Cammino per circa un quarto d'ora e, completamente disorienta, mi siedo su una panchina e tiro fuori il cellulare, provo ad accenderlo ma non dà segni di vita < fantastico! È scarico> sbuffo e rimetto il cellulare in borsa, aspettando che qualcuno mi aiuti.
POV CHRISTIAN
< dove diavolo è finita?> è da un'ora che sto girando alla ricerca di quella ragazza, ma sembra scomparsa, in più il suo cellulare è irraggiungibile. All'improvviso vedo una folla di bambini nel parco ammucchiata intorno ad una ragazza. Decido di avvicinarmi e quella ragazza mi sembra sempre più familiare. Elisa è circondata da alcuni bambini che ridono e scherzano insieme a lei e io sono confuso < cosa stai facendo?> si volta spaventata e mi guarda sconvolta, poi, con mio grande stupore, scoppia a ridere < gioco> dice semplicemente, continuando a prestare l'attenzione ai bambini < bimbi, lui è Christian e adesso giocherà con noi> annuncia. I bambini mi guardano con le loro espressioni infantili ed emettono versetti di felicità < aspetta ... cosa?> < dai, sarà divertente. Sai giocare a nascondino, no?> mi chiede divertita. < oh no, io non gioco> < certo che giocherai. Forza, ora tu conti e noi ci nascondiamo> non ho il tempo di replicare che è sparita insieme ai bambini. Sospiro con aria sconfitta. Infondo sarà divertente! Inizio a cercare e ,come previsto, l'ultims che mi resta da trovare è Elisa. Giro tutto il parco, ma non la trovo, quando ad un certo punto, noto una ragazza dietro ad un chiosco di gelati. Mi avvicino cautamente e la sopraffaggo, facendo sobbalzare < ti ho trovata!> urlo divertito e la stringo a me. Si districa dalla mia stretta e si allontana correndo e ridendo < non direi! Prova a prendermi> mi fa la linguaccia e inizia a correre. Ridacchio e inizio a correre in sua direzione. Anche se è notevolmente in vantaggio, non mi risulta troppo difficile raggiungerla, infatti le afferro un braccio e la tiro a me. Però il movimento avviene in maniera brusca e cadiamo entrambi a terra l'uno sopra l'altro, proprio come quella volta sulla pista di pattinaggio. Ci fissiamo negli occhi < penso che dovremmo provare un'altra posizione, che ne dici?> mormoro e ammicco. Scoppia a ridere, capendo il mio doppio senso ed entrambi ci solleviamo da terra.
Poco dopo ci sediamo su una panchina, con un cono di gelato in mano, mentre lo gustiamo in silenzio < sei ancora arrabbiata?> le chiedo < no. Hai ragione tu. Non sono nessuno per chiederti di avvisarmi dove vai o con chi sei> ridacchia < hai ragione anche tu. Mi comporto da vero idiota a volte> sussurro , fissando il gelato tra le mie mani.. <lamaggior parte delle volte> inarca un sopracciglio < ehi ti ho chiestoscusa!> mi giustifica e lei ride. È bella quando ride.
< allora, pace?> mi porge la sua mano libera. Scoppio a ridere e gliela stringo < pace> confermo con voce solenne.
< cosaci facevi con quei bambini?> le chiedo incuriosito. < io? Oh ... mi stavoannoiando. Poi quei bambini mi hanno chiesto di aiutarli a nascondersi. Diciamoche ci ha preso la mano> ammette un po' imbarazzata <ci sai fare con ibambini> mi complimento e lei è sembra disorientata dal mio commento <sì, amo i bambini. Avrei voluto un fratellino o una sorellina> mi sorride< tua madre non poteva più averli?> < no. Mio padre lavorava fuori città per lunghi periodi e mia madre non se la sentiva di crescere un altro figlio da sola> racconta e il suo sguardo si incupisce < quindi vedi pocotuo padre?> < già, ma è stato sempre presente nella mia vita. Molto piùdi alcuni padri che restano a casa intere giornate senza far niente> misorride < tipo mio padre> mormoro < cosa?> < mio padre tornava ogni sera da lavoro,ma era sempre stressata e non aveva mai tempo per i suoi figli. Credimi, non gliene faccio una colpa, solo che mi sarebbe piaciuto un padre che venisse alle mie partite di calcio o alle mie recite scolastiche. Invece era intrappolato inufficio per riunioni o progetti da finire. Forse è per questo che mio fratellonon voleva lavorare lì. Non voleva che i suoi figli passassero ciò che abbiamopassato noi> mi stringo nelle spalle, perso nei ricordi di mia mamma che cercava di tirarmi su di morale quando non vedevo papà seduto sugli spalti. Mia madre, anche con una carriera prestigiosa alle spalle, trovava sempre il modo per passare del tempocon noi e io l'ho apprezzato. Ma un figlio ha bisogno dell'appoggio, deiconsigli di una figura maschile, che io non ho mai avuto. Forse per questo hostudiato tanto per entrare nell' azienda di famiglia: per renderlo fiero di me eper catturare la sua attenzione, la sua approvazione o almeno credo. O forse perché in realtà mi piace stare a contatto con i macchinari,progettarne l'intera costruzione e osservare le varie fasi di produzione. <Chris ci sei?> Elisa mi sventola una mano davanti al naso < sì, scusamiero perso nei miei pensieri> scuoto la testa. < ho notato> mi riprende con un sorriso.> < ora che siamo di nuovo amici ... mi accompagni a casa?> < sei mia amica solo per la mia auto? Dovresti vergognarti> la stuzzico con finta aria offesa < esatto. Ora muovi il sedere e accompagnami. Grazie >si alza e corre fuori dal parco, mentre io la fisso allontanarsi con un sorriso ebete stampato in faccia.
POV ELISA
È passato qualche giorno dall'inizio del mio stage e sono già stremata. Oggi è sabato e devo passare la serata al pub. < buonasera ragazzi> saluto con un sorriso i presenti < ehi Eli> Giorgio mi abbraccia e mi stampa un bacio sulla guancia. Sento qualcuno litigare e mi accorgo che Sophia e Andrea stanno discutendo animatamente < cosa succede a quei due?> chiedo al ragazzo accanto a me. Giorgio sospira affranto < e da circa mezz'ora che stanno litigando.> < perché?> < non lo so> scuote la testa e io annuisco. Sicuramente Sophia me ne parlerà, quando ne avrà voglia. Non insisto, vado a mettermi il grembiule, ma qualcuno mi chiama < Elisa, ciao> < ciao, Stefano. Come stai?> < bene. A te?> < va tutto bene. Ho sentito che stai facendo uno stage. Congratulazioni!> < già. È davvero emozionante. Chi te l'ha detto?> < Sophia> scoppio a ridere. La solita.
< Sophia, torna qui!> urla Andrea, attirando la mia attenzione, così mi volto, giusto in tempo per vedere Sophia sfrecciare via dal pub. < Andrea, vado io>sul suo volto traspare preoccupazione e senso di colpa, ma annuisce < forse è meglio> mi rivolge un sorriso forzato. Mi precipito fuori e mi guardo intorno, cercando la biondina. < dove si è cacciata?> borbotto sottovoce. Cammino nella direzione in cui l'ho vista correre, però ormai è sera e c'è un sacco di gente per le strade. Quando decido di tornare indietro e prendere il cellulare per chiamarla, noto una ragazza seduta sul marciapiede, rannicchiata contro il muro < è pericoloso stare qui. Io lo so per esperienza> ridacchio. Alza lo sguardo su di me e la vista dei suoi occhi rossi e gonfi, mi da una stretta al cuore. Sforza un sorriso e io mi accascio al suo fianco, sedendomi a mia volta sul marciapiede, ignorando gli guardi perplessi dei passanti < sono un'idiota> Sophia al mio fianco inizia a farfugliare con voce rotta dal pianto < ti va di dirmi cosa è successo? Se non vuoi possiamo stare qui in silenzio, ma almeno sfogati un po'> le suggerisco. Annuisce< Andrea si è arrabbiato con me> < sì, lo avevo capito> < io ho solo aiutato un mio compagno di corso nella sua relazione, non ho fatto nulla di male> si giustifica, con tono ovattato e lamentoso<si è arrabbiato per questo?> le chiedo un po' sorpresa. Conosco Andrea e so per certo che non si arrabbierebbe per una simile sciocchezza, infondo anche lui ha dei compagni di corso, quindi può capire perfettamente la situazione < io non l'ho avvisato. Me ne sono dimenticata, ma io non gli farei mai una cosa del genere> piagnucola < aspetta, non ho capito bene ... tu stavi aiutando un tuo compagno e non l'hai avvisato. Allora come l'ha saputo?> sono sempre più confusa. Si asciuga gli occhi con la manica della giacca e prosegue < ci ha visti in biblioteca e ha fatto una sceneggiata. Fortunatamente mio padre non è ancora arrivato> < gli hai spiegato la situazione?>< certo! Ma non mi crede! Come può non credere alla sua ragazza? Sa che non gli farei una cosa genere, soprattutto dopo che ho aspettato tanto per stare con lui. Io lo amo Elisa e non voglio perderlo per un incomprensione!> scoppia a piangere e l'abbraccio forte. Ci deve essere qualcosa sotto. Andrò a parlare personalmente con Andrea. < non piangere, vedrai che si risolverà tutto! Però adesso vai a casa, ti fai una bella doccia calda e ti riposi. Qui ci penso io> < non posso lasciarti sola, c'è un sacco di gente!> ribatte < me la caverò. Magari mi farò aiutare da Stefano> le faccio l'occhiolino e lei ridacchia < grazie, Elisa> le sorrido poi ci alziamo < cosa dirò a mio padre?> mi chiede impaurita < le dirò che non ti sei sentita bene. Ora vai, prima che ti veda> la spintono e lei sghignazza, prima di imboccare il parcheggio. Sospiro e rientro nel locale, cercando Andrea tra la folla. Ci aspetta una bella chiacchierata.
< hai parlato con Sophia?> mi chiede speranzoso. Annuisco < l'ho incontrato più avanti e non aveva un bel aspetto> gli confesso. < ti ha raccontato tutto vero?> il suo sguardo è colpevole. Annuisco di nuovo < io però non capisco. Andrea tu non mi sembri il tipo che fa queste sceneggiate. Cosa ti è preso?> nella mia voce, non c'è traccia di giudizio < non lo so. È la prima volta che reagisco così. Li ho visti lì e mi sono passate mille immagini per la mente e mi sono ingelosito. Sono proprio un coglione> il termine usato mi fa sorridere, perché è strano sentirlo pronunciare da un tipo come lui. < io penso che se tu le parli, risolverete tutto> gli accarezzo un braccio, con fare rassicurante < lo pensi sul serio?> < certo. Voi vi amate e queste sono solo delle sciocchezze che l'amore ci fa fare quando siamo innamorati. E poi ...> mi avvicino < anch'io avrei reagito così> gli confesso ed entrambi scoppiamo a ridere. Ci abbracciamo < grazie Eli, sei una vera amica> mormora.
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Il destino ci ha fatto rincontrare
RomanceChris ed Elisa, due ragazzi con vite apparentemente diverse, si incontrano quando la ragazza decide di trasferirsi lontana da casa, a causa di alcune vicende accadute e che la ritrovano come protagonista. Tra i due scoppia subito una forte antipati...