Cap 53. Dimmi il tuo nome!

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Castiel stava precipitando nel nero. Un lungo e profondo nero senza fondo.

Sono solo! Sto morendo!!

Sentì poi una mano afferrarlo e d'un tratto non si sentì più precipitare.

Tu non sei solo! Non sarai mai solo! Nessuno è solo! Disse una voce celestiale.

Castiel avrebbe voluto rispondere alla voce. Dirle che si sbagliava, però poi si ricordò che aveva i suoi amici e per la prima volta nella sua vita, quasi rimpianse di non poter vedere un'ultima volta la sua famiglia.

Chi era quella voce, tanto modesta e gentile, che gli aveva risvegliato quei sentimenti per la sua famiglia, così sopiti?

"Dimmi il tuo nome!" gridò Castiel, ma non ricevette risposta.



Si risvegliò nel suo letto, madido di sudore. Fece fatica ad addormentarsi quella notte.



*

Quel giorno si diresse in ospedale per sentire ancora il medico per Jensen. Stava uscendo in quel momento, quando un pianto di una ragazza, lo attirò.

Il pianto veniva da una ragazza, che stava piangendo, semi rannicchiata a metà sulla strada e il marciapiede, poco fuori l'ospedale. Era appoggiata ad un muretto.

"Signorina, non dovrebbe stare qui." le disse gentile, cercando di prenderle la mano.

La ragazza aveva dei capelli biondi e ricciolini, all'altezza delle spalle.

"Nessuno può aiutarmi. Nessuno mi aiuta." Disse la donna.

Castiel ebbe un flash improvviso del sogno della notte scorsa.

Sono solo! Sto morendo!!



"Tu non sei sola. Nessuno è mai solo." Disse Castiel.

La ragazza lo guardò con i suoi occhi castani. Aveva gli occhi di un cerbiatto e la faccia gonfia di pianto.

La ragazza gli porse la mano e Castiel l'aiutò a tirarsi su.

"Guarda le stelle. I grandi re del passato, ci guardano da quelle stelle, perciò quando ti senti solo..."

"Ricordati che quei re saranno sempre lì a guidarti..." continuò Castiel.

"E ci sarò anch'io..." dissero infine, in coro.


La ragazza rise imbarazzata.

"Il re leone era uno dei miei cartoni animati della disney preferiti."

"Anche il mio...posso sapere il tuo nome?"

"Jo. " disse la ragazza.

"Nome adorabile. Io sono Castiel, cosa posso...."

"Maledizione, la vecchia carretta doveva mollarmi proprio adesso!!" si lamentò un signore.

"Scusami. Torno subito." disse Castiel, che non era mai rimasto indifferente davanti a queste cose, nonostante avesse vissuto da segregato con quelli dell'organizzazione.

Aiutò il signore a spingere la macchina e finalmente riuscì a ripartire.


"È davvero un gran bravo ragazzo." disse l'uomo.

"Si figuri. Adesso devo tornare dalla ragazza che era con me. Arriv..."

"Quale ragazza? Era solo, prima." Disse l'uomo.

"Ne è sicuro? Eppure stavo parlando con una biondina, riccia..." disse Castiel, voltandosi, ma la ragazza era sparita. "DOV'È ANDATA??" si agitò.

"Ma al telefono? Perché l'assicuro che era da solo. Ho ancora una vista buona."

"Senta, lei stava guardando la macchina, le dico che..."

"Io no. La stavo osservando da qualche minuto e sinceramente...sembrava un pazzo che parla da solo...mi perdoni." Disse un bambino, passando con lo skate.

"Dio mio..." disse Castiel.



Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora