CAPITOLO VENTOTTO

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POV ELISA

Dopo il capodanno, sono ufficialmente terminate le vacanze natalizie e si ritorna alla solita routine. Preparo la borsa e mi precipito in facoltà per seguire la prima lezione del nuovo semestre.

< la consegna del saggio sarà per il mese prossimo> ci annuncia il professor Geloni al termine della lezioni. Le vacanze di Natale sono termine già da una settimana ed è ora di ritornare alle vecchie abitudine. Il professor Geloni è un uomo sulla quarantina, molto affascinante ed insegna storia del giornalismo e inoltre è anche un importante giornalista  a livello nazionale. Ha fondato il giornale Svizzera 24 e la sua sede ospita riviste e giornali importantissimi. Ho letto molto a riguardo e quasi fremevo dall' eccitazione quando ho scoperto che avrebbe tenuto un corso qui, all' università. È una boccata d'aria fresca grazie ai suoi metodi di insegnamento semplici ed efficaci e quasi tutti gli studenti dell'istituto hanno frequentato almeno una sua lezione. < bene, potete andare> la sua voce mi distoglie dai miei pensieri e noto che ormai metà degli studenti è uscita dalla classe. Raccolgo la mia roba e mi affretto a seguire gli altri < signorina Beltrani, mi scusi posso rubarle un minuto?> mi volto di scatto al suono di quelle parole < certo, c'è qualcosa che non va?> chiedo timorosa < cosa? Oh no, assolutamente. Vorrei proporle un progetto interessante> i suoi occhi azzurri mi penetrano in profondità e sono costretta a distogliere lo sguardo < mi dica> < prego si sieda> mi indica una delle sedie della prima fila e mi accomodo, mentre lui si siede accanto a me. < l'ho tenuta d'occhio per un po' di tempo nelle mie lezioni e devo dire che sono rimasto molto sbalordito. Ha una conoscenza molto approfondita nella mia materia > ritorna a fissarmi, ma questa volta non mi lascio intimorire. < sì, ho letto del materiale prima di iscrivermi a questo corso> < lo vedo. Senta la mia proposta può sembrarle affrettata e forse anche un po' idiota considerando che da qui nascono dei giornalisti e scrittori di successo, ma prima di immergersi in questo modo, secondo me, bisogna tastare prima il terreno, non crede?> < mi scusi ma non riesco a capire> si alza e va verso la finestra, rivolgendo l'attenzione all' esterno < la mia proposta è questa: un tirocinio nella sede del mio giornale, che ovviamente le concederà dei punti extra per la laurea> sono senza parole < nella sua sede giornalistica ? Scusi, ma non capisco> mi sorride comprensivo < vede il progetto che le voglio assegnare è questo: lavorerà con me per circa un mese e una volta terminato dovrà scrivere un articolo su un argomento da me scelto e se mi piacerà,lo farò pubblicare su una delle mie riviste più famose,garantendole così una sorta di pubblicità. Che ne dice?> questa volta penso di avere un espressione incredula stampata in faccia < perché io? Insomma ci sono altri studenti promettenti ...> < questo lo so, ma io penso che lei abbia la stoffa per sfondare. Allora, accetta o no? Si prenda un po' di tempo per rispondere> allunga una mano < è stato un piacere scambiare quattro chiacchiere con lei signorina Beltrani>< tutto mio signor Geloni> prendo la mia roba ed esco dall' edificio, valutando l'offerta. Perché ha scelto proprio me? E poi, varrà la pena fare tutto questo lavoro per un risultato incerto? Mentre la mia testa rielabora questi pensieri, il suono di un clacson mi distrae < ma che diavolo ... ?> < ehi Elisa, vuoi fare un giro con me?> Chris esce dalla sua Mercedes e con passo elegante e leggero si avvicina a me, avvolto in dei jeans scuri e una camicia bianca, coperta parzialmente da una giacca e una cravatta grigia, attirando l'attenzione di alcune ragazze che stanno passeggiando nei pressi dell'università. < Chris, che ci fai qui?> chiedo disorientata e sorpresa < ho chiesto un permesso da lavoro ed eccomi qui> mi sorride < e puoi farlo? Voglio dire, chiedere un permesso all'ultimo minuto?> < certo, non dimenticarti che la società è di mio padre> ammicca e alcune ragazze indicano Christian e sussurrano tra loro. Il loro atteggiamento mi infastidisce < se volete, vi do il suo numero così la finite con questa sceneggiata!> urlo per farmi sentire e loro si allontanano rosse in volto, forse per la rabbia o per l'imbarazzo di essere state scoperte, non saprei. Chris scoppia a ridere < gelosa?> <io? Di te? Ma ti prego!> esclamo e mi dirigo in direzione dell'auto < farò finta di crederci> borbotta divertito,mentre mi segue.

<allora, cosa hai intenzione di farmi ora che mi hai intrappolata qui?> siamo in autostrada da ormai mezz'ora e ancora non ha spiccicato parola. < sorpresa> dice soltanto. Sbuffo e mi appoggio allo schienale <come facevi a sapere che università frequentassi?> < oh, Sophia mi ha detto un po' di tempo fa di aver conosciuto una certa Elisa al corso di storia> mi rivolge una breve occhiata e poi ritorna a concentrarsi sulla strada < capisco> sussurro e do un' occhiata fuori dal finestrino. < oggi ho ricevuto una strana offerta> ho attirato la sua attenzione < che genere di "strana offerta"?> sospiro < un tirocinio in una sede giornalistica Svizzera 24, per poi scrivere un articolo per uno dei suoi giornali, sempre se piaceranno le mie idee> spiego < ma è fantastico! Cosa c'è di strano?> corruga la fronte < beh, non so, ci sono un sacco di altri studenti. Perché me?> indico me stessa per accentuare il concetto < perché no? Elisa sei una ragazza intelligente e molto brillante e poi sei una che impara in fretta e io ne so qualcosa> mi lancia un'occhiata complice e io ridacchio< perciò la domanda giusta sarebbe: perché non te? Vedrai andrà tutto bene>mi rassicura e mi appoggia una mano sul ginocchio <quindi secondo te dovrei accettare quell'offerta?> < è un opportunità incredibile. Provaci e se andrà male, cosa che dubito fortemente, almeno puoi dire di averci provato> si stringe nelle spalle < bene , allora accetterò> annuisco convinta < grazie> mi rivolge un sorriso timido e io torno a guardare il paesaggio.

< hai voglia di un pic-nic?> Chris parcheggia l'auto in una stradina isolata e si volta < pic-nic?> mi guardo intorno e vedo solamente un mucchio di alberi ed erbaccia secca < sembra il luogo perfetto per un delitto> borbotto sottovoce, causando una risata da parte sua < non bisogna fermarsi alle apparenze, non te l'hanno mai insegnato?> scende dall'auto e io faccio altrettanto, non capendo cosa stia succedendo. Dal portabagagli tira fuori un cesto e una borsa, poi si avvia verso la stradina rocciosa, immergendosi negli alberi < muoviti o ti lascio qui!> grida e mi affretto a raggiungerlo. < dove mi stai portando?> domanda, continuando ad osservare l'ambiente che pian piano inizia a farsi più inquietante < sorpresa!> < la smetti di dire "sorpresa" mi sta innervosendo!> lo sgrido. Sghignazza, ma non accenna a dirmi nulla. Sbuffo e continuo a seguirlo in silenzio. Ad un certo punto, la strada si interrompe e gli alberi si presentano più di rado, fino a che davanti a noi non compare un' immensa pianura verdeggiante che circonda un lago. Spalanco gli occhi di fronte a quello spettacolo naturale: il lago riflette la luce solare creando dei bellissimi effetti luminosi e il verde è ricco di fiori colorati, rendendo questo posto quasi come i paesaggi di un libro. < allora, ti piace?> mi chiede Chris < Christian, è meraviglioso> sussurro senza fiato, continuando a seguirlo in direzione del lago. Ci fermiamo in un punto vicino alla riva del lago, da cui si possono vedere i pesci nuotare e le farfalle posarsi sui fiori. Chris prende dalla borsa una coperta abbastanza grande da poterci stare entrambi e la poggia delicatamente a terra. Ci si stende e mi porge una mano per invitarmi ad imitarlo. Mi stendo accanto a lui. Il cielo sulle nostre teste è terso, senza un filo di nuvola. Sembra una giornata di primavera, nonostante la temperatura non sia delle più calde. < come conosci questo posto?> volgo lo sguardo verso Christian, il quale poggia le braccia dietro la nuca < quando litigavo con i miei genitori venivo qui. Mio fratello mi ci portava sempre. Qui passano un sacco di autobus, poi fortunatamente abbiamo preso la patente> dice immerso nei ricordi < perché litigavi con i tuoi?> < sciocchezze, in realtà. Io volevo divertirmi e invece ero rinchiuso in camera a studiare, così mi hanno beccato un paio di volta a sgattaiolare fuori dalla finestra> ridacchia e io lo seguo < eri una peste> costato senza il minimo giudizio nella voce< ho dato filo da torcere ai miei genitori. Tu invece?> si volta verso di me < io? Ero un angioletto> metto le mani giunte e batte velocemente le palpebre. Chris ride< ho sempre fatto ciò che i miei volevano. Ho studiato, andavo in chiesa ma anch'io ho combinato qualche guaio> confesso a bassa voce, come se fosse un segreto tra noi due < davvero?> inarca un sopracciglio. Annuisco< già. Ad esempio non ho mai detto loro di avere un ragazzo. Quando stavo con lui, mentivo ai miei> < e cosa li dicevi?> < che ero con amiche> sorrido e ammicco < wow! Sei stata proprio una monella> sghignazza e io gli tiro un pugno sul braccio < smettila di prendermi in giro!> ridiamo poi passiamo qualche minuto in totale silenzio. < mi hai detto che il tuo ragazzo ti ha lasciato per un'altra> Chris interrompe il silenzio < grazie per avermelo ricordato> dico sarcastica < come è successo esattamente?> sospiro e mi siedo, appoggiando la schiena al tronco di un albero dietro di noi. mi metto a sedere e lo fisso, trovando le parole adatte mentre lui imita i miei movimenti e torna a guardarmi, aspettando che inizi a parlare <ci siamo conosciuti alle superiori, amici in comune, stessa parrocchia. Siamo stati insieme tre anni e per me era tutto. Era il mio migliore amico, l'amore della mia vita o almeno così pensavo> inizio a raccontare. Infondo lui con me si è aperto e sento di potermi fidare.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora