Cap 69. Ancora segreti!

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 Jo stava dormendo beatamente nella sua camera da letto, quando all'improvviso sentì un rumore di passi di qualcuno che stava camminando nella sua stanza.


Si spaventò moltissimo ed accese la luce. "Jared?? Che ci fai qui??" chiese, tirandosi le lenzuola sul petto. Jared sembrava diverso....più cupo...e arrabbiato

"Perché mi hai mentito?" chiese Jared.

"Io?? Mentirti? Non l'ho fatto, Jared...che cosa stai dicendo??"

"Tu non sei mia sorella!!!" disse Jared, scrollandola. "Perché mi hai mentito??Perchèèèèè?"

"AHHHHH, LASCIAMI!" gridò Jo.

"Dimmi la verità. Dimmela!" continuava Jared. Jo continuò a divincolarsi e alla fine riuscì a spingerlo, facendolo cadere.

"Cosa diavolo succede???" chiese Ellen, subito seguita sia da Castiel sia da Jensen.

"Jared! È impazzito. Mi ha aggredita!!" disse Jo, allontanandosi da lui.

"Jared??? Ma era a letto con me...come...Sam!" realizzò Jensen d'un tratto.

Sam era ancora per terra e non sollevava lo sguardo.


"Sam. Guardami. Perché hai aggredito Jo?" gli chiese Jensen.

Sam non si girò neanche, ma Jensen lo fece voltare di forza.

"Sam, guardami. Ti prego." lo pregò Jensen.

"Jo non è mia sorella, ma la mia sorellastra." Fu la risposta di Sam, che scioccò tutti.

"C-cosa...ma non è possibile." Disse Jensen.

"John è stato con mia madre, questo vuol dire che potrebbe essere lui..mio padre. Mi ha mentito, Jensen. Perché tutti mi mentono sempre?" chiese Sam, in lacrime.

Jensen cercò di rispondere, ma Sam si divincolò e scappò dalla stanza.

Tra tutti i presenti calò un silenzio scioccato.




*

L'indomani, Jared si risvegliò di buonumore e non riusciva a capire come mai tutti avessero quella faccia da funerale. Era strano, anche Jensen sembrava diverso. Non rifiutava le sue coccole, ma quello che era strano, era che le sue coccole e i suoi baci avevano sempre avuto il potere di renderlo allegro, ma stavolta no.

"Okay, adesso basta. Qualcuno mi dica che cos'avete tutti questa mattina e perché continuate a guardarmi in questo modo!" sbottò Jared, mentre stava facendo colazione.

Tutti si guardarono nervosi, allora Jared andò da Jo, che trasalì.

"Jo, dimmi qualcosa tu, sei mia sorella."

Jo trasalì e si spostò da lui, impaurita.

"Ehi, cos'hai?" chiese Jared, stranito da quella strana reazione.

Ad un tratto, Jared ebbe un presentimento.

"Il cerchio alla testa che ho sentito questa mattina appena sveglio...il vostro strano comportamento...ho fatto qualcosa che non dovevo, questa notte? Sono uscito dal mio corpo?"

Ancora silenzio e Jared si spazientì.

"Maledizione, rispondete!!!"

"Jared, stai calmo" gli disse Jensen.

"Mi state spaventando" rispose lui.

"Va bene, va bene. In effetti è successo qualcosa, stanotte...sei andato da Jo e le hai detto delle cose."

"Cos...oddio. No. non dirmi che...le ho fatto del male!" disse Jared, guardando Jo con sguardo implorante.

"No, non le hai fatto del male, ma diciamo che l'hai un po' spaventata. Continuavi ad urlarle che non era tua sorella e che era una bugiarda."

"Oddio, no...no..no..no..non è possibile che abbia fatto una cosa del genere. Perché?"

"Perché hai ragione. Non sono tua sorella, sono la tua sorellastra." Disse Jo.

Jared la guardò sconvolto.

"La lettera che ti abbiamo dato, non è stata l'unica che ci ha dato nostra madre. Ce n'è un'altra, in cui sostiene che...il tuo vero padre è un altro." Disse Jo.

"Non può essere vero...perché...perché non me l'avete detto subito?" chiese Jared.

"Non avevamo intenzione di nascondertelo. Parlai con Jo ieri, ed eravamo d'accordo che te ne avremmo parlato con calma. Era una cosa troppo delicata per affrontarla subito." disse Ellen.

"No...voi non me l'avreste mai detto..."

"Jared, non è così, fidati..." disse Jo.

"Voglio sapere chi è il padre. Ora."

Ellen e Jo sospirarono.

"Ditemelo!!" sbottò Jared.

"Jared, adesso calmati!" dissero in coro Jensen e Castiel.

"John Winchester!"disse Ellen.


Fu come se il mondo di Jared crollasse in quel momento. Quindi era lui suo padre. Era convinto che suo padre fosse morto da ben 22 anni e invece erano 22 anni che ce l'aveva accanto, vivo, fingendo di essere morto, fingendo di non essere lui...e tutta quella pantomima sul fatto di non aver mai avuto figli e che avesse voluto che fosse lui suo figlio....era tutto falso.

"Jared, dove stai andando? Aspetta di leggere la lettera.." cercava di richiamarlo Jo.

"No. NO. Voglio stare solo. Solo!" disse Jared, infilandosi la giacca.

"Jared, no. Ti prego, resta!" gli disse Jensen, prendendolo per un braccio. "Anch'io ho scoperto di avere un padre di recente, ricordi? So quello che provi."

Jared però non si lasciò convincere dalle parole di Jensen.

"Tu non hai avuto tuo padre accanto per 22 anni, che fingeva di non essere tuo padre." Gli disse amaramente Jared. Jensen a quel punto lo lasciò andare.





*

Jared si era rifugiato in un bar a bere. Bere, bere e bere. Bere per dimenticare di aver scoperto la verità, bere per dimenticare che l'aveva scoperta perché alla sua anima piaceva andarsene in giro. Bere per dimenticare la figuraccia da ragazzino isterico che aveva fatto davanti a Jensen, a Castiel. Davanti a tutti.

Bere per cercare di dimenticare che John poteva essere suo padre.

Voleva dimenticare. Dimenticare.

Fingere che non aveva mai saputo.

Dopo numerosi bicchieri, in cui stava galleggiando nell'oblio dell'alcool, si sentì tirare su da una mano amica.


"Jared." Lo richiamò Jensen.

"Jensen? Che ci fai anche tu qui, sul lago ghiacciato?" gli chiese Jared.

"Dio...sei proprio ubriaco. Sai che non mi piacciono i laghi ghiacciati." Cercò di sdrammatizzare Jensen.

"E allora perché sei qui a impedirmi di annegarci dentro?"

"Perché ti amo." Gli disse Jensen, solennemente.

Jared lo guardò con l'espressione più triste del mondo.

"Ti ho deluso."

"No...Jared. Che stai dicendo, amore mio? Tu non potresti mai deludermi!" gli disse Jensen, toccandogli il viso con le mani.

"Tu non hai reagito come me, quando hai scoperto di Bobby."

"No. Ho solo allagato tutto il pavimento della cucina." Scherzò Jensen.

"L'hai fatto per la sete di sangue. Stavi male." Gli ricordò Jared. "Non...non ti sei rifugiato in un bar come un vecchio ubriacone."

"Jared, sono circostanze diverse. L'hai detto anche tu che conosci John da 22 anni, io solo da pochi mesi conosco il mio vero padre. E poi vuoi davvero parlare di differenze? Ok, siamo diversi e reagiamo diversamente...e allora? Essere anime gemelle non vuol dire che siamo uguali. Ora lascia questo bicchiere e vieni da me. Da me."

Jared lo guardò con uno sguardo struggente, ma colmo d'amore, lasciandosi scivolare e proteggere nell'abbraccio caldo e confortevole del suo amato.















Note dell'autrice: Altro colpo di scena! Sono sicura però che qualcuno l'aveva sospettato fosse davvero figlio di John! xd Voglio aggiungere che era da diverso tempo che avevo deciso che Jared era suo figlio, ma purtroppo sono riuscita a far saltare fuori il discorso soltanto ora xd ora sapete anche a cosa è servita davvero la visita a Jo, ma non si ridurrà a questo   


Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora