Jensen, Jo, Castiel e Sam stavano camminando per le vie di una Londra cupa, piena di nebbia e piovigginosa.
Camminavano e non parlavano. Erano un po' cupi anche loro.
Jensen ogni tanto rinsaldava la presa nella mano di Sam e Sam si destava dai suoi pensieri.
"Ehi, sei con me?" gli chiese Jensen.
"Sì. Sempre." Rispondeva Sam.
Castiel era molto taciturno, continuava a guardare il suo radar e la spia rossa che lampeggiava, indicando il grafico verde – tratteggiato che si spostava in continuazione.
"Ragazzi." Disse Castiel fermandosi. "Io credo che...sia in Irlanda!" disse infine.
Sam, Jensen e Jo sembravano decisamente straniti.
"Che cosa è in Irlanda?" chiese Sam.
" Loro. I tuoi genitori." Disse, rivolto a Sam.
"Cosa...come...lo dice il radar??" chiese Jensen stranito.
"Il telecomando segnala una specie di carcere, sospetto, su un'isola dell'Irlanda. Più o meno, quello che ci ha detto quell'antiquario, risulta combaciare." Disse Castiel.
Il giorno prima.....
"Abbiamo sentito di posti speciali, delle specie di fortezze inoppugnabili, dove finiscono persone scomparse da anni e stiamo facendo delle ricerche. Lei ci può dire qualcosa al riguardo?" chiedeva Castiel.
"Di leggende su posti simili, ce ne sono a bizzeffe, ma ultimamente si parla molto di una specie di fortezza, su un'isola... non so dove però, forse è una leggenda!" dichiarò il negoziante.
Sam intanto si stava soffermando su un ciondolo antico, appeso vicino ad un acchiappasogni.
"Ti piace, ragazzo? per quindici dollari è tuo!" disse l'uomo.
"Io...veramente..." disse Sam, imbarazzato.
"Lo prendiamo!" disse Jensen all'istante. Qualcosa che desiderava Sam, era vangelo.
Sam arrossì, ma sorrise a Jensen. Castiel pungolò il negoziante.
"Mi sembra un po' troppo per un ciondolo." Disse.
"Il ciondolo costa solo cinque dollari, l'acchiappasogni dieci. Sono da prendere insieme, inclusi entrambi nel prezzo."
Castiel borbottò qualcosa, che avrebbe potuto benissimo intendere:
"Ladri."
"Non importa, li prendiamo entrambi!" insistette Jensen.
L'antiquario vide Sam molto interessato al ciondolo e gli disse gentilmente:
"Questo ciondolo è molto antico. Possiede un'energia fortissima e funge anche da amuleto di protezione."
Sam rispose: " Eppure questo sembra il diavolo." Disse Sam.
Jensen e Castiel risero.
"No, non è il diavolo! È una testa umanoide con delle corna. Le origini sono piuttosto confuse, ma si dice che dona protezione e amore a chi lo regali." Disse l'antiquario.
Sam sembrava ora imbarazzato, mentre Jensen decisamente compiaciuto.
Una volta fuori, Sam diede un bacio a Jensen e poi gli infilò l'amuleto al collo.
"Sam, cosa.......No. Era per te. È per te." Disse Jensen, stupito dal gesto, rimettendoglielo al collo.
Sam ora sembrava un po' ferito.
" È il mio regalo per te." Disse Sam.
"Ma state provando uno sketch?" chiese Jo.
" Ragazzi, non abbiamo tempo per questo." Disse Castiel.
"Jensen, ti prego, prendilo. Mi dispiace per i soldi, te li restituirò."
"Sam, no. Non è per questo. È che non avrebbe senso. Non adesso. Io ho voluto che tu avessi questo ciondolo, voglio che tu lo accetti, come mio regalo, voglio che ti protegga."
"Dean....io...io voglio la stessa cosa..."
Era con l'anima che stava pensando e quindi gli era venuto spontaneo parlare come se stesse parlando alla SUA anima.
Jensen sollevò le sopracciglia.
"Jensen, scusami. È solo che io...io lo volevo...per te."
Jensen gli accarezzò il collo, infilando l'indice nella catenina. Era combattuto.
"È troppo presto."
"Che cosa vuoi dire?"
"Non ha fatto in tempo ad essere tuo. Lascia che diventi tuo e poi regalamelo, sarà ancora più bello così."
Sam restò impressionato dalla forza di quelle parole. Gli diede un altro bacio e annuì.
Jo prese sottobraccio Castiel e reclamò la sua porzione di coccole. Castiel deglutì.
"Ok, state tutti buoni, abbiamo una missione, ricordate?"
Ora – tempo presente.
"Siete tutti pronti per andare in Irlanda??" chiese Castiel, spavaldo.
"Ma Cas, non sappiamo se davvero è lì che...e se fosse una falsa pista?" chiese Sam.
"Nessuna falsa pista. Quel posto trabocca malvagità da tutti i pori. Il radar lo segnala!" disse convinto Castiel.
Sam e Jensen erano un po' scettici.
" Uhm...credo che però ci serviranno delle armi o ci faremo fucilare a vista." Disse Castiel sorridendo.
"Ma esisterà poi questa benedetta isola? Siamo sicuri?" chiese Sam.
"Forse è l'isola che non c'è." Disse Jensen ridendo.
Non rise nessuno. Jensen sbuffò:
"Non siete dei bravi bimbi sperduti."
"A me piaceva Laguna Blu." Disse Jo.
Castiel la guardò con gli occhi dell'amore. "Anche a me." disse.
Jensen lo guardava disgustato. Sam intervenne a salvare Cas dagli sguardi schifati di Jensen. Prima che Jensen potesse fare qualche battuta, disse con tono soave:
"Jensen, quando mi porti su un'isola romantica, solo noi due?"
"Appena abbiamo risolto questo casino, amore mio. Una bellissima luna di miele solo noi due!" disse cominciando a sbaciucchiarselo.
"Ma prima ci sarà il matrimonio, vero??" gli chiese Castiel.
Jensen e Sam si paralizzarono.
"Andiamo, Jensen. Fai diecimila battute al giorno. Luna di miele, mogliettina...che cosa ci stai nascondendo?" ammiccò.
Jensen abbassò lo sguardo.
"Jensen?" chiese Sam stralunato.
"Io...non è il momento per questi discorsi. Stiamo rischiando la vita e dobbiamo salvarne delle altre!" ripetè Jensen brusco.
"Ma ci stai pensando vero? Ci stai pensando molto."
Jensen boccheggiò, ma non rispose. Non guardò neanche Sam, ma un'ombra di un sorriso arrivò lo stesso e a Sam battè forte il cuore.
"Jensen.." disse Sam, tirandolo per la vita. "Jensen..."
"Jared, no, non parlare..."
Chiamarlo Jared era stato quasi istintivo per lui, non sapeva perché. Forse perché lui sapeva che il suo cuore non voleva sposare solo Sam, ma sposare anche quel ragazzo che lo aveva reso così tanto felice a Venezia. Voleva sposare entrambe quelle persone. Forse è stato quando si erano conosciuti nuovamente lì, che inconsciamente aveva preso quella decisione.
"Fammi la domanda..." lo spronò l'altro, felice, per nulla contrariato che l'avesse chiamato così. Jensen immaginò che una parte di Sam – quella che si ricordava la vita da Jared – doveva aver intuito che era soprattutto a lui che lo stava chiedendo. Era come se fosse stato lui a parlare adesso.
E ciononostante, non dimenticava Sam. Amava Sam, ma Sam gli aveva mostrato una parte di sé che non conosceva ed era quella di Jared ed è stata quella che gli ha fatto accorgere, gli ha fatto rendere conto che voleva sposarlo. Non era come scegliere tra uno o l'altro, ma era come amare più lati della stessa persona. Jensen amava Sam, era dolcissimo, ma quando diventava Jared – e poteva ancora scorgerlo in alcuni gesti inconsapevoli – era romantico da togliere il fiato.
Era per questo che Jensen voleva sposarlo. Non perché erano anime gemelle, non perché erano cresciuti per tutta la vita insieme, non perché erano obbligati, ma perché Jared, sia da Sam sia da Jared, riusciva a farlo sempre emozionare e a fargli battere forte il cuore.
Perché sentiva che dovevano stare sempre insieme. Perché lo amava.
Jensen mise la fronte contro la sua e disse piano:
"Ti amo e ti prometto che quando sarà tutto finito...ne parleremo."
Questo era più dolce di qualsiasi dichiarazione e Sam lo abbracciò forte, felice, annuendo.
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Amore e Morte nel mirino - Soulmates
Fanfic"Mi hai trovato!" gli disse commosso. "Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre." Gli disse Jared commosso a sua volta. Chi vuole uccidere Jared e perchè? Ce la farà Jensen a salvarlo e da chi?