CAPITOLO SESSANTADUE

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POV ELISA

<Tu!> la indico appena mette piede fuori dalla vettura. Sono appena tornata da Milano e ho deciso di prendere alla lettera il consiglio di Dalila. Affrontare la radice del problema. Dovevo farlo molto tempo fa < Come diavolo ti sei permessa! Perché continui a intrometterti nella mia vita, perché non mi lasci in pace?> le urlo contro, scagliandole addosso tutta la mia rabbia. Sembra sorpresa dal mio tono rabbioso e si blocca immediatamente sui suoi passi. <Scusami?> ha sul volto un'espressione quasi assente, come se cadesse dalle nubi e ciò non fa altro che irritarmi ulteriormente. A quanto pare Christian non le ha detto niente. Bene ho campo libero.

< Sai, mi sono trasferita fuori città per studiare, conosco un ragazzo e me ne innamoro perdutamente. Finalmente, dopo tanto tempo, incontro qualcuno che ci tiene davvero a me. E sai cosa ho scoperto? Che te lo scopavi, mentre ci conoscevamo e tu eri fidanzata! Tu lo sapevi, ma te ne sei fregata!>il mio tono,inizialmente pacato, aumenta gradatamente e sento che, finalmente dopo tanto tempo, riesco a liberarmi di tutti quei pensieri inespressi, i quali erano rimasti intrappolati nella mia mente e che pregavano di uscire.

< io amo Luca ... > mi risponde con un flebile sussurro, quasi impercettibile.

< lo ami? Questa è la tua concezione di amore?> scoppio in una risata nervosa, quasi isterica < e sentiamo, ami anche Christian?> spalanca gli occhi< lui per me è solo uno sfogo sessuale ... > la sua voce è insicura, tremolante, mentre mi rivela queste informazioni. <sfogo sessuale?> ripeto scioccata < mio Dio!> mi passo una mano tra i capelli <non pensavo che tu fossi innamorata di Christian, altrimenti avrei lasciato perdere. Devi credermi!> mi supplica con lo sguardo.

< crederti? Tu davvero mi stai chiedendo di crederti? Stai scherzando, vero?> Sono al limite. Tutto il mio nervosismo esce dai miei occhi sotto forma di lacrime. Tutte le bugie che ho dovuto ascoltare nell' ultimo anno, le umiliazioni e gli sguardi pietosi delle persone che conosco, mi attraversano la mente e ho paura di dover ricominciare da capo.

< tu pensi solamente a te stessa e a metterti l'anima in pace! Complimenti siete fatti della stessa stoffa. Bugiardi, egoisti ed egocentrici! Io non voglio recuperare i rapporti con persone così e sai perché? Perché darvi un'altra possibilità, sarebbe come consegnarvi l'arma con cui mi avete ferito ...> Le parole mi escono dalla bocca fluide e precise, interrotte solo da qualche singhiozzo causati dal mio pianto inespresso.

Marta è rimasta senza parole e non riesce a guardami in faccia, dritta negli occhi, esattamente come quel pomeriggio di un anno fa, quando il mio mondo è crollato, ma questa volta è diverso: la "vittima" non sono più io, bensì lei. Forse io non sono mai stata una vittima, perché io adesso, credo che, in realtà, quello che è accaduto è stata la cosa migliore che potesse succedermi. Ho capito di chi fidarmi e chi invece mi tendeva la mano solo per farmi credere che mi sarebbe stato vicino, ma aspettava solamente che io crollassi per potermi annientare completamente.

< Christian non c'entra. Lui ti ama. Non puoi lasciarlo! È successo prima che voi vi metteste insieme> < non è questo il punto> la interrompo brusca <il punto è che il solo pensiero delle tue mani sul suo corpo mi fa venire la nausea> sputo acida e vado via, lasciandola da sola, con i sensi di colpa che le logorano l'anima.

Torno all' appartamento e accendo il cellulare. Noto diverse chiamate da Christian e mi affretto a richiamarlo. Sono davvero patetica, ma dopo cinque giorni ho voglia di risentire la sua voce.  < salve> la voce di Christian mi fa battere forte il cuore < Chris, io ...> < questa è la segreteria telefonica di Chris ...> chiudo la chiamata. Ha il cellulare staccato. Rimango al centro della stanza, insicura sul da farsi. Chiamo un taxi e mi faccio portare alla sua villa. Suono più volte ma non ricevo nessuna risposta. Il mio cuore batte freneticamente e la mia mente non è più lucida.

Torno a casa e mi butto sul divano come un sacco di patate < Chris dove sei?> singhiozzo nell' appartamento vuoto.

POV CHRIS

Dopo dodici ore circa di viaggio, atterriamo in America. Sono stremato, ma non posso recarmi in albergo per almeno altre tre ore a causa delle riunioni programmate per questa giornata. Prendo il cellulare dalla tasca e premo il tasto di accensione < Chris muoviti. Ci aspettano> mi richiama mio padre. Sospiro e rimetto il cellulare in tasca. < arrivo> gli urlo di rimando e lo raggiungo sul taxi, mentre sfreccia via tra le strade di New York.

Le riunioni vanno per le lunghe e io mi rigiro la matita tra le mani. I miei pensieri vagano su una sola persona : Elisa. Non sento la sua voce da giorni, la sua risata, il suo sarcasmo. Dove diavolo è andata? Come ho fatto a non collegare tutti i fatti? Non ci volevo un genio per arrivarci, ma io non l'ho fatto. Il nome, la descrizione, corrispondevano tutti. Non posso credere che ho perso tanto tempo con quella ragazza. Non mi meraviglierebbe se Elisa non vorrebbe più vedermi o toccarmi. Su di me ci sono le impronta di Marta e non credo che riuscirebbe a sopportarlo. Sono proprio un'idiota! Sbuffo spazientito, attirando sguardi ammonitori da mio padre che ignoro deliberatamente.

Siamo nella camera d'albergo sistemo la mia roba nell' armadio, quando alcuni colpi alla porta mi distraggono dai miei movimenti. Nella camera compare mio padre con sguardo furioso. Mi tira uno schiaffo e volto la testa di lato < cosa cazzo ti è preso?> sbotta mio padre infuriato. Lo guardo confuso e irritato < davvero non lo sai? Alla riunione non facevi che sbuffare e stare immerso nei tuoi pensieri. Christian ti avverto che se è per colpa di quella ragazza io ...> < tu cosa fai?> lo interrompo incazzato < non ti fai più vedere? O mi molli un pugno?> lo provoco con sfida < non parlarmi in questo modo!> ringhia. Inarco un sopracciglio < sai papà> sputo l'ultima parola con disgusto < io non sono come te. Io non metto i soldi e il potere prima degli altri. Io adesso ho capito finalmente che nella vita ci sono cose più importanti di una stupida azienda> urlo < non urlare con tuo padre> mi avverte. Scoppio a ridere < quale padre? Quello che ha abbandonato la sua famiglia in un momento di merda? O quello che si scopava un'altra?> mi guarda torvo < tu non sai cosa è successo ...> bisbiglia < ah no? Comunque siano andate le cose, avevi il dovere di restare al nostro fianco. Al MIO fianco mentre attraversavo un periodo difficile, come fanno tutti i padri normali. Avevi il dovere di appoggiare Conor nelle sue scelte, di stargli accanto quando hai scoperto della sua dipendenza. Ma tu non lo hai fatto. Quindi risparmiati la predica del padre che pensa al bene di suo figlio> sono senza fiato, poi mi correggo oppure devo dire al bene della sua azienda> deglutisce rumorosamente < non sono stato un padre modello> rido < oh credimi, puoi dirlo forte> gli volto le spalle < ma io ho sempre amato tua madre. È stato solo un momento di debolezza> confessa, ma io non la bevo < non so proprio come la mamma sopporti la tua brutta faccia tutti i giorni> < e così che mi vedi?> chiede < da quanto tempo volevi farlo?> alzo lo sguardo e mi volto < non immagini da quanto, ma ho sempre rispettato il volere di mamma. Ma ora lei non c'è> dico ovvio, stringendomi le spalle. Mi fissa per qualche istante poi sparisce dalla mia camera. Stringo i pugni lungo i fianchi poi scaravento tutto in aria in preda ad un attacco d'ira. Prendo il cellulare e lo accendo. Devo chiamare Giorgio. Sul display appare una foto di Elisa, che ho scattato mentre dormiva e un sorriso sincero mi spunta sulle labbra. Poi noto delle chiamate perse: Elisa. Sgrano gli occhi incredulo e una scintilla di speranza si accende dentro di me. Sto per chiamarla, ma poi mi viene in mente un'idea migliore. Controllo il fuso orario e mi accorgo che ora in Svizzera saranno circa le tre del mattino. È il compleanno di Elisa! Realizzo. Dopo pochi squilli risponde < Chris che vuoi?> chiede Giorgio sbadigliando < qui sono le tre del mattino> mi informa nervoso. Ridacchio < scusami, ma devi fare una cosa per me.>

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora