CAPITOLO NOVANTASEI

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Mi chiudono in una stanza buia e fredda, mentre le sbarre si serrano alle mie spalle. Mi volto terrorizzata <Non potete rinchiudermi qua dentro! Sono io la vittima qui!>  grido disperata, afferrando le sbarre gelide al tatto. < Certo dite tutte così> risponde indifferente una guardia aldilà del metallo che ci separa, con le mani infossate nelle tasche e lo sguardo gelido su di me.  < Siete delle ragazze disperate e per farvi notare inventate queste storielle da quattro soldi. Ma questa volta bella mia ti hanno beccata!> continua acido e privo di sensibilità e io lo guardo incredula di fronte a tanta crudeltà. Non dico una parola. Non saprei cosa dire e mentre tutto il mondo fuori grida che sono colpevole, mi raggomitolo sul letto, racchiusa nel pianto di un innocente.

POV CHRISTIAN

<Come cazzo è potuto succedere?! Dimmi come cazzo è successo?!> sbraito contro i miei genitori e loro si scambiano occhiate lunghe e imbarazzate, mentre io divento sempre più nervoso e irritato dal loro silenzio.  < Christian ti prego calmati!> mia madre cerca in tutti i modi di calmarmi e parlarmi, ma l'allontano furiosamente con una mano. < Come faccio a calmarmi! Elisa è stata arrestata! Ti rendi conto! E' lei la vittima, mamma!> ringhio ferocemente e mia madre barcolla all'indietro per lo spavento.<Christian non urlare contro tua madre! Troveremo una soluzione> mi rimprovera mio padre anche se dalla sua espressione capisco che non trova soluzioni che possano aiutarci a risolvere il problema. < Ma come hanno fatto?> si domanda mia madre sottovoce. < Come hanno fatto a costruire questo alibi quasi perfetto?> < Quasi?> la riprendo incredulo < E' perfetto, per questo Elisa è dietro le sbarre!> Mia madre scuote la testa <Non è perfetto, perché c'è qualcosa che ci sfugge, ma non riesco a capire cosa>. Mi gratto la nuca e ripenso ai filmati che abbiamo visionato quella mattina. In effetti ora che ci penso, anche a me pareva che qualcosa non andasse, come se quelle scenette fossero state create apposta. E poi cosa c'entra la bibliotecaria con questa storia? Marta e Stefano sono davvero i suoi figli? Ho bisogno di risposte. < Mamma devi raccontarmi di Rosa e Francesca Weiss. Subito> Mia madre resta interdetta e non mi risponde, mentre mio padre si accomoda sulla poltrone e incrocia le braccia al  petto, nella tipica posizione di quando affrontava un argomento molto serio. < Ti racconterò io tutta la storia se non ti dispiace>. Annuisco e mi accomodo di fronte a lui, impaziente.
< Tuo nonno e il signor Weiss erano molto amici e decisero di fondare una società insieme>.
<La nostra> puntualizzo.
< Non era solo nostra in principio. Tuo nonno e il suo amico hanno fatto tanti sacrifici e quando il signor Weiss si ammalò, decisero che era arrivato il momento di passare l'eredità alle nuove generazioni, ovvero me e le figlie del signor Weiss>
< Le figlie del signor Weiss? Non mi dire che ...>
< Francesca e Rosa sono sorelle. Molto diverse a dire il vero. Francesca è molto sveglia e brava negli affari, sua sorella, seppur la maggiore delle due,  era svogliata e aveva voglia solo di sperperare la fortuna di famiglia. Il signor Weiss l'aveva notato e decise di affidare la società solo alla figlia minore. Così fu per molti anni e Rosa scomparì dalla circolazione, fino a poco tempo fa immagino> Rimasi imbambolato per un po',poi mi ripresi< Elisa frequenta la biblioteca, la incontrata lì > spiego e mio padre annuisce.
< Quindi adesso vuole riavere ciò che le appartiene di diritto?> chiedo titubante.
< Non lo so. Francesca ha venduto a me le sue quote perché si era sposata, aveva figli e non aveva più tempo per il lavoro. Sembra quasi che voglia vendicarsi con la nostra famiglia, screditarci o qualcosa del genere...>. <Screditarci dici?> ci rifletto su, poi chiedo nuovamente < Ma non ha senso. Infondo se si parla di gelosia o riscatto, non sarebbe logico vendicarsi con la sorella?> mio padre scuote la testa confuso. < Figliolo chi lo sa cosa passa per la testa di queste persone>. All'improvviso un pensiero mi balena nella mente e chiamo mia madre a gran voce, pochi secondi dopo sbuca dalla cucina < Christian c'è bisogno di urlare così tanto?> < Mamma, Rosa Weiss ha due figli Stefano e Marta, giusto?> mia madre annuisce spaesata < Papà ho capito perché ce l'hanno con noi e so per certo cosa vogliono fare, ma non so come incastrarli> < Per via dei video?> Annuisco demoralizzato. < Però è strano> mormora mio padre < Che una persona esca di casa solo per mezz'ora al massimo. Insomma noi solo per andare in centro ci vuole mezz'ora in auto> a quelle parole alzo lo sguardo e sorrido raggiante. <Papà sei un genio!> <Cosa?> < Niente. Te lo spiegherò dopo> urlo ed esco velocemente di casa alla ricerca di Giorgio.

<Christian questa si chiama effrazione e noi due potremmo andare in carcere per questa cosa!> mi rimprovera Giorgio dopo avergli proposto la mia idea. <Giorgio so come funziona. Mia madre è un avvocato, sai?> < E chi se lo dimentica?>  <Allora ci stai o no?> Giorgio mi guarda sconfitto e annuisce lievemente < Ti sto contagiando con i crimini> < Pare di sì. Ci vediamo stasera qui. Puntuale>

La sera, dopo esserci assicurati che in quella casa fossero tutti a letto da un pezzo, ci intrufoliamo in casa, grazie ad alcuni attrezzi che ho trovato nel garage. La porta alle nostre spalle si chiude delicatamente e io e Giorgio ci scambiamo un'occhiata di intesa. < Pronto?> bisbiglio < Prontissimo> mi passa una torcia e nel silenzio totale ci intrufoliamo nel buio della casa illuminando le pareti e i mobili che mi appaiono così terribilmente familiari <Hai trovato qualcosa?> sussurra Giorgio dietro di me, coprendomi le spalle. <Credo di sì. Giorgio ti ricordi l'edificio abbandonato in cui ...>non riesco a terminare la frase < in cui Elisa è stata tenuta in ostaggio? Certo, perché?> prendo un respiro < Questo posto  è identico> < Cosa vorresti dire? Spiegati> < Voglio dire, in quei video le uscite duravano massimo mezz'ora come per dimostrare che non si erano mai allontanati da questa zona. E se ti dicessi che quelle riprese non sono state fatte qui ma nel magazzino? Sono praticamente identiche all'interno>  Giorgio rimane in silenzio < E tu ricordi com'era?> Annuisco anche se non può vedermi < Ricordo che la mia prima impressione è stata che fosse il luogo sbagliato. Insomma chi porterebbe il suo ostaggio in una casa pulita e tutta sistemata? Invece serviva a questo. Astuti non l'avrei mai pensato> Ad un certo punto sentiamo dei rumori e dei passi. < Cazzo! Dobbiamo andarcene di qua. Ora!> Velocemente spegniamo le torce e usciamo di casa. Una volta per strada, comincia a correre verso la mia auto con Giorgio alle calcagna < Cosa vuoi fare adesso? Mi sembri un pazzo!> < Dobbiamo tornare in quel magazzino. Ho bisogno di certezze. Se la mia tesi è esatta , ti giuro che ritorno qua e li ammazzo> detto questo, sfreccio nella direzione di quel luogo maledetto, in cui tutto ha avuto inizio.

Buonasera! Finalmente dopo tanti impegni sono riuscita a trovare un po' di tempo per scrivere un nuovo capitolo! Buona lettura XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora