C'era un tempo in cui Castiel non era ancora Castiel. Aveva un altro nome e si chiamava Misha.
"Ehi, guarda dove vai, moscerino...."
Misha cadde dopo lo sgambetto del ragazzino sovrappeso, che gli fece la linguaccia, e si allontanò con gli altri ragazzini, ridendo.
"Serve una mano?"
Misha si voltò e vide un ragazzino biondo che gli porgeva la mano, per aiutarlo a rialzarsi.
"Grazie." rispose sorridendo.
*
"Sai, Riccardo e i suoi amici mi prendono sempre in giro...e io non ho mai il coraggio di dirlo alla maestra..." diceva Misha, seduto sui gradini della porta della scuola.
"Sbagli. Sono i bambini come te, che fanno crescere bambini come Riccardo e i suoi amici." aveva ribattuto Jensen.
Misha si rabbuiò.
"Vedi? Dovresti rispondermi: fatti i fatti tuoi...oppure – stai zitto – e invece resti zitto te, perché?"
"Non so...non voglio che te la prendi, forse.." rispose Misha.
"Sei strano." disse Jensen, addentando la mela.
"Grazie, lo so già." sbuffò Misha.
"Ma siccome anche gli altri bambini pensano che io sia strano, vuol dire che siamo uguali, e quindi siamo amici."
"Se pensi che sia questa l'amicizia, hai molto da imparare." disse Misha perplesso.
Jensen si alzò contrariato e disse: "Se tu...mettiamo caso che tu sei invisibile, ok? E solo io posso vederti e parlare con te..."
"Ma questo è impossibile!"
"Sì, ma facciamo finta! Se solo io potessi vederti, e tu puoi parlare solo con me...e...e ti piace questo...se siamo tutti e due contenti...sarebbe amicizia?" chiese Jensen, pensando a Sam, che in quel periodo aveva quattro anni.
Misha sembrò decisamente perplesso, ma ci riflettè alcuni secondi.
"Se insieme stiamo bene, sì...ma perché c'è bisogno che io devo essere invisibile?"
"Beh..perchè se non fossi invisibile, potresti andare con...gli altri bambini...e mi lasceresti!" disse Jensen.
Misha era ancora più perplesso. "Io non sono invisibile, ma sono qui, adesso, con te."
Jensen si illuminò. "Quindi stai dicendo che siamo amici?"
"Sai, non mi piace questo gioco di parole." disse Misha, andando via, e lasciando Jensen basito.
*
"Io sono molto popolare qui...che ne dici di entrare nel mio gruppo? Lascia perdere quello svitato che parla con gente che non esiste! Col tempo scoprirai che certi amici sono migliori di altri, non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate? In questo posso aiutarti io." diceva un ragazzino a Misha.
"Credo di essere capace di riconoscere da solo le persone sbagliate, grazie." disse gelido Misha.
Pochi minuti dopo.....
"Quindi adesso siamo amici?" chiedeva Jensen, seduto sull'erba del giardino della scuola, sorridendo.
"Ahhh, andiamo...amici è un po' troppo forte come parola." Rispose il ragazzino moro, seduto al suo fianco, sorridendo.
*
"Scusa se sono venuto in ritardo al parco giochi oggi, ma Sammy ha cominciato a piangere...e...non la finiva più..."
"Perché non hai portato anche lui?"
"Perché...mi avrebbe distratto." ammise Jensen vergognandosi.
"Distratto?" ripetè Misha basito.
"Sì, quando lui è con me...guardo solo lui e mi dimentico del mondo che c'è attorno a me." disse Jensen.
"Ma come parli? Dove l'hai sentita questa frase?"
"Credo di averla sentita l'altro giorno in un film!"
"Un film?"
"Un film d'amore, credo! Un uomo lo diceva ad una donna! La frase mi è sembrata bella!"
"Ma Jensen, stai parlando di un film d'amore, e del tuo...fratellino immaginario...come possono essere la stessa cosa?"
Jensen si alzò dall'altalena, isterico.
"Non parlare di lui così!"
"Scusa, non volevo offenderlo...ma adesso risiediti e non gridare."
"No, io...mi sono appena ricordato che il mio frat...Sammy, diventa molto agitato quando io non ci sono, devo tornare, se no la febbre potrebbe durargli di più e mi terrà sveglio tutta la notte...e poi non voglio più vederti. Sei cattivo. Cattivo."
"Jensen!!" provò a richiamarlo Misha, ma inutilmente. Jensen stava già correndo, con le lacrime che gli rigavano la faccia.
Jensen riemerse da quei ricordi e Castiel gli disse:
"Eri così ossessionato da Sam..."
"Già...ricordo che ti facevo una testa così." Disse facendo il gesto con le mani. "Chissà quanto ti avrò tormentato...quanto mi avrai creduto pazzo."
Castiel corrugò la fronte e disse: "Non ricordi ancora tutto..."
"Ehm no...ma ricordo abbastanza..." disse Jensen.
"No, Jensen...guarda...meglio.." disse Castiel poggiandogli una mano sulla fronte.
*
"Soffrivo di epilessia...alternavo momenti in cui stavo bene, ad altri in cui mi prendevano le convulsioni, e dovevano portarmi di corsa all'ospedale, e quel giorno, mentre mi portavano di peso sull'ambulanza, lo vidi...." Raccontava Castiel.
Jensen poteva rivedere il momento in cui assisteva impotente, con Sammy al suo fianco, a Misha che veniva caricato sull'ambulanza....
Quello che però accadde a Misha quel giorno, non poteva vederlo, ma lui lo ricordava.
"Stavo per perdere i sensi, anzi, li perdevo ad alternanza, e uno dei momenti in cui ero ancora di qua, l'avevo visto....avevo visto te e....Sammy, che ti teneva la mano...era piccolo, e tenero proprio come me l'avevi raccontato...fu quella l'immagine che ebbi visto, prima di perdere i sensi...quando mi ripresi, ti raccontai proprio questo..."
"Sì...sì! Ora ricordo...e da quel momento..."
"Lo vedevo anch'io...già" confermò Castiel.
*
"Misha...Misha...oh, perché sei tu, Misha?...rinnega il tuo nome e datti un nuovo nome!" gli diceva un pestifero Sam, infastidendolo, a casa di Jensen.
Misha rise. "E che nome dovrei darmi, di grazia?"
Al piccolo Sam di nove anni, venne un'idea.
"Ecco! Grazia come la grazia di un angelo! Chiamati con il nome di un angelo...così potrai proteggere me e mio fratello per sempre!"
Misha rise. "Ok...piccolo...d'ora in poi per voi sarò Castiel."
*
Castiel assisteva divertito al massaggio al collo che Jensen stava facendo a un quindicenne Sam sdraiato sul letto.
"Ahhhh." Sospirava Sam mentre Jensen faceva più pressione sul collo, pavoneggiandosi di quella bravura.
"Sembra che stai avendo un orgasmo, Sammy." Disse Castiel divertito.
"Stai zitto." disse Jensen.
"Solo lui può chiamarmi così." Replicò Sam.
Castiel alzò gli occhi al cielo, poi disse sorridendo: "Beh, io devo andare...lascio i due piccioncini da soli."
Appena se ne fu andato, Jensen spupazzò di baci affettuosi il collo di Sam, che sorrise estasiato e divertito a occhi chiusi, tenendogli una mano sulla guancia.
"Lo vedevo anch'io, Jensen." Ripetè Castiel.
Note dell'autrice: Ahahahhah ok, specifico che i dialoghi dei bambini Jensen e cas sono fatti apposta cosi, ho voluto cercare per quanto possibile di usare un linguaggio un pò infantile essendo loro piccoli, per il resto....questa storia sta diventando tipo Beautiful O___O Per i fans di Jared e Jensen non temete...so che la situazione con Sam è strana ma non sono fan dei triangoli...solo che non posso dirvi come stanno realmente le cose...ancora no ç_ç
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Amore e Morte nel mirino - Soulmates
Fiksi Penggemar"Mi hai trovato!" gli disse commosso. "Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre." Gli disse Jared commosso a sua volta. Chi vuole uccidere Jared e perchè? Ce la farà Jensen a salvarlo e da chi?