Cap 145: Jared, Sam e il mal d'amore

29 2 1
                                    

Jensen stava ancora baciando Jared...un vago sapore di ciliegia che percepì nella sua bocca, minacciò di fargli tornare in mente ricordi che lo fecero star male, ma impedì a quel pensiero di prendere del tutto forma.

All'improvviso però, il dramma. Jared si staccò da Jensen. Sul viso un'espressione infelice.

"No, Jensen...io non posso."

"No? Mi sembra che stavi andando molto bene." lo provocò ridendo Jensen.

"No, io davvero non posso!"

"Hai qualcun altro?" chiese Jensen, d'un tratto geloso all'idea.

"No! Io non ho nessuno, Jensen! Ed è meglio cosi, e deve restare in questo modo!"

"No, non deve essere per forza cosi!"

"Sì, invece, non possiamo...tu...sarai sempre in pericolo con me, mi dispiace, ma dobbiamo dirci addio!!" gli disse Jared infelice, fuggendo via.

"JARED! NO! DOVE STAI ANDANDO? JARED!"


Jared era fuggito. Non riusciva a crederci. Non era quello che voleva. Non voleva mandare via Jensen! voleva passare con lui il resto della sua vita, per sempre!
Poi sentì delle vertigini. Dovette appoggiarsi al muretto del vicolo per non cadere.
E lì gli sembrò di vedere...sentire cose...

"Non è possibile! Perché? Perché?"

"Perché è cosi che fanno tutti, Jensen....all'inizio ci stanno tutti, poi d'un tratto...puff...se ne vanno senza una ragione!" disse una voce.

"SAMMY!" esclamò Jensen inorridito. Non si aspettava di vederlo...ma quanto tempo era che non lo vedeva poi? Lui non ricordava la sua vecchia vita...non del tutto...poteva darsi che non aveva mai smesso di vederlo!

"E chi altri? Solo io, Jensen...solo di me ti puoi fidare...solo io non ti abbandonerò mai!"

"Vieni...vieni alla luce" disse Jensen.

Sammy venne sotto la luce illuminata dal lampione e Jensen potè vedere finalmente il suo viso.

Quello di Jared!

"No!! Jared no!"

"Sì, invece...una volta ti dissi che io non potevo mai cambiare, ma mi sbagliavo, Jensen...ho il volto che tu vuoi che io abbia, e adesso è Jared!"

"No! Non coinvolgere anche lui in questa follia, ha già abbastanza problemi!!!"

"Non sono io a farlo, Jensen...sei tu..."

"No...ti prego..." disse Jensen.

Sammy si avvicinò un poco a lui e Jensen notò che stava per piangere.

"Perché non mi vuoi più, Jensen?"

"Sammy, no! Io ti voglio, ti ho sempre voluto con me, per quello che riesco a ricordare, ma io non...ho bisogno di amare qualcuno in maniera diversa, mi capisci?" gli chiese disperato.

Sammy lo guardò triste e Jensen si sentì distrutto, sopraffatto ancora una volta. Senza pensarci troppo, lo abbracciò.







Jared si risvegliò da quello stato di trance, confuso.

Che cosa stavo pensando? Non ricordo...stavo parlando? Non mi ricordo cosa ho pensato..

E con questi pensieri, tornò a casa.

Lì aspettò Jensen.

Poi successe qualcosa....

Sembrò come se il tempo tornasse indietro su sé stesso.

Rivide sé stesso guardare come se fosse uno spettatore e rivide il confronto che aveva avuto con sé stesso, quando era Sam!

Ora ricordo....dio...ora ricordo cosa gli ho detto dopo essermene andato...




"Jared...sono mesi...."

"Lasciami...in pace..."

"NO." Disse John, battendo un pugno sul tavolo. "SE NON VUOI PARLARE CON ME, PARLERAI CON UNO PSICOLOGO."

"IO NON SONO PAZZO!!"

"Non l'ho mai detto, ma Jared...sono mesi che stai così. Non mangi, non dormi...sei depresso, piangi....è a causa di una ragazza? Dimmelo, sai che puoi dirmi tutto."

Jared riprese a piangere.

"Hai solo 16 anni...io non ce la faccio a vederti così."

"Io...io non lo so che cos'ho. Mi sento debole..le forze mi mancano, sto male fisicamente...e mi sento triste..."

John dovette accettare la dura realtà che Jared era depresso.

Lo portò da uno psicologo ma non servì a nulla. Fece qualche esame medico e un giorno una notizia terribile.

"John, suo figlio ha forse rotto con una fidanzata di recente?"

"Non mi risulta ne abbia una, perché?"

" John, suo figlio...i sintomi che lui ha...in genere noi medici lo associamo al mal d'amore. Suo figlio si comporta proprio come chi ha il cuore spezzato. In molti casi il mal d'amore può sconfinare in una vera e propria malattia e debilitare il fisico di chi ne è affetto. Deve parlare con suo figlio. Cercare di farlo parlare e chiedergli cosa sia successo."



No....io non ho il mal d'amore...non ho il cuore spezzato....Jensen....è per lui che...sto così...

Jensen aveva 20 anni. Era un bel ragazzo, biondo , alto, muscoloso. Tutte le ragazze gli andavano dietro...ma lui aveva occhi solo per Sammy.

Con Sam però non poteva fare l'amore.

C'erano stati altri baci, sì...ma oltre a quello non erano andati, perché ritenevano un miracolo già solo il fatto che potevano baciarsi.

Sam capiva che un ragazzo giovane come Jensen, non poteva mantenersi casto o vergine tanto a lungo...e lui per primo non se la sentiva di sottoporlo alla verginità e alla castità forzata, solo perché lo amava.

Fu cosi che con enorme sforzo, disse a Jensen che se voleva fare sesso con le ragazze, poteva, e non doveva più conservarsi per lui.

All'inizio, Jensen fu contrariato e protestò. Non voleva tradirlo...poi però, lo struggimento nel non poter restare insieme in quel modo e il desiderio che sentiva sempre crescere dentro di lui quando erano vicini, lo fece cedere.

Accettò.


Sam sembrò prendere bene la cosa, ma quando Jensen fece l'amore per la prima volta con una ragazza, si rabbuiò molto, quasi non lo guardò.

Successivamente la cosa si ripetè, e all'improvviso Sam sparì.

Jensen si rese cosi conto di quanto probabilmente aveva sofferto Sam per colpa sua, e disperato chiese perdono al vuoto...perché Sam non c'era più.

Lo supplicò di tornare, ma Sam non tornò più.

Jensen non voleva capacitarsi che l'avesse lasciato per sempre, per via di una cosa che lui stesso l'aveva spinto a fare.

"Me l'avevi detto tu!!!! Mi ci hai spinto tu!!!" gridava.


Passarono tre mesi durante i quali Jensen provava a ricominciare, a stare meglio, a rifarsi una vita dimenticando Sam, ma era sempre peggio.

Dentro di sé sperava sempre che tornasse.

All'improvviso non ce la fece più.

Aspettò di essere solo in casa, e legò un cappio ad una trave della soffitta. Aveva già il nodo al collo, e stava quasi per stringere, con le lacrime che gli scendevano giù per il viso.

"Jensen, no!!!!"

Jensen quasi rischiò di strozzarsi davvero con la corda, quando senti quella voce.

Davanti a lui, Sam lo guardava atterrito con gli occhi sgranati.
Sam si avvicinò a lui, lentamente, e gli disse: "Va tutto bene, Jensen...sono qui..non me ne andrò più lo prometto, ma adesso togliti quel cappio dal collo, ti prego."
"Sam...io ho paura..." disse Jensen immobile, sfiorando il cappio...dimenticando momentaneamente che movimento dovesse compiere per sopravvivere.

"Stai...fermo..ti prego...adesso vengo da te, ma tu non muoverti, ok? Promettimelo!"

"Ok..." disse Jensen.

Jensen era in piedi sulla sedia, il cappio al collo non era stretto, anzi...ma la paura aveva immobilizzato Jensen. Sam con una forza che non pensava di avere, sali sulla sedia con lui, gli si avvicinò, e con molta, molta cautela, , gli tolse via il cappio dal collo.

Sam senti un grande sollievo pervaderlo quando sollevò il cappio e questo abbandonò il collo di Jensen.

Gli tastò il collo come per accertarsi che stesse bene, che non avesse danni. Jensen invece continuava a guardarlo come se stesse guardando un miracolo.

"Sammy." Disse.

"Sc-scendiamo da qui." Disse Sam.

Scesero e si abbracciarono forte.

"Dovrei riempirti di botte per quello che hai...per quello che stavi per fare!" pianse Sam.

Poteva farlo? Jensen aveva un vago ricordo di una volta che Sam gli aveva dato uno schiaffo...senti un accenno di dolore, subito sparito. Chissà se poteva fargliene davvero.

"Mi sei mancato cosi tanto" sospirò Jensen.

"Anche tu!"

"Dove sei stato? Perché mi hai lasciato?"

"Altrove...non lo so...so che ero cosi tanto arrabbiato...perdonami..."

"Perdonami tu, non posso tornare indietro, ma ti giuro che non sarò mai più di nessuno...nessuna donna..e nessun uomo...il primo sei stato tu di cui mi sono innamorato e con nessun altro uomo farò mai l'amore, se non potrò farlo con te, te lo prometto!"

E si baciarono.

"Senti, stupido...vediamo di togliere quella porcheria prima che arrivi tua madre e se ne accorga, ok?" gli disse Sam.

"Promettimi che non mi lascerai mai più!"

"Te lo prometto!"





Guardalo, John...non sembra più sé stesso." diceva un agente di polizia all'ispettore, quando il ragazzo era venuto a trovare il suo padre adottivo e meccanicamente prese il caffè dalla macchinetta.

"Credi che sia depressione?" aveva chiesto John.

"Non so, ma il ragazzo non sta bene." Aveva detto l'agente.

"Ragazzo, non farmi preoccupare. Stai male? Ti vedo molto pallido."

Jared non rispose e cercò di prendere dell'altro caffè.

"BASTA CAFFÈ!!" gridò John a quel punto, facendogli cadere il bicchierino per terra e rovesciando il liquido sul pavimento.

Tutti gli agenti si erano immobilizzati a fissarli.

"Jared, ragazzo...perdonami, dimmi quello che ti sta succedendo. Da mesi non parli, non mangi, ti imbottisci di caffè...dimmi cosa ti fa star male!"

"Non hai nessun diritto di palarmi così. Tu non sei mio padre." Disse Jared e dicendo così, se ne andò dalla stazione di polizia.





Jared riuscì ad uscire da quella brutta depressione, un mese più tardi. Una mattina, all'improvviso, entrò in camera di John e gli disse che voleva andare al parco. Era una bella giornata, disse. John, ancora a letto, lo guardò stralunato, come se stesse vedendo un miracolo.

Jared a quel tempo aveva sedici anni.

John cercò più volte di chiedere al ragazzo che cosa gli era successo durante quei terribili mesi, ma Jared sembrò sempre incapace di spiegarsi del tutto.

"Era come se mi avessero tolto la gioia di vivere...tutto l'amore.." disse solo.

"Un abisso buio e freddo da cui sembra impossibile risalire...la depressione è forse il più orrendo di tutti i mostri, signor Winchester." Gli disse uno specialista.


Da quel momento, Jared si riprese, ricominciò a stare bene, ricominciò a sorridere, tornò la sua allegria e il suo modo stupendo di amare. Guarì perchè finalmente era tornato dal suo Jensen.



*

"Jared, dovresti uscire un po'. Farti un'amichetta. Non hai voglia di portarmi una fidanzata?" chiese John ad un Jared sedicenne.

"No." rispose lui, sorseggiando il caffè.

"Guarda che non fa bene per un ragazzo della tua età restare solo."

"Io non sono solo."

"Ma se passi tutto il tuo tempo chiuso in casa."

Jared sorrise, abbracciandosi le spalle, tornando alle sensazioni della prima mattina appena sveglio. La sensazione di aver dormito tra le braccia dell'amore della sua vita.

"Lo so, eppure io...non mi sento solo."

"Ma se avessi una ragazza, saresti meno solo."

"Non sarebbe corretto nei confronti dell'anima gemella che è già impegnata con me. Non voglio tradirla."

"Jared, ma che stai dicendo?"

"Uh? Non lo so. Dicevo tanto per dire..."




*

"Uhhhh..." disse Jared alzandosi dal letto un po' anchilosato.

"Jared? Ti senti bene?"

"Mi sento come se mi avessero rivoltato come un calzino...John, non vado a scuola oggi." Disse Jared.

Si rimise a letto e la sensazione di stordimento ritornò, anche se era piacevole. Si ricordò del sogno che aveva fatto. Aveva sognato di fare l'amore con un ragazzo. Lui era così bello.

Voleva rifarlo. Si addormentò e fece di nuovo lo stesso sogno. Quando si risvegliò, si accorse di essere venuto nel sonno.

"Dio...che cosa imbarazzante. Devo sbrigarmi a cambiare le lenzuola prima che John se ne accorga!" disse.












Note dell'autrice:

ragazzi, scusatemi tanto, speravo di finire tutto in un capitolo ma la storia si prolunga e in più io in questi giorni non sto molto bene xd

nel prossimo capitolo vedremmo i flashback di quando sam e jared fanno l'amore con jensen :)

alcuni pezzi di questo capitolo sono nuovi, altri invece vengono dai ricordi di sam/jared durante il suo viaggio nel capitolo 83 :))  


Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora