CAPITOLO VENTI

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Il mio pomeriggio l'ho trascorso sommersa dai libri per via di un esame che avrò tra pochi giorni. Sistemo la mia camera dai libri, fogli e appunti, smistandoli nei vari ripiani dell'armadio, ripensando alla conversazione avuta con Christian. Non capisco perché se la sia presa così tanto, infondo è stato lui a chiedermi un'altra possibilità. Quel ragazzo è un insieme di contraddizioni: un attimo prima vuole essere il tuo amico del cuore e quello dopo si dichiara il tuo peggior nemico. È una fusione tra arroganza e gentilezza, tra maleducazione e buone maniere. Ricordo che a quella maledetta inaugurazione si comportava da vero gentleman, spiazzato subito da quel terribile gesto. Sono maledettamente curiosa di scoprire ogni facciata della sua personalità così complessa, intricata. Non so niente di lui e lui non sa quasi niente di me, eppure c'è questa simbiosi, come se ... non lo so. Devo solo smetterla di pensarci, perché in ogni caso, abbiamo vite troppo diverse, quindi è veramente improbabile che tra noi nasca qualcosa. Sospiro affranta, distratta dalla suoneria del mio cellulare < pronto?> rispondo senza aver controllato chi fosse il mittente <  Elisa? Mi senti?> la voce di mia madre risuona nella stanza < mamma! Ciao! È successo qualcosa?> mi affretto a chiedere. < cosa? No! Volevo solo sentirti!> ed è qui che iniziano i guai. Non mi ha mai chiamata da quando sono qui e questa sua telefonata non promette nulla di buono < davvero?> < certo. Perché sei così scettica?> < ehm ... ma no niente> farfuglio nervosa< come va lì?> dove vuole andare a parare? < tutto bene. Mi sto preparando per l'esame di mercoledì> < quale esame?> < antropologia> alzo gli occhi al cielo, irritata da queste continue domande. Se mi avesse chiamata più spesso, saprebbe quali corsi frequento. Certo, anch' io non l'ho chiamata, ma i miei motivi sono giustificati. Lei non ha mai voluto che io studiassi in questa città e non ha mai accettato che io mi iscrivessi a questa facoltà. Non me l'ha mai detto chiaramente, ma le si leggeva in faccia ogni volta che si toccava l'argomento.

< Eli hai deciso quale università frequentare?> mia madre è seduta sul letto accanto a me, intenta a pormi per l'ennesima volta la stessa domanda da ormai mesi. < mamma, sai già cosa voglio fare nella vita> le mostro il libro che ho davanti < questa è la mia vocazione, ormai ne sono certa> < ma Elisa, non è un lavoro stabile quello dello scrittore o del giornalista> < ma voglio provarci! Può darsi che tra qualche anno cambierò idea ma voglio almeno vedere come va a finire!> sbotto infuriata. So già che questa conversazione non andrà a buon fine.< ma dovresti preparare un piano di riserva! Ci sono un sacco di ragazzi con del talento e di certo le porte non si apriranno per te!> < grazie per la fiducia! Perché non puoi essere contenta delle mie scelte? Perché non puoi sostenermi? Sono anch'io tua figlia!> le lacrime sgorgano ormai copiose sulle guance, mentre mia madre lascia la stanza < ricorda che a questo mondo i sogni non valgono niente>

Grazie al sostegno di mio padre, sono riuscita ad andare avanti e a portare a compimento il progetto di studiare qui, sotto le proteste aspre e severe di mia madre. < sei ancora sicura di studiare queste cose? Non mi sembra un occupazione sicura> < mamma, mi hai chiamato per rinfacciarmi quanto le mie scelte siano sbagliate? In questo caso, scusami ma non ho tempo da perdere> il silenzio che segue mi da'la conferma alla mia domanda .Bingo!< ciao mamma, devo andare!>chiudo la chiamata e fisso la parente di fronte a me. Le dimostrerò che si sbaglia, questa è una promessa. Non ho mai permesso a nessuno di prendere decisioni che riguardano la mia vita, e non lo farò di certo ora.

< Eli!> Sophia mi accoglie con il solito abbraccio caloroso < ci siamo viste questa mattina!> le ricordo, sorridendo < lo so, ma poi sei magicamente scomparsa> mi rivolge uno sguardo da non me la racconti giusta. Deglutisco < ho avuto un imprevisto> < e questo imprevisto per caso ha due occhi verdi e si chiama Christian?> mi volto nella sua direzione e sulla sua faccia si è già formato un sorrisetto soddisfatto < l'effetto dell'amore! Non ti fa capire più niente!> < cosa? Abbiamo solo pranzato insieme!> mi pento subito di quelle parole e cerco di rimangiarmele ma ormai è tardi. Sophia si precipita da me <avete pranzato insieme?> urla, emettendo gridolini infantili. Mi porto una mano sulla fronte,visibilmente esasperata < sì, e allora? Non c'entra niente. Stiamo cercando di diventare perlomeno amici> gesticolo freneticamente< amici? Ma Eli, sai anche tu che Christian ...> < Christian cosa?> il ragazzo in questione ridacchia, consapevole del nostro argomento di discussione. Mio Dio ! Non potrebbe essere più imbarazzante! < niente lascia stare > liquido il discorso, ma naturalmente Sophia non è d'accordo < Chris! stavamo parlando del vostro pranzo> l'espressione di Chris si rabbuia e questo non è un buon segno < ah sì? Cosa ti ha detto?> chiede, continuando a guardare me < in realtà, non mi ha detto niente, cioè ... voglio dire ...> per la prima volta la biondina è a disagio e io estremamente soddisfatta < lascia perdere. Vi odio!> scoppio a ridere di fronte alla sua reazione. Mi fa un gestaccio, accompagnato da una linguaccia e io ricambio.

Buonasera! Il capitolo di oggi è stato piuttosto breve, ma vi prometto che domani molto più lungo! A domani! buona serata xxx


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