CAPITOLO NOVANTADUE

124 5 0
                                    

< così piccola, oh sì sei proprio una puttana coi fiocchi ...> ansima Stefano sopra di me, mentre spinge con tutte le sue forze. Cerco disparatamente di chiudere gli occhi e di immaginare Christian al suo posto, ma è veramente difficile farlo. Ricaccio indietro le lacrime che minacciano di uscire; non voglio piangere davanti a loro, perché darei loro la soddisfazione di essere riusciti a piegarmi e non l'avranno mai, non dà me. Mentre spinge con più forza, stringo gli occhi e i pugni. < abbiamo finito bambolina> annuncia con orgoglio, poi si piega su di me e mi sussurra < ci vediamo più tardi> ammicca ed esce ridendo dalla stanza.

Un grido acuto risuona nella stanza e mi sveglio di soprassalto a causa delle urla di Chris che chiama disperatamente il mio nome < Elisa, ti prego svegliati!> apro gli occhi e il suo viso mi penzola davanti agli occhi < oh mio Dio> tira un sospiro di sollievo < stavi urlando come una matta> dice e mi rendo conto di essere stata io a gridare < mi dispiace> mormoro con voce roca < non scusarti ...> nel suo tono traspare il senso di colpa che si porta dietro da quando mi ha trovata < cosa hai sognato?> mi chiede apprensivo e sta per prendermi le mani, ma poi ci ripensa. Mi fa male averlo così vicino ma non poterlo toccare. Perché mi succede solo con lui? Sto per rispondere < io ...>Ad un tratto però il medico entra di soppianto in camera, insieme ai miei genitori e alle mie amiche < buongiorno! Dormito bene?> mi rivolse un sorriso gentile e io sono costretta a ricambiare. Odio quando la gente mi guarda così, con compassione e pietà e non lo sopporto. Voglio dimenticare, cancellare le ultime 72 ore della mia vita, ma non posso farlo. < ho delle ottime notizie per te. Puoi tornare a casa, ma devi venire qui una volta a settimana,per la terapia> lo guardo confusa < terapia? Io sto bene non ho bisogno di una stupida terapia> ridacchio nervosa, ma i loro sguardi sono seri e preoccupati < Elisa, tesoro hai subito un forte trauma ...> < mamma smettila di trattarmi come una bambina! So cosa mi è successo, non c'è bisogno di sbattermelo in faccia> urlo e Christian si avvicina a me < Elisa, per una volta non essere testarda ...> mi prega con lo sguardo e decido di arrendermi.

POV CHRISTIAN

Sospira rassegnata e annuisce debolmente < grazie ...> mormoro, poi mi rivolgo al medico e gli bisbiglio < vorrei parlare con lei ...> mi guardo intorno per vedere se qualcuno ci stia ascoltando, ma sono intenti ad aiutare Elisa a scendere dal letto, mentre la ragazza sbuffa infastidita. Alzo gli occhi al cielo e sorrido non cambierà mai! < certo, venga nel mio ufficio> la voce dell'uomo di fronte a me, mi distrae dalla scena che si svolge alle nostre spalle e usciamo frettolosamente dalla stanza. < prego per di qua> mi invita con un gesto e lo seguo in silenzio per tutto il tragitto. Entriamo in un'altra stanza e il dottore chiude la porta alle sue spalle < prego si accomodi> mi indica la sedia e io mi accomodo < allora, di cosa vuole parlarmi signor Becker?> mi chiede gentilmente, non distogliendo gli occhi da me < io ... volevo parlarle di Elisa ... > comincio < beh non avevo dubbi ...> sorride , poi torna subito serio < perché si comporta come se non fosse successo niente? Forse mi sono inventato tutto, forse non è vero che hanno abusato di lei e mi sono lasciato trasportare dalla fantasia io ...> < Christian si calmi. Purtroppo ci sono dei segni piuttosto evidenti sul suo corpo e le analisi fatte non mentono > mi spiega in un sospiro. < ogni persona è diversa. C'è chi ad esempio dopo un trauma entra in uno stato di shock e questo non è il caso della signorina Beltrani. Poi c'è qualcuno, come la ragazza in quella camera, che riesce a metabolizzare la cosa semplicemente ignorandola. Come se non fosse mai successa ed è per questo che insisto nella terapia. Deve sfogarsi altrimenti potrebbe entrare in depressione o cos'altro. Mi dica, evita il contatto umano?> si abbassa gli occhiali sul naso e mi fissa paziente. Ciò che ha detto non fa una piega, ma infondo è lui il medico, non io. Prendo un profondo respiro < non mi pare. Insomma le sue amiche, i suoi genitori l'hanno abbracciata e lei non ha mosso un muscolo. Però ...> deglutisco faticosamente < però ...?> mi incinta a continuare < io le ho preso la mano e lei si è ritratta quasi immediatamente ...> annuisce poi si stende sullo schienale < capisco ...> mormora sovrappensiero < cosa potrebbe significare?> chiedo con il groppo in gola < non ne sono certo, ma credo che Elisa inconsciamente attribuisca la colpa dell'accaduto a lei, signor Becker> < cosa?!> < è solo una supposizione, ma sono abbastanza sicuro che sia così. Posso però dirle che è solo una fase , probabilmente avete avuto una forte discussione o ... > < ci siamo lasciati> lo interrompo < cioè, io ho combinato un casino e ...> < bene, questo può esserne una causa. Le assicuro che con la terapia andrà meglio> < lo spero>

POV ELISA

< Elisa, cerca di chiamarci più spesso> piagnucolano mia madre e le mie amiche sulla soglia della porta con le valigie < certo, lo farò> le rassicuro con un sorriso < allora noi andiamo> mio padre mi abbraccia e, mentre si avviano verso l'auto, sventolo una mano in saluto. Richiudo la porta e osservo i miei amici in piedi sulla porta < cosa succede?> chiedo confusa e divertita < niente, ma abbiamo deciso di accamparci qui> mi spiega Sophia e io li fisso con un sopracciglio alzato < anche se dicessi di no, voi non mi ascoltereste quindi ... vado a preparare da mangiare> mi avvio verso la cucina ma Chris mi precede < ci penso io> mi sorride <oh , okay> torno in soggiorno e mi metto a parlare con gli altri, mentre mi raccontano cosa è successo < ero venuta qui, come avevamo detto, ma ho visto che l'intero appartamento era a soqquadro e tu non c'eri ...> Sophia inizia a spiegarmi come si sono accorti della mia scomparsa < insomma era insolito. Poi ho provato a chiamarti al cellulare ma era staccato. Ho cominciato a preoccuparmi e ho chiamato Giorgio che si è precipitato qui, poi siamo corsi in chiesa per fermare la cerimonia ...> < quindi non si sono più sposati?> chiedo senza nascondere la mia soddisfazione < già ...> Sophia mi sorride < ma non sai perché ti abbiano rapita? Insomma deve esserci un motivo ...> annuisco < avevo scoperto che Christian non era il padre del bambino. Le date non coincidevano e tutto era troppo strano. A quanto pare volevano tapparmi la bocca e fargliela pagare a Chris ...> confesso < e cosa avrebbero dovuto fargli pagare?> Giorgio tossisce < io penso che sia l'ora di mettere un bel film, che dite?> interrompe la conversazione con una note d'allarme e io socchiudo gli occhi. Lui sa qualcosa e io voglio sapere ... < allora vediamo ...> intanto i ragazzi si sono precipitati a prendere il computer e a sfogliare la lunga lista di film < mettiamo un horror? > mi chiedono in coro. Annuisco felice, ma una voce alle mia spalle mi contraddice < assolutamente no! Elisa non credo abbia voglia di vedere tutto quel sangue dopo quello che ha passato> dice Chris, poggiando sul tavolo una ciotola di pop corn caldi < hai ragione> si scusa Giorgio < allora ... un thriller, un film d'amore ...> Chris scuote la testa e io comincio a innervosirmi < perché non vediamo Barbie ?> esordisco sarcastica e il ragazzo annuisce entusiasta < ottima idea!> lo guardo sbalordito < Christian io sono qui se non te ne sei accorto> lo riprendo acida < lo so> mi osserva confuso < bene, puoi evitare di prendere le decisioni al posto mio? Per me un horror va bene, mi piace > < lo so ma non va bene vederlo nelle tue condizioni ...> < quali condizioni? Christian non sono malata, non sono mentalmente instabile. Sono qui viva e vegeta davanti a te se non te ne sei accorto!> < credi che non me ne sia accorto?> urla di rimando, mentre gli altri ci fissano ammutoliti < e allora? Si può sapere che hai?> < SEI STATA STUPRATA ELISA, ecco cosa ho!> le sue parole riecheggiano tra le mura di questa casa < e non so perché tu faccia finta di niente ma questa è la realtà. Non puoi comportarti così, devi affrontarlo,altrimenti sarà più difficile con il tempo > <credi che non lo sappia?!> grido con tutto il fiato che ho e con le lacrime agli occhi < so cosa ho passato, so cosa è successo! Ma non per questo non posso vedermi un fottuto film! Non per questo devo smettere di vivere, Chris. non c'è bisogno che tu me lo ricordi, non voglio la vostra compassione! Christian tu non sai cosa ho passato perché tu non c'eri. Tu non ci sei mai stato!> detto questo corro verso la mia camera e mi rinchiudo all'interno, non prima di aver visto il volto pallido e ferito di Christian.

�p�ܼ�v

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora