CAPITOLO QUARANTACINQUE

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POV CHRISTIAN

<perché diavolo le hai detto così?> Giorgio si alza violentemente dalla sedia e mi urla praticamente in faccia. Forse non è stata una buona idea rivolgermi a lui. < sei stato spregevole! Come hai potuto dire che era interessata ai tuoi soldi? Lei?> mi prende per un colletto e mi spinge al muro, ma io non reagisco. Non ne ho la forza. < e tu cosa ne sai? E se avessi ragione io? Infondo sai anche tu cosa volessero le ragazze da me!> con quel poco di fiato che mi è rimasto, riesco a controbattere, anche se so che quello che sto dicendo sono solo un mucchio di stronzate. < ma ti senti quando parli? Elisa è diversa e tu lo sai! I soldi ti hanno annacquato il cervello Christian> mi accusa, spingendomi con più forza contro il muro. Lo spingo via e lo guardo in cagnesco. < non ti permetto di parlarmi così!> ringhio. < quando hai fatto il coglione in Spagna, io l'ho riportata a casa, mentre tu ti divertivi a prenderla per il culo. E lei sai cosa ha fatto? Lo vuoi dire tu?> mi sfida. Lo fisso negli occhi < mi ha perdonato> la mia voce è un debole sussurro. < lei ti amava già> mi confessa e io lo guardo sconcertato < cosa?> < hai capito bene. Ho parlato con Sophia. Prima che tu venissi qui, io sapevo già tutto e sapevo anche che saresti venuto da me> sulla sua faccia compare un sorrisetto trionfante. < cosa ti ha detto Sophia?> mi lascia andare il colletto. Ha una buona presa. Mi conviene tenerlo a mente, prima di ritrovarmi sotto le sue grinfie. < Elisa si è innamorata di te ancora prima di partire per la Spagna, solo che era combattuta e confusa> ci sediamo uno di fronte all'altro. < confusa? Perché?> ritorna a guardarmi < Sophia ha detto che era confusa ma non mi ha spiegato bene la faccenda. Mi ha riferito solo che tu lo avresti capito> un nome mi viene in mente: Luca. Stringo i pugni sotto il tavolo al pensiero di quell'essere schifoso. < Elisa voleva rompere tutti i contatti con te dopo la storia della Spagna> ammette < immaginavo. Come fai a sapere tutte queste cose?> alza un sopracciglio < si chiama comunicazione e dovresti imparare ad utilizzarla per riconquistare Elisa> mi consiglia con tono fraterno. < non posso> dico solamente < come non puoi?> si altera Giorgio < non posso, non intrometterti con le mie scelte.> scuote la testa esasperato <Christian lei non vuole i tuoi soldi, se stai pensando ancora a questo> < come fai ad esserne così sicuro?> < ti sei mai chiesto perché la sera prima dell'inaugurazione vi siete quasi baciati e poi lei non si è più avvicinata a te?>< perché l'avevo umiliata?> dico con fare ovvio <no. Perché lei non si sentiva all'altezza di tutta quella merda di cui sei circondato, si sentiva una nullità accanto a te, ma non per la "ricchezza", ma per la tua cazzo di personalità!> la sua voce aumenta di qualche ottava. Le sue parole mi colpiscono come lame. Come ho potuto dirle certe cose? Mai come adesso mi sono sentito così coglione. < io ...> non so cosa dire < tu cosa vuoi?> Semplice: lei. Lo guardo e lui mi sorride < e allora che ci fai qui? Vai e conquistala!>

Oggi è sabato. Mi precipito al pub di Gabriel. Mi guardo intorno alla ricerca di Elisa. Non c'è. Non è possibile! Intravedo Gabriel e Andrea tra la folla. Mi faccio spazio tra la gente e li chiamo ad alta voce, sovrastando la musica. Dopo vari tentativi, finalmente si voltano nella mia direzione e si avvicinano < Chris! birretta?> mi chiede Andrea, porgendomene una. < dov' è Elisa?> chiedo senza fiato per la corsa, ignorando la sua domanda. Il suo sorriso sparisce < io ... non so se posso dirtelo. L'ho promesso a Sophia> farfuglia nervoso e io mi innervosisco < dimmelo, ora!> lo afferro per il colletto e alza le mani in segno di resa. < okay, ma toglimi le mani di dosso> lo lascio e si aggiusta la camicia< non è qui> < genio, me ne sono accorto anch'io> mi lancia un'occhiataccia. < volevo dire che oggi si è presa un giornata libera perché aveva un impegno> mi altero < maledizione! Vuoi dirmi dove cazzo sta?> Sto perdendo la pazienza e il suo tintinnare mi sta facendo preoccupare. < aveva un appuntamento con un ragazzo> ammette tutto d'un fiato < grazie per ...> rielaboro le sue parole < cosa? Chi cazzo è questo?> non pensavo si sentisse con un altro ragazzo, almeno non dopo aver confessato i suoi sentimenti per me. < lei è rimasta profondamente ferita e umiliata, Christian. Aveva tutto il diritto di andare avanti> < si è ripresa in fretta> commento acido. < senti Chris, ti sei comportato da stronzo insensibile! Quella ragazza ti ha dedicato anima e corpo e tu indovina cosa hai fatto? Te ne sei fregato!> alzo una mano per fermarlo ma mi precede < lasciami finire, per favore. Tu meriti tutta la felicità che questo mondo può offrirti e se ti ha fatto conoscere quella ragazza un motivo c'è ed è per questo che ti dirò dov' è, perché ti voglio bene come se fossi sangue del mio sangue. > le sue parole mi commuovono. Quasi. < e poi ci sarà un motivo perché è uscita con un altro> prosegue e ammicca. Penso di capire cosa voglia dire < ora, lasciamo stare le smancerie. So che andavano al ristorante che hanno aperto a qualche isolato da qui>. I miei occhi si illuminano e senza ringraziarlo mi affretto verso l'uscita del pub, dritto verso il ristorante. Non so cosa le dirò, ma voglio provarci. Corro come non ho mai fatto prima. Qui c'è in gioco non solo la ragazza che amo, ma anche il mio presente e il mio futuro.

Finalmente arrivo al ristorante e mi precipito al suo interno. Cerco tra le varie persone sedute al tavolo, fino a quando i miei occhi si posano su una chioma di capelli ricci e di fronte a lei un damerino del cazzo dal volto familiare che le sorride come un pesce lesso. Sento ammontare la rabbia, ma mi costringo a reprimerla. Il tizio si accorge della mia presenza e richiama l'attenzione di Elisa, la quale porta lo sguardo su di me, palesemente sorpresa. Non posso biasimarla: sembro un coglione, qui in piedi, in mezzo alla sala. < Chris che ci fai qui?> bisbiglia inferocita, per non attirate sguardi < sono qui per te. Devo parlarti> < non penso sia una buona idea.> mi risponde secca, cocciuta come sempre. < ti prego!> la supplico. È in evidente difficoltà, nei suoi occhi intravedo una lotta con se stessa < vai pure> le suggerisce il damerino. Dopo svariati secondi, che sembrano infiniti, si alza e mi trascina fuori, furiosa come non l'avevo mai vista. < che diavolo ti prende adesso? Come osi venire qui dopo tutto ciò che ci siamo detti!> sbotta e le sue guancie si tingono di un rosso intenso per la rabbia. In questo momento è bellissima: i suoi capelli le ricadono lungo la schiena e il suo vestito nero risalta tutte le sue forme. < io sono stato un'idiota lo so. Io non riuscivo a capire come fosse possibile che una ragazza mi potesse entrare fin sotto la pelle con la sua dolcezza, gentilezza e testardaggine. Non volevo ammettere a me stesso che stavo cambiando perché ...> mi blocco. Ho paura di confessarlo ad alta voce perché renderebbe tutto reale. Ma devo farlo. < perché io mi sono innamorato di te, Elisa, fin dal primo momento solo che ero cieco per vederlo chiaramente >sono senza fiato, ma orgoglioso. I suoi occhi sono pieni di lacrime che asciuga velocemente con le mani. < Chris, non puoi fare così! Non puoi venire qui e fare finta che non sia successo niente. Mi hai detto delle cose orribili> alza il tono di voce, attirando occhiate curiose dai passanti, ma non sembra curarsene < io lo so ... non sai quanto io sia pentito di ciò che ho detto e fatto, ma ero ubriaco> mi giustifico < avevi promesso che non avresti più bevuto, almeno non in quel modo. Mi hai mentito> costata delusa < io ...> sono a corto di parole < Elisa, non sapevo come fronteggiare tutte queste emozioni che solo tu riesci a provocare in me> gesticolo freneticamente. Mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani < io ti amo Elisa>le confesso in un sussurro. Sgrana gli occhi per la sorpresa e abbassa lo sguardo < Chris non puoi fare così> si allontana dalla mia presa e vado in panico. Non posso arrendermi ora. Non voglio. < non mi ami più?> le chiedo con la voce tremante. Si volta di scatto verso di me < certo che ti amo Chris> alcune lacrime le sgorgano dagli occhi < non puoi immaginare quanto> sorride fra le lacrime < tu mi hai fatto capire che posso amare di nuovo> confessa. Distinto l'abbraccio, l'accolgo tra le mie braccia e lei si precipita da me, come se fossi ossigeno. < mi dispiace piccola> le sussurro e le bacio i capelli. Lei non dice niente, ma non m'importa: ora è tra le mie braccia e per la priva volta mi sento finalmente bene, completo.

Si stacca da me e mi guarda <aspettami qui> poi scompare dalla mia vista,all'interno del ristorante. Aspetto lì per un paio di minuti e dentro di me sento crescere l'agitazione. Se si fosse stancata di me? Se vuole stare con quel damerino? Se fosse troppo tardi?

Però poi la vedo uscire con la giacca e la borsa nelle mani e si avvicina a me sorridente. Sorrido automaticamente e spalanco le braccio. Si precipita da me e le stampo un bacio lungo, dolce, delicato sulle labbra. Ricambia il mio bacio e ci perdiamo l'uno nell'altro. Ci dividiamo e ci fissiamo negli occhi felici. Questa è la mia versione della perfezione.

Buon pomeriggio! anche oggi un nuovo capitolo! XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora