Sam e Jensen erano tornati a Venezia, nella casa di Jared. In quel momento, Sam era in piedi davanti al salotto, a guardare le fotografie dei suoi genitori, tenendole in mano. I suoi genitori che tenevano in braccio un frugoletto di pochi mesi, avvolto in una copertina bianca.
Sam accarezzò quella fotografia, con i pollici delle mani.
Sussurrò: " Ho sempre vissuto...come se avessi solo te, Jensen...ma non era così..."
"Mi dispiace." Disse Jensen tristemente.
Sam lo guardò, sorridendo. "No, non chiedere scusa. Tu non hai fatto nulla. Era giusto. Era giusto e bellissimo così e comunque tu non c'entri...sono io...che non avrei dovuto...dimenticare..."
"Sam..."
"Schhhh..." gli disse Sam, tenero e dolce, poggiandogli delicatamente le dita sulla bocca.
"Ti prego, ripetimi ancora...come ti ho raccontato di loro...come ti ho raccontato di me..."
Jensen lo fissò adorante e Sam continuò:
"Ripetimi ancora come mi sono fidato di te e con quanta spontaneità e fiducia, mi sono aperto a te."
Jensen abbassò lo sguardo su di lui, poi lo strinse per la vita.
"Posso fare di più....posso fartelo vedere..."
"D'accordo..." gli sussurrò Sam, sorridendo.
Era tutto etereo, sembrava tutto magico. Jensen non aveva bisogno di aggiungere altro o di specificare che non intendesse il letto o altre fotografie e Sam non aveva bisogno di chiedere. Si staccarono per qualche attimo entrambi. Jensen andò a guardare fuori dalla finestra come se niente fosse e Sam ne approfittò per aprire il cassetto del comodino. Sapeva, senza sapere come lo sapesse, che vi avrebbe trovato dentro un burro cacao alla ciliegia.
Lo prese e se lo infilò di nascosto nei jeans.
Poi uscì assieme al suo Jensen.
Jensen lo aveva portato a visitare Venezia, un'altra volta.
"Dobbiamo fare presto, prima che tuo padre ti imponga il coprifuoco e prima che ti metta agli arresti domiciliari, amore." Disse scherzando Jensen.
"Non parliamo di lui, adesso. Mostrami...quello che vuoi mostrarmi." Disse Sam, prendendogli la mano.
Jensen era ora titubante. Sembrava un po' ferito, un po' deluso.
"Non riconosci il posto? Sono sicuro che c'eri anche tu."
"Questo era ovvio."
"No, intendo....davvero, c'eri tu."
Sam non rispose. Aveva lo sguardo di chi non comprende.
"In che senso?"
Jensen era combattuto ora. Come dire a Sam che era il posto in cui l'aveva baciato a Venezia per la prima volta, o meglio, aveva baciato il suo corpo fisico per la prima volta e lui, Sam, li aveva visti e aveva urlato, supplicato, che non lo abbandonasse?
Se non ricordava, era difficile raccontarlo. Non avrebbe mai capito. Suonava strano perfino a lui.
"Lascia perdere, non è tanto importante." Sorrise tristemente Jensen.
"D'accordo. Posso chiederti solo una cosa? Puoi fare una cosa per me, senza chiedermi spiegazioni?"
"Tutto quello che vuoi, Sam."
"Close your eyes." Disse dolcemente Sam. lo pronunciò in inglese, che ebbe l'effetto di una vibrazione elettrica nel cuore di Jensen. Entrambe le loro famiglie avevano origini americane e quindi sia lui che Jared conoscevano entrambe le lingue. Un'altra cosa che avevano in comune che li unì ancora di più, quando lo scoprirono. Obbedì e quando lo fece, Sam si passò sulle labbra il burro cacao alla ciliegia, poi lo baciò dolcemente.
Jensen ricambiò subito il bacio, anzi, lo strinse di più a sé, dopo quel contatto, cosa che rallegrò molto Sam.
Quando si staccarono, Jensen gli disse:
"Ricordi..."
"Il nostro primo e milionesimo bacio? Sì!" gli disse, dandogli un bacio sul naso.
" Ricordo questo sapore..questo sapore...sulle tue labbra..come di un frutto..." disse Jensen, assorto.
"Ciliegia." Disse Sam, facendogli vedere il burro cacao. "Oggi a casa, l'ho trovato...o forse ho sempre saputo di averlo...chissà...mi resi conto che ce l'avevo sulle labbra quando mi baciasti a Venezia..."
"E anche quando ci siamo baciati per la prima volta, quando avevi 16 anni. Lo ricordo." Disse Jensen, emozionato.
Sam si stupì. "Davvero ricordi una cosa del genere?"
"Ricordo sempre i momenti che mi hanno cambiato la vita." Disse Jensen.
E si baciarono ancora.
"Hai sempre amato....questo burro cacao." Disse Jensen, toccandolo dalle mani di Sam.
*
Erano seduti davanti al fiume, Jensen che teneva abbracciato Sam per la vita, Sam che si appoggiava romanticamente sul suo collo.
"Cosa ricordi di quel momento?" gli chiese Jensen.
"Ricordo...di averti visto baciare un altro, che aveva le mie stesse sembianze, ma se chiudo gli occhi, a volte mi sembra di ricordare di averti baciato e di aver percepito qualcun altro guardarci, qualcuno con le mie stesse sembianze, a volte sogno perfino quel momento. Sogno di fuggire, mentre tu resti a parlare con l'altro e io a casa mi domando che cosa vi siete detti."
"Non avrai mica davvero..."
"No, no, non credo di essermi accorto che c'era me stesso che ci guardava allora." Rise Sam. "Tranquillo, Jensen...sono solo...errori della memoria...è normale. È come..uno sdoppiamento."
"E ci sono altri sdoppiamenti di cui vuoi parlarmi?" gli chiese Jensen.
Sam tentennò, poi disse:
"Quando hai fatto l'amore con lui...con ME..io ho visto dall'esterno...la scena..."
Jensen tremò e Sam aggiunse:
"Non la prima volta...ma la seconda ho voluto guardare....non a lungo però..."
Jensen si morse il labbro. Naturalmente avevano parlato già di queste cose, Sam gli aveva già detto di aver sofferto per questo, ma non era mai stato proprio tanto esplicito su quello che davvero aveva visto. Jensen aveva sperato che avesse visto ben poco.
"Sam...io..."
"No, non chiedermi scusa, perché io non voglio rimproverarti. Respingermi, in qualunque versione, mi avrebbe ferito comunque...io non voglio rimproverarti...solo riflettere...perché mi accorgo che, se ci penso meglio, i ricordi cambiano...io so di ricordare di non aver assistito...ma di essere stato lì con te davvero, in quel letto."
"Oh, Sam..."
"Lo so, è strano...è bello, però...anche se confuso." Ammise.
"In fondo, io e te, se ci pensi, abbiamo condiviso la medesima situazione." Disse Jensen sorridendo.
Sam lo guardò interrogativo, poi capì.
"L'amnesia! Ma certo...scusami, Jensen, a volte mi dimentico che anche tu..."
"Ho perso la memoria per un breve periodo e che quando ti ho incontrato, non sapevo chi ero e chi fossi anche tu?" disse Jensen, baciandogli la mano. "È normale, non sentirti in colpa...hai tante cose a cui pensare e a volte questa piccola testa adorabile va in loop." Aggiunse Jensen dandogli un bacio al capo.
"Io e te....non ricordavamo chi eravamo, eppure ci siamo incontrati, ci siamo raccolti, ci siamo coccolati, curati, guariti e innamorati a vicenda l'uno dell'altro, di nuovo." Disse Sam.
"Sì. Amo tutto questo." Disse Jensen e lo baciò ancora.
"Jensen?"
"Sì?"
"Sai, puoi chiamarmi anche Jared, se vuoi...so che vuoi farlo da quando mi sono risvegliato e presumibilmente da quando siamo tornati qui. A me non dà fastidio."
Jensen lo guardò e non cercò di negare. "Hai ragione...a volte, anzi spesso, torni a mostrarmi quella dolcezza disincantata che avevi quando ci siamo conosciuti qui e quindi a volte vorrei chiamarti di nuovo Jared."
"Quindi..."
"Ma non adesso." Lo interruppe Jensen. "Adesso non voglio altro che nominare Sam, Sam, Sam, milioni di volte." Gli disse ancora.
Erano passati dieci minuti e Jared e Sam erano ancora accoccolati sulla sponda del fiume con Jensen che gli cingeva la vita e Sam che guardava il fiume con aria malinconica.
"Non posso finire la cura, Jensen...non prima di aver salvato i miei genitori..." disse.
"Lo so, lo capisco...e ti amo anche per questo." Disse Jensen, accarezzandogli i capelli.
Note dell'autrice: Eccomi qui! Confesso che non vedevo l'ora di scrivere questa scena ^^ Amo quando sono romantici così!!
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Amore e Morte nel mirino - Soulmates
Fiksi Penggemar"Mi hai trovato!" gli disse commosso. "Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre." Gli disse Jared commosso a sua volta. Chi vuole uccidere Jared e perchè? Ce la farà Jensen a salvarlo e da chi?