Cap 138: Tutto..per te

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Era stato difficile. Jensen e Sam sapevano bene a cosa sarebbero andati incontro quando avrebbero detto a Bobby e John la verità. Jensen gli aveva consigliato di non dire proprio niente a Bobby e John rispettando così la loro volontà di non sapere niente dal principio, ma Sam gli disse che non avrebbe potuto restare con quel peso sulla coscienza, allora Jensen gli aveva proposto di dirglielo solo una volta terminata la cura in modo che si sarebbe giustificato con John dicendo che non aveva colpe o responsabilità per quello che aveva fatto quando era...Sam... e pazienza se non gli avrebbe creduto.

Sam disse di no anche a quella proposta. Non poteva nascondersi dietro questo, sarebbe stato da codardi e poi voleva sapere se sarebbe stato perdonato o no...

Così, decisero di invitare Bobby e John la sera, con lo scopo di dirglielo...




John e Bobby erano seduti sul divano e capirono subito che qualcosa non andava....

Jensen decise di cominciare senza tanti giri di parole.

" Vi abbiamo fatti venire qui perché...abbiamo bisogno di dirvi delle cose..."

"Cose belle o cose brutte?" chiese Bobby accigliato.

" Voi due siete....anime gemelle...ecco. "

Bobby e John restarono interdetti.

"È....molto nobile da parte vostra dire questo, soprattutto dal momento che non si può sapere con certezza, visto che abbiamo deciso e scelto di non saperlo...ma è bello che lo pensiate..." disse Bobby.

"No, non capite. Intendevo dire che davvero lo siete.." disse Jensen a disagio.

Bobby e John divennero ancora più accigliati.

"E voi, come lo sapete?" chiese John.

Sam e Jensen erano decisamente imbarazzati e a disagio.

"Papà....ricordi quando...ti sei sentito male, due settimane fa...qui a casa nostra e sei svenuto?" chiese.

John annuì confuso e disorientato.

Sam deglutì. Jensen cercò di arrivare in suo aiuto.

"Lo svenimento...è stata opera nostra, John...."

"CHE....CHE COSA???"

" L'abbiamo fatto perché da soli abbiamo...effettuato il procedimento che consente di sapere chi è la propria anima gemella. L'abbiamo usato su di te, John. Ci dispiace." Disse Jensen tutto d'un fiato.

John guardò Bobby a bocca aperta che era esterrefatto quanto lui.

"John, ti assicuro che io...non sapevo niente di tutto questo." Disse Bobby sgranando gli occhi.

"io...io non....non capisco...perché DIAVOLO L'AVETE FATTO??" Si alterò.

"Per favore, non arrabbiarti con Sam.." intervenne Jensen. "Il fatto è che lui...aveva fatto un sogno. Ricorrente. Continuava a sognare che eravate anime gemelle, non aveva più pace. Nel sogno gli veniva detto che doveva farlo e lui...noi..."

"No." intervenne Sam. " No, non esiste nessun sogno." Disse voltandosi verso Jensen con uno sguardo di scuse. "Perdonami Jensen ma non posso lasciare che ancora una volta tu cerchi di difendermi e tutelarmi, discolpandomi dalle mie responsabilità. Quello che ho fatto è molto grave e se devo pagarne le conseguenze, lo farò, però, ti supplico, papà, non prendertela con Jensen. Sono stato io a chiederglielo e lui sapeva, sapeva, che gli stavo chiedendo tanto. Abbiamo litigato duramente perché io son stato così egoista da non riflettere che lo stavo costringendo a scegliere tra lui e anche suo padre. Bobby, perdonami anche tu, ma è vero che io ho deciso di andare fino in fondo perché sentivo che era una cosa che andava assolutamente fatta. Era come se nel mio cuore sapessi già la verità e non mi pento adesso di avere fatto tutto il possibile per averla, perché adesso so per certo che sarai e sarete felici. Tutti e due. E se il prezzo che devo pagare per questo è che non mi perdonerete mai, lo accetto." Disse Sam tutto d'un fiato, infatti gli si seccò la gola e si fermò per bere un po' d'acqua dalla sua bottiglietta.




John e Bobby restarono scioccati da tutto il suo discorso.


"John, per favore, concentrati, sul risultato. È vero, abbiamo agito alle tue spalle, alle vostre spalle, ma alla fine...il risultato è che abbiamo la certezza che siete anime gemelle, che siete destinati a stare insieme." Disse Jensen.

John si voltò verso Bobby e ai due j gli sembrò di vedere un sorriso carico di felicità e gioia da parte di John che volse verso Bobby e Bobby ricambiò quello stesso sorriso. Sam si sentì gratificato da questo. Avevano fatto una cosa bella.

Poi però John si volse di nuovo arrabbiato verso loro.

"Questo...non cambia che avete agito alle mie spalle. Mi avete addormentato e fatto un'operazione inquietante alla testa. Come pretendete che mi senta? Come potrei ancora fidarmi di voi?"

"John..." dissero in coro Sam e Jensen.

"Senza contare che ora sarò costretto a presentarmi in ospedale per completare la cosa, dovrò attirare a me l'anima di Bobby, lui dovrà uscire dal suo corpo e poi dovrà prendere la cura. La cura maledetta che tu, Sam, non vuoi prendere." Disse John arrabbiato.

"John..." disse Bobby dolcemente, comprendendo l'enorme disagio in cui si trovavano i due. " Tuo figlio ti vuole bene e vuole la tua felicità. Hanno agito in maniera scorretta ma l'hanno fatto per noi, per te. Non voleva che soffrissi di nuovo."

"Papà..." disse Sam con le lacrime agli occhi. "Ti giuro che puoi ancora fidarti di me...e puoi fidarti ancora di Jensen. È vero, abbiamo agito alle tue spalle, ma solo perché volevamo il tuo bene. Non farei mai niente che potesse ferirti, credimi!"

John sentì la rabbia cominciare a scemare.

"E anche Jensen non farebbe mai niente per ferirti. L'ha fatto perché gliel'ho chiesto io...lui non.."

"Esattamente, Sam, esattamente." Disse John più calmo.

Jensen e Sam lo guardarono ora accigliati.


John sospirò e con un sorriso disse:

"Tu non l'hai fatto per me..."

"C-cos...no, John, ti stai sbagliando. Stai facendo un errore..." disse Jensen.

"Papà, ti supplico di credermi, io..."

Ma John lo interruppe ancora con una mano alzata e sembrava sereno stavolta.


"Io ti credo quando mi dici che mi vuoi bene, figlio...e ti credo quando dici che vuoi il mio bene ma non l'hai fatto per me."

Ora Sam e Jensen erano ancora più confusi, così come Bobby.

John si spiegò meglio.

"L'hai fatto per Jensen."

Sam e Jensen si guardarono, poi guardarono John come se fosse impazzito e per qualche secondo credettero che si riferiva al fatto che Sam aveva voluto farlo per il bene del padre di Jensen, ma John per evitare altri fraintendimenti, si spiegò meglio.

"O per meglio dire, l'hai fatto in nome dell'amore che provi per lui."

"Spiegati." Disse solo Jensen in suggestione.

Per John non era difficile trovare le parole esatte ma ci provò comunque.

"Tu volevi che avessi lo stesso tipo di amore che avete tu e Jensen, proprio perché hai raggiunto la felicità massima e volevi che anche io avessi la stessa cosa e sotto un certo punto di vista quindi posso dire che l'hai fatto perché vuoi la mia felicità ma è in nome dell'amore che hai per lui, che hai scelto di fare questa cosa."

Sam e Jensen ascoltarono basiti.

" Anche se l'hai fatto per me...è in nome di questo amore che hai scelto di farlo, in nome di Jensen e dell'amore che hai per lui. Hai scelto lui ancora una volta, mettendo lui al primo posto, anche se non ne sei cosciente, anche se pensavi di farlo per me e sotto un certo lato ci credo, ma comunque Jensen è stato il tuo primo pensiero. Il fatto che potessi essere felice come lo sei tu, ti ha dato il coraggio di farlo. L'hai fatto."

"John...io..." disse Jensen.

"Sam ti ama tantissimo, Jensen. E l'amore che lui ha per te e che tu hai per lui, rende felici anche altre persone. Sei molto fortunato." Disse John sorridendo.

Jensen si alzò in piedi con gli occhi che brillavano. Era felice, davvero felice ed orgoglioso.






*
La serata proseguì con molta più serenità e gioia. Sam si scusò tanto con Bobby e Jensen si scusò di rimando. Sam ci teneva tantissimo che quello che aveva fatto non intaccasse il rapporto tra Bobby e suo figlio e ci tenne a precisare più e più volte che da subito si erano detti d'accordo che non avevano nessuna intenzione di rovinare la loro relazione, perché, se avessero scoperto che non erano anime gemelle, avrebbero tenuto la bocca chiusa.

Bobby e John si guardarono. Non erano del tutto sicuri che ci sarebbero riusciti ma avevano capito che i loro figli avevano agito a fin di bene, non volevano fare loro del male e questo era quello che contava.

Dopodichè tutti insieme guardarono i documenti e i fogli che Jensen e Sam ritirarono dall'ospedale. Un'ininterrotta sequenza di simboli strani e puntini che erano quasi illeggibili ma ci pensò Sam a tradurre per tutti quanti.

"Ci hanno detto che, a quanto pare, le nostre vite erano intrecciate ancora prima di nascere. Sembrerebbe un paradosso pensare che tu e Bobby, eravate anime gemelle, ma siete stati separati tanto a lungo, anche il fatto che prima ci fosse stata Mary e poi tra di voi non ha funzionato, non è stato un caso. Anche se tu e Mary non eravate anime gemelle, avete adempiuto comunque al vostro destino. Farmi nascere." Disse Sam, arrossendo un poco.

Jensen gli mise un braccio intorno alle spalle. "E si tratta di un destino meraviglioso." Disse.

John annuì, completamente d'accordo.

Tutti aspettavano che andasse avanti, quindi Sam proseguì.

" E poi è nato Jensen, altro disegno del destino. Capite? È così ovvio. Tu e Bobby eravate anime gemelle, ma se vi foste messi insieme subito, anni fa, noi non saremmo potuti nascere. È stato come se tutto, negli ingranaggi dell'Universo, avesse manovrato affinchè nascesse anche un'altra coppia di anime gemelle, proprio dai due genitori della coppia stessa. Io e Jensen siamo anime gemelle e siamo potuti nascere perché voi...non vi siete messi insieme subito."

"Due anime gemelle al prezzo di uno." Disse Bobby impressionato.

" Quindi è come se da una coppia di anime gemelle....c'è maggior possibilità che nascano altre anime gemelle..." pensò John.

"Ma siccome siamo due uomini, non potevamo far nascere proprio nessuno. Non insieme, almeno." Rise Bobby.

Questo però portò ad altri quesiti che Jensen espresse subito.

"Mi chiedo però una cosa...se voi due eravate destinati a stare insieme e la vostra energia era così forte da procreare addirittura una nuova generazione di anime gemelle" disse Jensen indicando lui e Sam "E il fato ha deciso che doveste avere noi da altre donne, perché ovviamente insieme non avreste potuto..."

"Dove vuoi arrivare, Jensen?" chiese Bobby accigliato.

Sam aveva già intuito dove voleva andare a parare e stava arrossendo.

"Insomma...se voi foste stati...un uomo e una donna...e avreste potuto quindi...procreare tra di voi..." disse Jensen sempre più imbarazzato.

"Credo che Jensen voglia sapere se una coppia eterosessuale di anime gemelle, potrebbe procreare delle anime gemelle tra di loro a loro volta." Disse Sam rosso in viso.

Bobby e John avevano gli occhi sempre più sgranati.

"Con la legge delle probabilità....è probabile...forse...chissà..." disse John perplesso.

"John...sarebbe incesto... in teoria..." gli fece presente Bobby.

John sgranò gli occhi e si voltò verso i ragazzi.

"E-era solo un'idea!!" disse subito Sam alzando le mani.

"Meno male non siamo fratelli e quindi non abbiamo corso rischi!!" disse Jensen ridacchiando nervoso.

"Mi risulta però che avete vissuto come fratelli, visto che Sam ti ha incontrato da bambino." Disse Bobby per stuzzicarlo divertendosi a vederlo arrossire.

John indurì lo sguardo facendosi subito geloso poi decise di stare al gioco di Bobby,

"In fondo hai ragione, era come se fossero fratelli in fondo!"

"Chissà se si fossero fermati, se lo avessero saputo.." disse Bobby, seguendo John con un sorrisetto.

Jensen e Sam scattarono in piedi imbarazzati e nervosi, confermando implicitamente la risposta silenziosa che loro non volevano dare e che John e Bobby nel loro cuore, già sapevano.

"Credo...che andrò a fare dell'altro caffè!" disse Jensen.

"Credo che verrò....a farti compagnia!! E ad aiutarti! Sì!"

E dicendo così schizzarono in cucina tra le risate dei due malandrini Bobby e John.




La cena fu accogliente e calda. Il clima era molto più disteso stavolta.

Mentre facevano avanti e indietro dalla cucina per portare i piatti, Jensen andò da Sam e lo abbracciò, lo abbracciò stretto.

Sam ricambiò con amore e affetto la presa. Si baciavano e coccolavano, riempiendosi il cuore e l'anima di dolci parole d'amore, dicendosi a vicenda che si sarebbero amati anche se fossero stati fratelli, una cosa che in fondo avevano sempre saputo...dopotutto, avevano ragione i loro padri, avevano vissuto comunque da fratelli, per tutta la vita e si erano innamorati. Se lo fossero stati anche di sangue, sarebbe stato forse più doloroso da accettare, ma non meno vero. Erano però sollevati di non aver dovuto dare questo dolore alle loro famiglie, perchè erano certi che niente li avrebbe fermati dallo stare insieme..neanche il fatto di dare un dolore ai loro genitori..ed erano certi che sarebbe successo, anche se Bobby e John cercavano di camuffare il tutto con sarcasmo e risatine. E poi il pensiero, arrivava inevitabilmente alla loro vita presente, a cosa sarebbe successo adesso.

Sam poteva sentire l'amore di Jensen e il terrore di perderlo. Jensen lo stringeva come se fosse un piccolo tesoro tra le sue braccia, come se lo stesse ringraziando di amarlo e come se volesse proteggerlo e si sentisse in colpa per non poterlo fare adeguatamente.

Jensen gli diede un bacio sui capelli e Sam aveva quasi l'impressione che Jensen avesse gli occhi lucidi.

In tutto questo dolore però, Sam poteva anche sentire Jensen felice.

Jensen era al settimo cielo.

Sam poteva sentirlo. Erano anime gemelle loro.

E mentre lo guardava quasi saltare in salotto, mentre faceva avanti e indietro per prendere una portata e l'altra, si bloccò.

Poteva sentire la felicità di Jensen scoppiare nel suo petto.

Poteva sentire il dolore che gli lacerava l'anima.

Poteva sentire come Jensen avesse preso pienamente coscienza dopo il discorso di John, che un amore come quello di Sam era davvero raro.

Jensen sapeva che era unico.

E aveva il terrore di dovervi rinunciare....

Jensen non voleva più che Sam prendesse la cura.

Jensen aveva il terrore di perderlo e non voleva rischiare.

E Sam lo guardava camminare, con la bocca semi aperta con questa realizzazione improvvisa.

Jensen non era pronto per questo.

Jensen non voleva più questo.

Sam quasi scappò in giardino, anche se cercò di uscire in maniera indifferente per non far capire che era triste o sconvolto.





Si mise quasi in ginocchio a fissare i fiorellini blu del prato.

Raccolse tra essi un piccolo fiore blu che si distingueva dagli altri perché era un fiorellino finto, di plastica.

L'aveva messo lui tra quei fiori...era il suo fioretto.

Aveva deciso di fare quel fioretto come promessa a Jensen, promettendo che finita quella storia, avrebbe fatto la cura.

Prese in mano il fioretto e delicatamente lo strappò. Non con rabbia, ma con tristezza.

Si mise in ginocchio e pianse calde lacrime.

Ripensò a come si era sentito Jensen in quel salotto. Al suo terrore di perderlo.

Mi dispiace....non posso lasciare Jensen. Lui ha troppo bisogno di me. disse Sam, mentre piangeva.

Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora