CAPITOLO SESSANTATRE

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POV ELISA

Dei colpi persistenti alla porta mi fanno svegliare di soprassalto. Mi stropiccio gli occhi e mi guardo intorno confusa e disorientata. Abbasso lo sguardo sul mio corpo e noto che indosso ancora i vestiti di ieri sera, adesso stropicciati. I colpi si fanno più forti < arrivo> piagnucolo e i colpi cessano. < finalmente> borbotto. Apro la porta e dall' altro capo Giorgio mi fissa divertito, reggendo un grosso pacco. Lo guardo confusa < che diavolo succede?> sbotto. Il suo sorriso si allarga < buon compleanno principessa!> esclama, appoggia il pacco a terra e mi stringe in un abbraccio. È oggi? <grazie> sussurro. Mi lancia un lungo sguardo < Elisa stai bene?> mi chiede Giorgio preoccupato. Annuisco brevemente < entra> gli sorrido e lui mi segue con il pacco tra le mani. < puoi appoggiarlo sul tavolo quello> gli suggerisco indicando il pacco < è per te> me lo porge < davvero?> per la prima volto dopo giorni sorrido e non è un sorriso falso. Annuisce e lo appoggio sul tavolo. Al suo interno c'è qualcosa che si agita e corrugo la fronte < è meglio se io vado. Mi hanno chiesto di lasciarti sola> sono confusa < chi ? cosa?> mi sorride e sparisce dalla mia visuale. Scuoto la testa e apro il pacco. Una piccola palla di pelo bianco balza in piedi e mi lecca una mano. < oh mio Dio!> esclamo e prendo il cucciolo tra le mani. Si agita e io gli accarezzo le orecchie. È un cucciolo di Labrador bianco con un collarino azzurro. Incastrato noto un piccolo bigliettino. Lo apro e riconosco la grafia curata di Chris:

Elisa,

una volta mi hai detto che avresti sempre voluto avere un cucciolo, ma non te l'hanno mai permesso. Questo piccolino ha bisogno di tante coccole.

Buon Compleanno piccola, ti amo.

-C

< ti piacciono gli animali quindi?> < sì,mi piacciono molto. A te?> annuisco < ho sempre voluto un cane. Un Labrador magari> dico con aria sognante < mia madre non me l'ha mai permesso> metto il broncio e Christian ride.

Sorrido tra le lacrime e mando immediatamente un messaggio a Christian, nella speranza che mi richiami al più presto. Dopo la discussione con Marta ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle. Non permetterò a quella ragazza di ostacolare il rapporto tra me e Chris.

Ti amo. Scrivo semplicemente, poi mi vesto per andare a lavoro. Appoggio il cucciolo su una copertina con cibo e acqua a sufficienza ed esco di casa. Devo pensare ad un nome penso mentre mi dirigo in ufficio.

Rientro a casa, distrutta. Faccio scattare la serratura con le chiavi e accendo la luce. Il cucciolo dorme nel suo lettino improvvisato. Gli accarezzo le orecchie e vado in cucina per un bicchiere d'acqua. All'improvviso sento dei rumori in cucina. Trasalisco e faccio più attenzione. Prendo l'ombrello che sta vicino alla porta e lo tengo davanti a me come un'arma. Vado lentamente in cucina senza far rumore e sento dei bisbigli. Accendo la luce, nascondendo il corpo dietro il muro che divide la cucina dal soggiorno. Un coro mi fa sobbalzare < Sorpresa!> urlano i miei amici divertiti. Li fisso uno ad uno sbalordita e leggermente commossa e rimango sulla soglia con l'ombrello tra le mani < piove? > chiede Sophia abbracciandomi < cosa?> osservo l'ombrello e ridacchio < pensavo ci fossero dei ladri. Mi avete fatto venire un infarto!> la rimprovero, portandomi una mano al petto, poi poggio l'ombrello a terra e vado a ringraziare gli altri < auguri best friend! Ti è piaciuto il regalo?> la voce di Giorgio mi fa sentire più serena. Annuisco < dorme di là> indico il soggiorno < è un vero amore!> strilla Antonella, dietro il suo ragazzo, poi si precipita su di me. L'accolgo tra le mie braccia e la stringo forte. < ehi! Anch' io voglio salutare la festeggiata!> Andrea ci separa e mi stampa un bacio sulla guancia, facendomi arrossire. < fate largo!> un'altra voce mi fa voltare e tra me spero sia Christian, ma la delusione si fa largo sul mio volto quando noto Stefano venire verso di me con le braccia spalancate. <Stefano, anche tu sei qui?> corrugo la fronte contrariata. <  da dove sei entrato?> chiede furioso Giorgio con le spalle e la mascella tese < calmati Giorgio, ci penso io> lo rassicuro, ma non mi ascolta < Elisa, lui è un ...> < lo so > lo interrompo docilmente < Stefano, non puoi stare qui> lo trascino fuori dall' appartamento < ehi, Elisa. Non sarai arrabbiata con me? Ti ho solo aperto gli occhi!> dice con finta aria innocente. . < è vero, ma nessuno te l'aveva chiesto> ribatto tranquilla. Mi prende per i polsi e mi sbatte al muro, avvicinando il suo viso al mio < piccola puttana!> sibila contro il mio viso. Mi dimeno inutilmente < dovresti ringraziarmi e baciarmi il culo per quello che ho fatto> mi lamento per via della sua presa < grazie a me hai aperto gli occhi!> ha ragione, ma ho la strana sensazione che l'abbia fatto per un motivo ben preciso di cui nessuno è a conoscenza < è vero> ammetto malgrado < ma Chris e Marta sono stati insieme prima del mio arrivo, perciò non mi riguarda> ribatto faticosamente < temo che la mia sorellina non la pensi allo stesso modo> inarca un sopracciglio. Corrugo la fronte < la tua cosa?> chiedo confusa < Marta è mia sorella. Il tuo fidanzatino non te l'ha detto? > mi accarezza il viso con le sue luride mani < sai> dice con tono mieloso < farò di tutto per farvela pagare a te e al tuo fidanzatino> minaccia. < tu sei malato!> sputo e lui stringe la presa < piccola stronzetta!> sta per tirarmi uno schiaffo, ma la voce di Giorgio lo ferma giusto in tempo < alza un solo dito e ti ritroverai su un letto d'ospedale> lo avverte Giorgio con tono serio e minaccioso, diverso da quella a cui sono abituata. Scoppia a ridere e alza le mani in segno di resa <come vuoi soldatino> fa per andarsene, poi si volta verso di me < ricorda: non è finita qui. Non la passerete liscia per ciò che avete fatto a a mia sorella> sogghigna e sparisce dalla nostra visuale, mentre mi massaggio i polsi doloranti < stai bene?> Giorgio si precipita da me preoccupato. Annuisco < torniamo dentro> mi aiuta ad alzarmi e lo seguo < Giorgio> lo richiamo < dimmi> < non farne parola con nessuno su ciò che è successo, né con gli altri né con Chris> lo supplico. Sgrana gli occhi di fronte a quell' assurda richiesta < posso non riferire nulla ai ragazzi, ma Chris deve saperlo. Questa storia va avanti da troppo tempo> dice ed entra in casa. Io lo seguo poco dopo aver controllato che Stefano se ne fosse realmente andato.

La piccola festicciola organizzata da Sophia e Antonella procede piuttosto tranquilla, seduti sul divano a vedere un film e a mangiare qualche fetta di pizza. In realtà mi sento un quinto incomodo, circondata dalle due coppiette e la cosa mi irrita più di quanto dovrebbe. Dovrebbe esserci Christian qui, ad abbracciarmi e ad assicurarsi che vada tutto bene dopo l'accaduto successo poco fa. Invece sono qui seduta su questo vecchio divano a fingere che tutto vada per il meglio e sopportare questo film sdolcinato che piace alle due ragazze vicino a me. Sprofondo nello schienale e appoggio il braccio sul bracciolo del divano. < Giorgio dove vai?> chiede curiosa Antonella. Giorgio sembra esser stato scoperto con le mani nel sacco < ehm ...> balbetta < io devo andare in bagno?> suona più come una domanda e la ragazza sospira esasperata < va bene, ma torna presto. Tra poco c'è la scena più bella.>

Arriva la scena del bacio e si sollevano sospiri sognanti da parte delle ragazze. Non mi sono mai piaciute le commedie romantiche perché credo che ogni ragazza possa vivere la propria storia d'amore, la propria favola, anche se diversa da quella dei film. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo per l'ennesima volta dall' inizio del film, guadagnandomi occhiate torve dalle ragazze e quelle comprensive di Andrea. Poverino! Il suo amico l'ha mollato qui. Ma Giorgio dove si è cacciato? Dopo circa venti minuti, Giorgio ricompare nel salotto, bianco come un cencio < cosa ti è successo? Sembra che tu abbia visto un fantasma> commento divertita. < ehm ... no. Non mi sento molto bene. Tutto qui> dice poco convinto. Mi stringo nelle spalle e presto attenzione a quello stupido film per adolescenti. La dolce voce di Ed Sheeran si diffonde nell' aria e scatto in piedi. < fai stare zitto quell' aggeggio!> mi rimprovera Sophia, alzando il volume del televisore. Alzo gli occhi al cielo e sorrido < vedi che alla fine il ragazzo muore> invento e mi rinchiudo in camera, sotto le imprecazioni delle ragazze. Ridacchio e controllo il nome sul display. Fisso il cellulare incredula < Christian > sussurro come se qualcuno potesse sentirmi.

Buon pomeriggio! mi dispiace per l'assenza di ieri, ma come sempre ho voluto rimediare con due capitoli! buona lettura XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora