Cap 60. La lavanda gastrica

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Quel giorno, Jensen stava peggio del solito. Non sapeva se era una coincidenza, oppure se la suggestione di quello che stava andando a fare, dava al suo corpo la sensazione di sentirsi peggio, ma non si era mai sentito peggio, realmente.

Non aveva quasi chiuso occhio, costringendo così Jared a fare lo stesso, visto che cocciutamente, come un amante dolcissimo d'altri tempi, si mise ad accudirlo, a fargli le carezze, a proporgli giochi da tavola come distrazione, a parlargli continuamente per distrarlo.

Jensen non poteva bere e non poteva mangiare nulla prima di andare all'ospedale, così da quando era stato al ristorante la sera prima, non aveva toccato più niente e probabilmente era quello che lo faceva stare così male, non le decine e decine di persone che affollavano l'ospedale e la sala d'attesa aspettando di essere chiamate.

Jared aveva gli occhi stanchi e la preoccupazione stampata in viso, eppure continuava a stargli vicino, così come Bobby, John e Castiel.

Jensen si appoggiò ancora a Jared, strofinando la testa sul suo collo.

"Mi dispiace di averti tenuto sveglio stanotte."

Jared gli sorrise. "Non è stato poi così male, anzi, mi è piaciuto, sai? Era proprio come essere una coppia sposata, mi piace prendermi cura di te come se fossi la tua mogliettina."

Jensen sentì dei brividi attraversargli tutto il corpo.

Coppia sposata.,.mogliettina...okay, era stato lui a cominciare a dirlo, ma ora queste parole stavano saltando fuori più spesso di quanto avrebbe pensato.

Ma voluto?

Non era sicuro che avrebbe potuto dire anche più spesso di quanto avessi voluto, perché non era sicuro che ci fosse un limite a quanto lo volesse. Non ci aveva mai pensato, ma ora...

Cercò di scacciare questi pensieri. Doveva concentrarsi ora.



Tre ore dopo, Jensen era in completa agonia. Aveva fitte brucianti al petto, per via dell'astinenza. Si sentiva dolorante, stanco e assetato. Tutt'intorno c'erano dei vigilanti nel corridoio, per assicurarsi che i pazienti non aggredissero qualcuno per via della troppa astinenza.

Jensen si sentiva svenire, poi dopo quelli che parvero secoli, finalmente lo chiamarono.


"Il signor Ackles?"

Jared si mosse automaticamente ad entrare nella stanza con lui, ma il dottore lo fermò.

"Non può entrare."

"Sono la sua anima gemella." Disse Jared, in tono acido.

Il dottore sussultò. "M-mi scusi. La prego, entri pure."


Il dottore fece accomodare Jensen nello studio e fece accomodare Jared in una stanza adiacente per parlargli da solo. Riferì subito a Jared, a che cosa sarebbe andato incontro Jensen.

"Il corpo di Jensen è fortemente aggredito da questo batterio che proprio come un parassita agisce da sanguisuga e lo disidrata. Ha bisogno di sempre più liquidi e l'acqua non gli basta, quindi ricerca il sangue, di cui lui stesso viene privato in piccole parti. Occorre espellere del tutto il batterio. Ucciderlo. Una chemioterapia forse ucciderebbe il batterio, ma anche le cellule sane. Abbiamo pensato a un nuovo tipo di lavanda gastrica, che è ancora in fase sperimentale, ma sembra piuttosto efficace. È risultata parecchio efficace contro molti tipi di batteri e virus e anche contro questo."

"Basta una semplice lavanda gastrica?" chiese Jared basito.

"Sembra una bazzecola a dirla così, ma le assicuro che Jensen sentirà molto dolore. Avrà l'impressione di sentire tutto il sangue bollire da dentro. Saremmo costretti a trasferirlo in una stanza d'isolamento per non far sentire le urla ai pazienti e farli scappare terrorizzati prima di sottoporsi allo stesso trattamento." Disse il dottore, franco.

"Diosanto...se lo lasciate da solo, Jensen potrebbe morire. Lasciate che stia con lui, vi prego."

"Stare con lui è una necessità, piuttosto che un permesso, altrimenti si riprenderebbe molto più lentamente." Disse il dottore.

"Quindi...uhm..va bene per la lavanda, ma che mi dice della trasfusione? Il dottore che ho sentito a Venezia, mi ha detto..."

"Sì, la trasfusione. Di quella ne parleremo una volta effettuata la lavanda gastrica."

"Dottore, Jensen tornerà completamente a posto dopo...dopo questo?"

"Dipende quanto Jensen è in grado di sopportare il dolore, ma sì, il grado di successo di questa operazione è quasi del tutto garantito."

"Deve essere...sconvolgente per voi medici...dover parlare...ed avere a che fare con tutto questo." Disse Jared.

Il dottore lo guardò intensamente per alcuni secondi, poi disse.

"Lei ha già sentito l'esclamazione *mi sono svegliato in un mondo che dorme* , Jared?"

"Certo. È una citazione del libro La zona morta , di Stephen King."

Il dottore sorrise compiaciuto.

"È quello che ho pensato anche io, ogni giorno, ogni maledetto giorno, da quando faccio questo lavoro. La gente muore e nessuno fa niente, anche noi medici siamo spesso impotenti di fronte a questo. La gente ci lascia dopo averci amato, ci tradisce oppure muore, e anche di fronte a questo siamo impotenti....poi mi sono svegliato un giorno e ho visto...scoperto...realtà sconvolgenti rivelate in un semplice tg, dove fino al giorno prima si parlava di ordinari massacri. Finalmente, si parlava di cose davvero sconvolgenti. Vampiri, super soldati, anime gemelle! Per la prima volta ho potuto dire: Mi sono svegliato in un mondo vivo e anche io ora mi sento vivo."


"È...bellissimo quello che sta dicendo...ma...visto che parliamo di super soldati, Jensen mi ha rivelato la sua più grande paura. Se anche dovesse scacciare il virus, ha paura che non potrà più tornare a essere lo stesso. Non fisicamente. È così?"

"La lavanda gastrica cui lo sottoporremo comprende la pulizia di ogni componente artificiale che abbia invaso il suo corpo. Jensen tornerà alla normalità, Jared."

"Lui...lui ha...qualcosa nella testa...dice che è una specie di dispositivo...gli toglierete anche quello?"

"Sì."

"Okay. Senta, quando Jensen starà bene e prima della trasfusione, vorrei fare anche io delle analisi...alla testa."

Il dottore lo guardò preoccupato. "È malato?"

"Io...no....ma...devo essere sicuro che Jensen non rischi niente..." disse Jared, raccontandogli brevemente cosa era successo quando Jensen gli aveva sparato con quella pistola speciale.

"Non dovrebbe rischiare nulla e neanche te. Se ti sono ritornati tutti i ricordi e tu stesso mi dici che hai fatto delle analisi e la macchia è scomparsa, non dovrebbero esserci pericoli, ma faremo dele analisi comunque, per sicurezza." Lo rassicurò il dottore.

"Bene"

"Ora basta con le chiacchiere. Andiamo. Vi porto nella stanza d'isolamento per cominciare."

Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora