CAPITOLO TREDICI

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POV CHRISTIAN

Ci troviamo seduti a tavola per cenare, mentre Elisa e Sophia ci servono i piatti, aiutate da Andrea, naturalmente. Alzo irritato gli occhi al cielo, alla scena di quello spaventapasseri che cerca di guadagnarsi la simpatia di Elisa. Lei sorride e scherza come non l'avevo mai vista e per la prima volta in questa giornata rido anch'io. Io e Giorgio abbiamo passato l'intera giornata al cinema perché proiettavano una maratona di film horror, i quali sia io che il mio amico adoriamo. Chissà se anche a lei piacciono. Questo pensiero mi fa sorridere; non mi sembra una ragazza che ama le scene cruenti o tanto meno quelle dell'orrore, però potrei trascinarla a vedere uno di quei film con l'inganno. Mi batto il cinque mentalmente per l'idea geniale e mi concentro sul piatto che ho davanti. Dall'aspetto mi sembra mangiabile, ma voglio aspettare i commenti degli altri.

< Ragazzi, buon appetito> urla felice Giorgio, buttandosi a capofitto nel piatto. Elisa ride sonoramente, seguita da tutti noi e si accomoda lontana da me. Questo un po' mi ferisce, ma faccio finta di niente. < Squisito! Chi ha cucinato?> chiede il ragazzo accanto a me con la bocca piena. < Dio Giorgio! Che schifo! Potresti chiudere quel buco da dove entra il cibo?> sbotto infastidito. < si ma come faccio a parlare se ho la bocca chiusa, eh?> alzo per l'ennesima volta gli occhi al cielo. < ha cucinato la nostra bellissima Elisa> esclama orgogliosa Sophia. Dopo queste parole, prendo la forchetta e assaggio ciò che ho nel piatto; devo ammettere che ha un sapore divino, così inizio a mangiare, gustandomi ogni boccone. < brava, vero?> la elogia Gabriel. < eccome! Bella, dolce e anche un'ottima cuoca. Sei da sposare> Giorgio le scocca un bacio volante. la ragazza è notevolmente in imbarazzo, ma ricambia il bacio, ringraziandolo. < questo è un tipico piatto italiano, chiamata da noi carbonara. Non so se voi le attribuite un altro nome. Posso solo dire che noi italiani sappiamo cosa significa mangiare!> dice orgogliosa. < tu lo sai bene!> Ridacchio divertito. Tutti si zittiscono e mi rivolgono occhiate di disapprovazione. < sto scherzando! Calmatevi!> e rivolgo uno sguardo a Elisa, la quale ridacchia nervosa e fissa immobile il suo piatto. Improvvisamente si alza dalla sedia e appoggia il suo piatto nel lavandino < sono stanca, vado a riposare. Buonanotte> e si allontana dalla cucina a passo spedito verso il piano superiore. Gli sguardi contrariati dei presenti si spostano lentamente su di me." Sono fottuto!" < sei proprio uno stronzo!>borbotta Sophia indignata.< non volevo offenderla, cazzo! È così permalosa> mi giustifico.< prima di sparare critiche a raffica, dovresti conoscere le persone prima! Idiota >< smettila di darmi dell'idiota!> la trafiggo con lo sguardo.< e tu smettila di comportarti come tale!>Mi immobilizzo. So che ha ragione, ma sono fatto così. La cena prosegue in religioso silenzio, mentre medito su ciò che mi ha detto Sophia: io non so nulla di lei e sono estremamente curioso di conoscerla fino in fondo come mai mi era capitato. Voglio sapere cosa le piace fare nel tempo libero, quale sia il suo colore preferito, che generi di film guarda; invece perdo tempo a fare l'idiota, appunto. Cazzo! È tutto così fottutamente difficile e io non ci capisco più niente.Dopo cena,mi sdraio sul divano cercando di schiarirmi le idee e di non pensare al fatto di aver ferito per l'ennesima volta i sentimenti di Elisa. Il nostro rapporto fin dall'inizio è stata una montagna russa, fatta solo di alti.Mi prendo la testa fra le mani e ripenso a questa ragazza che mi si è letteralmente buttata addosso, come un treno in corsa e davanti ai suoi occhi mi sento fragile ed esposto. Io, Christian Becker, mi sento per la prima volta impotente. < cosa diavolo mi sta succedendo?> sussurro.< tutto bene?> Gabriel mi distoglie dai miei pensieri.< non lo so> sono assolutamente sincero.<perché non vai a scusarti con lei?>mi volto di scatto incredulo.< mi credi se ti dicessi che da quando l'ho conosciuta non faccio altro che scusarmi con lei?> sorrido amareggiato.< e lei?>< lei continua a perdonarmi ... > chiudo gli occhi, quasi come se mi facesse male, dire questo ad alta voce.< non so molto di quella ragazza, ma ho capito che è una di quelle persone sensibile, fragili ma con una forza spaventosa>< che diavolo significa?> ora sono più confuso di prima.< questo è solo ciò che ho capito io > ride a causa della mia reazione. < vado a letto. Tu cosa fai?> mi domanda, raggiungendo le scale.< arrivo> Gabriel scompare dalla mia visuale e io lo seguo poco dopo.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora