa, voglio spiegarti ... > < no!> mi interrompe < è stato molto commuovente il tuo messaggio, davvero. Però la prossima volta cerca di telefonare!> sbotta sarcastica e nonostante la situazione tragica, scoppio a ridere. < sono contenta di riuscire ancore a divertirti> borbotta irritata, poi si volta e torna a camminare nella direzione opposta alla mia < Elisa, mi dispiace io ...> < smettila Chris!> urla disperata< basta! Sono stanca di sentire le tue scuse e le tue bugie. Sono un'illusa. Davvero credevo che qualcuno potesse innamorarsi di me?> la sua risata è amara e la sua voce è rotta dal pianto < no! Io ti amo Elisa! Se solo mi lasciassi spiegare ... > < no Chris! mi hai lasciato con uno stupido messaggio, dopo che ti avevo perdonato, dopo tutto quello che è successo. Ma a quanto pare perdonare ci rende solo deboli ...> < non è vero!> questa volta sono io ad interromperla < non ti permetto di parlare in questo modo. Sei una donna meravigliosa con un cuore immenso e io sono così fortunato ad averti nella mia vita. Il fatto che tu mi abbia perdonato ... > < basta!> si copre le orecchie con le mani <ti prego> mi supplica. Le lacrime le scivolano lungo le guance. Mi avvicino, le prendo il viso tra le mani e le asciugo le lacrime con i pollici e lei chiude gli occhi, godendosi il mio tocco < non piangere> le sussurro < le lacrime non sono fatte per il tuo viso> le sue labbra sono così vicine, ma così lontane. Separo la distanza che ci divide. La sua bocca è calda contro la mia e le chiedo l'accesso, battendo la mia lingua sulle sue labbra, per approfondire il bacio, ma lo rifiuta e si allontana < non posso. È sbagliato> dice ferma, ma la sua voce la tradisce. Mi desidera, lo sento. I suoi occhi luccicano di eccitazione, il suo battito è accelerato ed è accaldata. Mi avvento di nuovo sulle sue labbra , ma questa volta approfondisce il bacio e si lascia completamente andare. Dopo diversi minuti sembra trasalire e si allontana da me, scuotendo la testa freneticamente < mi hai usata, ferita. Non lo permetterò ancora>dice, mi guarda negli occhi e va via, sparendo nella notte. Sferro un pugno al muro in preda alla più totale disperazione e mi accascio a terra. Per la prima volta piango anch'io con la consapevolezza di averla persa per sempre.

POV ELISA

Vado a casa, lancio la borsa da qualche porta e mi butto sul letto in lacrime. Non ha il diritto di tornare da me, dopo avermi gettata come spazzatura. Se avessi immaginato che Chris mi avrebbe portato alla disfatta, probabilmente avrei scelto un'altra strada. È ciò che continuo a ripetermi da giorni, eppure sapevo che anche lui mi avrebbe ferito. Per me è come una calamita e io non riesco a resistere e il bacio di stasera ne è la prova. Questa è la dimostrazione che con la dolcezza e la gentilezza non si va da nessuna parte. Sembro una stupida, sdraiata sul letto a pensare a qualcuno che in questo momento chissà cosa sta facendo. Forse starà con Marta. Provo dei sentimenti contrastanti e non so cosa pensare. Pensavo di essere forte, ma in questo periodo non sto vivendo, sto sopravvivendo. Voglio che il tempo passi più in fretta in modo da superare tutta questa tristezza e solitudine che mi attanagliala mente. Voglio essere felice. Perché la vita in questi ultimi anni mi sta mettendo così duramente alla prova? Cosa vuole da me? Però non devo crollare. Non più. Lo devo a me stessa. Devo aspettare: è l'unica soluzione per stare bene. Con questi pensieri mi addormento, sprofondando in un sonno pieno di incubi.

" mi trovo in un prato, accanto a me una bellissima bambina mi tiene per mano e mi trascina. < forza Eli, vieni!> mi incita la bambina e io la seguo felice. Il cielo è limpido e io mi sento serena. Tutto è perfetto. Ad un tratto però il cielo si riempie di nuvole nere e un forte temporale si abbatte su di noi. Cerco disperatamente la bambina, ma non la trovo. Urlo ma la mia voce non esce. Con la coda dell'occhio vedo un uomo sospetto con in mano qualcosa che luccica: una pistola. Sgrano gli occhi e lo inseguo. All'improvviso si ferma di fronte alla bambina con la pistola puntata al suo petto. Grido disperatamente di spostarsi, ma il mio è un grido muto. Poi parte un colpo e la bambina è riversa a terra. Morta. L'assassino si volta, ma l'oscurità mi impedisce di guardarlo in faccia. Mentre mi passa accanto, però noto un piccolo tatuaggio sotto l'orecchio destro: un pugnale. Ad un tratto il suo viso si rivolge a me e sogghigna maligno < la prossima sarai tu> e mi punta la pistola alla testa. Un colpo, poi il buio ..."

< oh mio Dio!> mi sveglio di soprassalto che ormai è mattino. Mi prendo la testa tra le mani e controllo l'orario sul cellulare. Sono le otto e tra un'ora devo essere a lavoro. Noto una chiamata persa di un numero che non riconosco e mi affretto a richiamare. Magari è importante! Penso tra me. Pochi squilli dopo la voce familiare di Maria, infermiera del centro mi risponde con voce strozzata < Elisa> singhiozza < Julia è morta ...> impallidisco e il cellulare mi cade tra le mani. Resto in silenzio per rielaborare la notizia < arrivo subito > riesco a dire in tono piatto e monocorde e chiudo la conversazione.

< cosa è successo?> chiedo all' infermiera. Si stringe nelle spalle < l'hanno trovata morta nel parco stanotte. Una famiglia l'aveva adottata qualche giorno fa> la sua voce si inclina < che tragedia!> singhiozza e piange disperatamente sulla mia spalla, mentre io resto immobile, incapace di provare emozione. Ho deluso di nuovo Camilla. Non sono riuscita a salvare sua figlia. Ad un tratto mi sento priva di forze e completamente svuotata.

Mi sento debole ed affaticata, ho le palpebre pesanti e la vista offuscata, mentre cerca di salire le scale per andare in camera mia e stendermi nel letto. Cammino lentamente e pesantemente i gradini, uno ad uno. Inciampo più volte, ma mi tengo salda al corrimano come un'ancora di salvezza. Arrivo finalmente all' ultimo gradino, ma perdo la presa. Sento un formicolio alla testa e poi il buio.

Buon pomeriggio! Scusate l'assenza ma sono stata impegnata, perciò ecco a voi i due capitoli di oggi.  Cosa succederà secondo voi? Ce la farà Chris a riguadagnarsi la fiducia di Elisa? Lo scopriremo presto XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora