CAPITOLO DICIASETTE

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La notte scorsa l'ho trascorsa in bianco. Ho passato ore e ore a girarmi e rigirarmi nel letto, tra le coperte, cercando di scacciare dalla mente, le immagini di tutti coloro che hanno riso di me. Sento ancora nelle orecchie i loro bisbigli, i loro risolini e nei mie occhi vedo ancora le loro occhiate disgustate. Mi siedo sul letto, portando le ginocchia al petto e poggiando la testa su di esse. Le lancette dell'orologio si muovono lentamente e il loro ticchettio mi fa da ninna nanna, mentre cado finalmente nel sonno.

<ragazzi portate giù le valigie. Tra 5 minuti si parte o perdiamo l'aereo> grida Gabriel dal piano inferiore. Ricontrollo per l'ennesima volta la valigia e, dopo essermi accertata di aver preso tutto, mi precipito fuori dalla stanza. Purtroppo inciampo e chiudo istintivamente gli occhi, in attesa dell' impatto contro il pavimento che però non arriva. Apro gli occhi e due braccia muscolose sono avvolte intorno alla mia vita. Sgrano gli occhi e alzo lo sguardo, incontrando quello del mio salvatore: Christian. < A quanto pare ti piace stare tra le mie braccia!> dice soddisfatto. Sbuffo spazientita e, seppur controvoglia, mi divincolo dalla sua presa. <Lasciami immediatamente! > sbotto infuriata. Chris esegue immediatamente, ferito, quasi, dal mio atteggiamento ostile.

< Io ... senti mi dispiace okay? Ho esagerato>

< Hai esagerato? Christian tu mi hai umiliata davanti a circa 400 persone! Mi hai trattato come spazzatura e cosa riesci a dire ? scusa? Io non so che farmene delle tue ridicole scuse! Vai al diavolo! > gli urlo contro con tutta la rabbia che ho in corpo, perdendo quasi del tutto il fiato.< so che ti ho ferito ma lasciami spiegare. Per favore ascoltami ...> si avvicina pericolosamente a me, mettendo le sue mani sulla mia vita < ho detto di non toccarmi! > ringhio e obbedisce alla mia richiesta. < io non voglio più ascoltarti, Christian. Sono stanca di te e del tuo carattere da donna mestruata. Sei un uomo! Cresci! Non puoi trattare così la gente, perché potrai anche essere qualcuno nel tuo schifo di mondo ma qui tra noi comuni esseri mortali > sorrido sarcastica < non sei altro che un bambino viziato!>

< non sai un cazzo di me ! non ti permettere!> mi riprende gelido, ma questa volta non mi lascio intimorire. < io so quello che ho visto e che tu mi hai fatto conoscere. Perciò se devi prendertela con qualcuno, fallo con te stesso> sussurro riprendendo fiato. < non dirmi ciò che devo fare> appoggia una mano sul mio braccio e stringe forte, facendomi male. < Chris mi fai male!> piagnucolo per il dolore, sperando di farlo tornare in se. È arrabbiato, lo si legge negli occhi. < Chris!> grido forte e piango per il dolore atroce al braccio. Alza lo sguardo e il suo si sposta dal mio viso al mio braccio, incredulo, e molla subito la presa. Il senso di colpa si è impossessato del suo corpo e trema leggermente. < Elisa mi dispiace , non so cosa mi sia preso ...> si giustifica. Mi scosto velocemente da lui e lo guardo negli occhi. < scommetto che anche questo non è colpa tua! Ti odio Christian! Ti odio!> sgrana gli occhi e mi allontano velocemente, dimenticandomi della mia valigia.

Il ritorno in Svizzera è stato piuttosto tranquillo e silenzioso, interrotto da qualche osservazione di Gabriel, sull' evento della sera precedente, a quanto pare un grosso successo. Sophia e Andrea, dopo quello che è successo, hanno deciso di viaggiare in aereo con noi, per starmi più vicini, rinunciando a stare qualche giorno da soli. Mi sento in colpa per averli privati della loro privacy,in questo ultimo periodo si sono avvicinati molto, ma ne sono grata. Anche Giorgio mi è stato vicino, mi ha fatto ridere e divertire durante tutto il viaggio, anche se è durato poco più di un paio d'ore. Per quanto riguarda Christian, mi ha rivolto delle occhiate, che, però, non ho mai ricambiato. Non mi scuserò per ciò che ho detto, perché in quel momento le pensavo davvero, anche se ora sono divorata dai sensi di colpa; non scorderò facilmente il suo sguardo ferito quando gli ho gridato quelle parole, ma in fondo, lui dov' era quando sono stata umiliata e derisa? Ah già, è stato lui a umiliarmi e a ferirmi.

< principessa! Come va?> dopo il viaggio in Spagna io e Giorgio siamo diventati buoni amici e viene a trovarmi spesso a lavoro.< ti prego, odio quei nomignoli!> < davvero principessa! Mi dispiace ... principessa> mi prende in giro. Gli lancio lo straccio che ho in mano, che gli finisce dritto in faccia. Scoppio a ridere < però! Buona mira!> si unisce alla mia risata< Sei davvero carino! Potresti usarlo per conquistare le ragazze> < simpatica!> mi fa la linguaccia. Ricambio il gesto e scuoto la testa ridendo. < dico sul serio, come stai?> mi chiede Giorgio, con espressione seria. < sto bene, sul serio> <farò finta di crederci> dice con finto disinteresse, mentre sistemo le bottiglie di vodka sullo scaffale < Christian sta una merda, se questo può farti sentire meglio> sussulto a quelle parole. Perché mai dovrebbe stare male per me? Ma se fosse vero? Una piccola speranza nasce dal profondo del mio cuore< vedo che ho attirato la tua attenzione> mi riprende Giorgio con un sorriso < sul serio, sta molto male> < immagino> ribatto sarcastica < so che è stato uno stronzo, ma credimi non è sempre così > < basta con questa storia che lui è un angelo e io sono la strega di turno. Ha 24 anni! È un uomo! Deve imparare ad assumersi le sue responsabilità!>sbotto spazientita < cosa vuoi che faccia allora?>domanda esausto di tutta questa storia. Cosa voglio? Non lo so neanch' io. < non lo so ... > sospiro. < ehi, si risolverà tutto. Ho capito ciò che provi per lui. Abbi pazienza> < cosa? Come fai a ...?> < fidati, si capisce benissimo> arrossisco, imbarazzata dal fatto di essere stata scoperta. Giorgio si limita a guardarmi divertito < ci vorrebbe una come te nella vita di Christian> mi confessa < peccato che questo non succederà mai> pronunciate queste parole, la porta del locale si apre, rivelando un Christian sorridente in compagnia di alcune sue ... amiche. E lui era triste per me ? rivolgo un occhiataccia a Giorgio, il quale mi guarda con aria di scuse e mi dirigo sul retro, così da non vedere nessuno. Almeno per un po'. Ad un certo punto, sento dei passi raggiungermi < sei venuto qui per ripetermi quanto dispiaciuto sia Christian? > mi volto, ma non è affatto Giorgio. È Christian.

<che ci fai qui? Le tue amiche si trovano fuori> osservo con noncuranza, continuando a sistemare gli scaffali. Ti prego Sophia, vieni a tirami fuori da questo pasticcio! Prego silenziosamente. < sono qui per te> il mio cuore perde un battito. No! Non devo cedere. < che vuoi Christian?> questa volta gli presto tutta la mia attenzione,curiosa di sapere cosa ha da dirmi. < voglio scusarmi per quello che ti ho fatto l'ultima volta che ci siamo visti> mi guarda dritto negli occhi e io devo distogliere lo sguardo < Christian, ti prego sono stanca. Ne ripariamo un'altra volta.> < no! Dobbiamo parlarne adesso! Non ce la faccio più a continuare ad ignorarci! Ci incontriamo sempre qui e non voglio che tra di noi ci siano problemi> < sei tu che continui a creare problemi! Non lo capisci? Che bisogno c'era di umiliarmi così davanti a tutti? Volevi sentirti forte o potente? Bravo, i miei complimenti! Ma ricordati che sei stato solamente un verme!> sputo acida. Christian sussulta a quelle parole < allora è proprio vero che mi odi > si lascia sfuggire una risata amara. Sospiro affranta < non è questo il punto Chris. io ... > non so cosa dire. Non posso dirgli ciò che provo. Non adesso. Non sono sicura neanche dei miei sentimenti; insomma ho appena ammesso a me stessa di provare qualcosa nei suoi confronti, ma potrebbe essere semplicemente una cotta. <Elisa, mi dispiace. Il nostro rapporto è stato di continui bassi. Ti prego, lascia che ti dimostri chi sono veramente > ormai è praticamente a due centimetri da me e sento il mio cuore saltarmi dal petto a quell' improvvisa vicinanza. < io ... ehm ... ok> cavolo! Sto balbettando!. Mi sento un'idiota. Mi rivolge uno dei suoi sorrisi speciali e io vado in fiamme. Il suo viso si avvicina al mio e io mi alzo sulle punte, considerando la differenza di altezza. Ma proprio mentre le sue labbra stanno per sfiorare le mie ...  < ehi Eli , sei qui ? abbiamo bisogno di te > appena ci vede, si ferma di colpo e io e Christian ci separiamo rapidamente. La situazione è piuttosto imbarazzante. < ehm .. si arrivo > < ti aspetto di là> Andrea si allontana e io tiro un sospiro di sollievo. < io devo andare> Christian mi tira per un braccio < dammi un'altra possibilità> < okay ...> e so di aver appena firmato la mia condanna a morte.



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