CAPITOLO OTTANTACINQUE

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Il sabato successivo mi ritrovo al pub, sotto richiesta di Sophia, la quale è preoccupata per me a causa di tutto ciò che è successo nell’ultima settimana. Mi ha proposto di aiutarla al locale, così che io possa distrarmi e sfogarmi con lei. La sua proposta è ragionevole, tranne che per la parte in cui dobbiamo parlare. Non ho voglia di continuare a parlare di Chris e di Marta e della loro futura famiglia felice. In questi giorni sul profilo di quella ragazza sono comparse centinaia di foto in compagnia di Chris, e a quanto pare credo che si stia divertendo parecchio nella parte di futuro papà. Ho passato i primi giorni a piangere e ha rinchiudermi nella mia camera, sommergendomi di lavoro e dormendo per quasi tutto il giorno. Però poi, grazie alle mie amiche e a Sophia, ho capito che non devo più ripetere l’errore che ho commesso con Luca, perciò sono tornata a lavoro e ho ripreso il lavoro al pub per tenermi impegnata il più a lungo possibile. < Elisa, potresti portare questa roba in magazzino?> Sophia mi risveglia dai miei pensieri, mentre mi porge degli scatoloni piuttosto pesanti. < oh, certo> le sorrido e l’aiuto a trasportarli. < stai meglio?> chiede cauta e premurosa. Annuisco < sto bene> rispondo solamente con un sorriso tirato < so che è difficile, ma ce la farai …> cerca di tirarmi su di molare, tuttavia questo mi rendo più depressa e nervosa < Sophia, almeno per oggi, possiamo non parlare di quei due?> sbotto infastidita e la ragazza annuisce < hai ragione> concorda e in silenzio sistemiamo la roba negli scaffali. < Stefano aveva ragione: ce l’ha fatta pagare> farfuglio, mentre mi appoggio al muro,  pizzicandomi la pelle tra le sopracciglia. Sophia si volta e corruga la fronte < cosa stai farfugliando?> Sospiro < ricordi di Stefano? Sicuramente Giorgio ti ha raccontato cosa è successo a casa mia il giorno del mio compleanno … >mi fissa con occhi sgranati poi distoglie lo sguardo < Giorgio non ci ha detto niente della tua aggressione …> balbetta scarlatta. Ridacchio < non ho detto che ho subito un’aggressione> inarco un sopracciglio e Sophia si morde le labbra < okay, ci ha detto tutto> confessa, alzando gli occhi al cielo < e sinceramente non capisco il motivo per il quale tu non abbia voluto dircelo> prosegue leggermente offesa < oh Sophia non fare il broncio adesso> sbotto divertita e vado ad abbracciarla < sei una stronza> commenta, ma so che sta ridendo < hai ragione> le sussurro e scoppiamo a ridere. <comunque, dicevi che Stefano ti ha, come dire, minacciato?> riprende Sophia, tornando a svuotare gli scatoloni < già. Però ci sono delle cose che non quadrano> borbotto sovrappensiero < cosa non ti quadra?>  lascia il suo lavoro e si avvicina curiosa < ad esempio:non è strano che subito dopo la minaccia di Stefano, sia comparsa Marta con il pancione? > annuisce mentre mi incinta a continuare < inoltre , se mettiamo il caso, lo sapesse già, perché aspettare fino ad ora per rivelarlo? Non poteva dirlo la prima volta che è venuto a trovarmi? Quindi possiamo dedurre che non lo sapeva, altrimenti, perché aspettare? > corruga la fronte confusa < non riesco a seguirti> < vedi: secondo la teoria di Marta, lei e Chris hanno fatto sesso la sera del compleanno di Gabriel e tecnicamente io e Chris ci eravamo lasciati. La sua “ minaccia “ è avvenuta prima, di conseguenza …> < non poteva sapere che lui e sua sorella sarebbero andati a letto insieme> deduce Sophia con occhi spalancati < è vero.> annuisco < poi c’è un’altra cosa che mi lascia perplessa …> mentre sto per  rivelarle l’altro dubbio, Andrea compare sulla soglia della porta < abbiamo un problema …> annuncia e io e la mia amica ci fissiamo per qualche istante, poi seguiamo Andrea all’interno del locale.
Vado dietro il bancone e mi infilo il grembiule esausta. Il problema di Andrea era solamente il malfunzionamento del computer per le ordinazioni. Fortunatamente qualche mio amico in Italia era un nerd, fanatico di informatica e mi ha insegnato diverse cose; così in dieci minuti sono riuscita a risolvere il guasto. Mentre pulisco il tavolo e le sedie, dopo la consumazione dei clienti, alzo lo sguardo e mi asciugo con il polso, la fronte impregnata di sudore. Con la coda dell’occhio noto un movimento familiare e strizzo gli occhi per vedere meglio. Christian e Marta si trovano vicino al bancone a parlare con Andrea, il quale non sembra abbia molta voglia di parlare con loro. Mi avvicino cauta, ignorando i due, e riprendo a lavorare, servendo le bibite ai vari clienti che me le chiedono. Sento gli occhi del ragazzo osservare tutti i miei movimenti, ma non me ne curo. < pensavo ti servisse aiuto con il computer?> chiede confuso Chris Ad Andrea < mi serviva, ma ci ha già pensato qualcun altro> mi rivolge un’ occhiata complice e io alzo i pollici in approvazione. < non pensavo ti intendessi di informatica> la voce di Chris mi fa sobbalzare, mentre apparecchio il tavolo per i prossimi clienti < non sai un sacco di cose su di me, potrei sorprenderti> ribatto distrattamente, con il fiato di Christian sul collo < mi sorprendi sempre> sussurra con voce roca, che mi fa rabbrividire. < Chris va’ via> lo spingo via da me, ma la sua presa è salda, intorno al mio polso < voglio parlare con te> sibila a bassa voce. Mi scosto dalla sua presa e lo guardo in cagnesco < indovina? Io no!> ribatto e torno in magazzino a prendere delle bottiglie di coca-cola da mettere in frigo. Christian mi segue e cerco di non arrabbiarmi < si può sapere cosa vuoi?!> sbotto e Chris fa un passo indietro sorpreso dalla mia reazione < devo spiegarti alcune cose …> inizia < non voglio starti ad ascoltare> lo supero < con permesso> inarco un sopracciglio, poi esco dal magazzino, ma Chris con un gesto rapido mi spinge indietro e chiude a chiave il magazzino . < come hai fatto ad avere le chiavi?> chiedo, corrugando la fronte < Gabriel> dice soltanto < mi ha lasciato la gestione del locale, mentre è in giro per il mondo> spiega e io incrocio le braccia sul petto contrariata < ora che mi tieni in ostaggio, cosa farai?> lo fisso , piegando leggermente di lato la testa, in attesa di una sua risposta. Sorride malizioso < credimi, in questo momento vorrei farti tante cose> sussurra sensuale < soprattutto per farti togliere il broncio> ridacchia e io alzo gli occhi al cielo < vieni al punto!>ringhio sottovoce. Alza le mani in segno di resa  < senti, so che sei delusa, ferita …>mi guarda di sottecchi <ma credimi non sei l’ unica a soffrire per questa situazione> rido falsamente  <certo, come no! Ho visto che sei davvero sconsolato in compagnia di Marta!> inarco un sopracciglio, poi, sotto il suo sguardo confuso, prendo il cellulare e gli mostro le foto. Trasalisce < non sapevo della loro esistenza > protesta e io faccio una smorfia scettica < e comunque solo perché in qualche foto sorrido non significa che io sia felice> ribatte < anch’io sto male> dico, mentre rimetto il cellulare al suo posto < tu non hai idea di cosa significa sapere che il ragazzo che ami sta per avere una famiglia con un'altra ragazza … > confesso con voce rotta, sul punto di piangere < e tu non sai cosa significa essere costretti a passare del tempo con qualcuno che detesti.  Non sai cosa significa dover stare lontano dalla ragazza che ami con tutto te stesso perché lei ti odia.> controbatte severo <io non ti odio> riesco a dire, guardandolo negli occhi per la prima volta < come puoi dirlo? Non riesci neanche a guardarmi!> urla , ma la sua voce non è piena di rabbia, anzi,è impregnata di delusione e disgusto verso se stesso < ci vuole del tempo Chris> dico infine. Mi guarda negli occhi e solo allora noto che sono iniettato di sangue e il suo viso tirato è segnato dalla stanchezza < Elisa, io voglio fare il test del DNA> confessa speranzoso < io non ricordo niente di quella sera. Insomma ho bevuto molte volte e dopo qualche ora tutto mi ritornava alla mente …. Ma questa volta non è successo> ammette pensieroso. < Chris dovremmo aspettare comunque nove mesi per questo esame e io non posso …> la mia voce si riduce ad un sussurro < non mi spetteresti?> < non è questo. Se il test risultasse positivo ti avrei perso per sempre, e non voglio perdere tempo ad inseguire false speranze perché poi ne sarei troppo devastata > annuisce comprensivo < ma tu non mi perderai! Io amo te, potremo stare insieme e …> < Chris tu saresti con me se aspettassi un figlio di un altro uomo?> lo interrompo.  Rimane in silenzio e io sospiro < vedi? Sarebbe troppo complicato > accentuo l’evidenza<ma non è la stessa cosa!> esordisce esausto < insomma io non ricordo niente> < ma questi sono i fatti, Chris!> urlo con le lacrime agli occhi < stai per diventare padre e io non posso fare parte della tua famiglia!> grido. Fissa il vuoto, poi annuisce rassegnato  <hai ragione> concorda e io sento una stretta allo stomaco. Si avvicina a me, mi prende il viso tra le mani e mi bacia < addio Chris> bisbiglio con le lacrime agli occhi< addio Elisa, ricorda che io ti amerò per sempre> detto questo esce dal magazzino, così come esce definitivamente dalla mia vita.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora