CAPITOLO TRENTAQUATTRO

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Il mattino seguente mi sveglio infreddolita. Scosto le coperte dal mio corpo e sgrano gli occhi alla vista dell'asciugamano arrotolato sulle mie gambe <Oh mio Dio! Ho dimenticato di mettermi il pigiamo!> maledetto Christian! Ogni volta mi fa perdere le staffe e la testa. Mi precipito nella doccia per un bagno caldo affinché mi riscaldi. Fortunatamente stamattina non ho lezione, così almeno posso recuperare le ore perse con lo stage e studiare in tranquillità. Controllo il cellulare e noto un paio di messaggi sul display. Apro il primo

-Oggi gli uffici sono chiusi per la riunione del personale. Buon riposo!

M.G.

Saltello per la felicità e apro l'altro

-mi dispiace per ieri, ho esagerato. Passa una buona giornata, piccola.

C

< Christian ...> sussurro. Non rispondo, spengo il telefono e mi metto subito a lavoro.

un lieve bussare alla porta mi distrae < Eli, sei in casa> la voce di Sophia mi fa tirare un sospiro di sollievo, così corro ad aprire la porta < Sophia, che ci fai qui?> entra in tutta la sua bellezza. È radiosa. < Sono venuta qui per aiutarti a smettere di studiare> gironzola intorno al tavolo stracolmo di appunti e libri. <Sophia, non voglio offenderti, ma sono indietro con il programma a causa dello stage. Devo recuperare> le spiego docilmente, come ad un animale selvatico. Scuoto la testa esasperata < non ci sono scuse! Stasera si va a ballare. È il compleanno di Andrea e voglio festeggiare!> < oggi è il suo compleanno? Non lo sapevo> ammetto dispiaciuta < ora che lo sai, verrai alla festa che ho organizzato personalmente> gesticola < e quando l'avresti organizzata?> chiedo curiosa < circa dieci minuti fa> alzo gli occhi al cielo< mi prometti che se stasera verrò, mi lascerai in pace per il resto della giornata?> < farò tutto quello che vuoi> strilla eccitata e mi abbraccia forte, schiacciandomi. < bene, ti lascio studiare. Ti vengo a prendere io. Vestiti provocante> mi strizza un occhio ed esce di casa, lasciandomi intontita al centro della stanza < provocante? Certo> borbotta sarcastica. Mi risiedo e mi concentro sullo studio.

< avevo detto provocante> piagnucola Sophia, appena mi vede. Alzo gli occhi al cielo e salgo in auto < anche tu stai bene Sophia> ribatto acida. < non fraintendermi sei bellissima, ma una bella minigonna?> le lancio un'occhiata torva <perché dovrei?> < Ci saranno un sacco di ragazze che gireranno intorno a Christian ... > cerca di provocarmi. La sola idea mi irrita < non mi interessa > mento. Sogghigna silenziosamente < davvero. E poi non voglio mostrarmi mezza nuda per piacere ad un ragazzo> borbotto. < Elisa, cresci. Qui non siamo nei romanzi, in cui viene scelta la ragazza per bene. I ragazzi vogliono solo una cosa ...> questa frase mi colpisce. Anche Christian disse una cosa del genere al nostro primo incontro. Abbasso lo sguardo sui miei vestiti: un paio di jeans chiari, una maglia e scarpe con il tacco, con un cappottino. < credi che non lo sappia?> chiedo retorica < so cosa cercano, ma non sono disposta a cambiare il mio modo di essere> scuote la testa in segno di disapprovazione < sei testarda> < no. Sono semplicemente me stessa> < per tuo ragazzo lo faresti> mormora < se a lui piaccio così' non me lo chiederebbe. Si vede che non è quello giusto> alza le mani in segno di resa e in silenzio ci avviciniamo alla discoteca. <Andrea dov'è?> mi guardo intorno alla ricerca del festeggiato < verrà con Christian>. Sophia non termina la frase, che la porta si spalanca e Andrea e Christian fanno il loro ingresso. Andrea è elegante, come sempre, nella sua camicia bianca e pantaloni neri, mentre Christian è semplicemente Christian con la sua t-shirt scusa e pantaloni in tinta, così differenti dai suoi abiti eleganti che usa per l'ufficio; due persone differenti racchiuse in un unico corpo: il giorno e la notte, il bianco e il nero, l'angelo e il diavolo hanno tutti lo stesso volto: il suo.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora