Cap 54. Delirio

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Jared era andato a prendere delle medicine per Jensen in farmacia e quando tornò, non lo trovò nella stanza.

"Maledizione! Non avrei dovuto lasciarlo solo!!" disse Jared, cominciando a correre e a gridare il nome di Jensen per tutta la casa. La sua mente andò subito a immagini di Jensen ferito, rapito un'altra volta o costretto a compiere atti orribili, oppure disperso chissà dove.

"JENSEN!!" gridò ancora.

Lo trovò in garage rannicchiato contro il muro, al buio.



"Jensen!! Che cosa hai fatto?" chiese, accendendo la luce del garage.

"NOOOO. SPEGNI, TI PREGO!"

"Dio mio..." disse Jared, spegnendo immediatamente.

"La luce mi fa male...e ho sete...tanta sete..."

"A- aspettami qui." gli disse Jared.

Si precipitò in casa, trovando il pavimento della cucina allagato.

Jensen doveva essersi accanito contro le bottiglie fino ad allagare il pavimento.

Avrebbe ripulito poi. Ora Jensen aveva bisogno di lui.

Prese una felpa con il cappuccio ed entrò nel garage adagio.

"Jensen, ora entro. Stai tranquillo, non ti farò del male. "

"Non farmi uscire! C'è la luce del sole...non posso uscire...sono un vampiro!"

"Jensen, non sei un vampiro...e riguardo al sole, perché sei uscito, se lo temi?"

"I mostri...devono stare al buio..." disse lui, con aria affranta.

Jared si sentì mancare le forze. Non ancora. Non di nuovo.


Perché Bobby e John non erano qui? Perché non lo aiutavano?

"Sono solo un peso per te. Lasciami morire." Disse Jensen, mente Jared cercava di sollevarlo.

Uno schiaffo.

"Dillo di nuovo!!" gridò Jared, in lacrime.

"Jared...io..."

"Ora alza il culo e permettimi di portarti via da questo garage o giuro che te ne do un altro!"

Jensen lo guardò stupefatto, ma sembrava più in sé ora.

Annuì sorpreso e lasciò che Jared gli mettesse la felpa e un braccio al collo per sostenersi, in un gesto molto più tenero.



Quando lo riportò dentro, Jared si mise ad asciugare il pavimento con degli stracci e uno spazzolone, mentre Jensen lo guardava sulla soglia, con uno sguardo pieno di sensi di colpa.

Non disse più niente, ma si avvicinò a Jared, piano, abbracciandolo da dietro.

Jared smise di asciugare, bloccandosi, rivolgendo uno sguardo al soffitto.

"Scusami." Disse Jensen, dandogli un bacio sulla spalla e Jared si sentì mancare. Non importava quanto poteva avercela con Jensen. quando lui lo baciava, si dimenticava di tutto.


Si voltò, poggiando lo spazzolone e guardò profondamente Jensen, accarezzandogli una guancia con il pollice. Intuiva dallo sguardo di Jensen, le sue paure. Intuiva che Jensen aveva il terrore che con il suo comportamento, Jared smettesse di amarlo.

"Sono solo stanco di vederti che ti autodistruggi, Jensen. non fai altro. Sembra che vuoi a tutti i costi buttare via la tua vita. Io ti amo, ma tu devi aiutarmi."

"Ma merito il tuo aiuto, Jared? Lo merito dopo tutto quello che ti ho fatto?"

"Diosanto, Jen! Non posso credere che stiamo tornando a parlare di questo ancora!"

"Mi ameresti se non sapessi che siamo anime gemelle? No, mi avresti già lasciato, perché quello che ho fatto io è imperdonabile!!"

Un altro schiaffo.

"E guarda che ci sto prendendo gusto!!" gridò Jared, con la voce singhiozzante.

Jensen si toccò la guancia, che ormai stava diventando rossa per via del secondo schiaffo.

"Sono inutile per te. Sono solo un povero assassino malato morente. Sono un peso."

"Non è vero!!!"

"No? Super soldato, Jared!! Quando avremo curato la cazzata del vampirismo, credi che io possa tornare normale?? Il mio corpo è stato sottoposto a una valanga di porcherie. Sono un soggetto esp con un corpo potenziato. Una sorta di robot! Un mostro!"

"E io sono una diavolo di anima che si diverte ad andarsene in giro e a vivere due vite da 23 anni, quindi non venire a parlare proprio a me di mostri!!"

"Giusto, poi c'è anche il fatto che ti ho sparato alla testa. Quella è soltanto una delle tante cose orribili che ti ho fatto e tu sei ancora qua a prenderti cura di me!"

Un altro schiaffo.

Jensen era triste ora.

"Mi prendo cura di te perché ti amo, brutto idiota!! È questo che fanno le persone. Prendersi cura di quelli che amano! Non importa che genere di idioti spara cazzate e tendenti all'autolesionismo essi siano!"


"Mi ritieni così tanto un mostro da pensare che non merito di sapere che mio padre è vivo, mi parla e mi porta la spremuta fresca la mattina per farmi alzare dal letto..." disse Jensen con tono mortifero.

Jared lo guardava ora a bocca aperta.

"Come...come..."

"Come? Immagino di averlo sempre saputo. Forse dal primo giorno che l'ho visto."

"Jensen, io te l'avrei detto...stavo solo aspettando che tu stessi meglio..."

"Meglio? Non starò mai meglio, Jared. Sei sicuro che non me l'hai detto perché in fondo dentro di te, volevi punirmi?" disse, sedendosi sul divano.

Jared si sedette vicino a lui, scuotendo la testa e poi d'un tratto gli venne in mente il perché Jensen stava dicendo quelle cose.



"Ora la mente di Jensen, così come il corpo, è sovraccaricata. Un'attività cerebrale così attiva, potrebbe amplificare i suoi sentimenti e pensieri fino a renderlo a tratti esasperato o irriconoscibile."

"Dottore, ci spieghi in parole povere." Aveva detto Bobby.

"Delirio." Aveva sentenziato il dottore.



Jared era andato a prendere del ghiaccio e glielo stava posando sulla guancia, mentre Jensen, più rilassato ora, si era addossato con la testa sul suo petto e accarezzava il palmo aperto della mano di Jared.

Jared si sentì sciogliere per quella carezza piena d'amore. Desiderò tornare indietro e non averlo colpito. Lui stava male e Jared l'aveva colpito. Chi era il vero mostro?


Quando Castiel ritornò, li trovò ancora così, con Jared che aveva gli occhi persi nel vuoto.

"Jared! Cos'è successo??"

"Jensen...lui...ha avuto una crisi. Ha allagato la cucina e poi è scappato in garage. Io ho cercato di farlo ragionare ma lui...continuava a dire cose folli, a dire che era un mostro, che non dovrei perdonarlo. Che dio mi perdoni, Cas, l'ho schiaffeggiato."

"Beh, a costo di suonare insensibile, hai fatto solo bene, per farlo riprendere!"

"Tre volte."

Castiel restò zitto.

"Era inarrestabile. Non riuscivo a sopportare come parlava di sé stesso e con che convinzione diceva che non merita il mio amore...e poi ha cominciato a parlare di Bobby..."

"Bobby?"

"Sì. Sa tutto, Castiel. Non so se ora legge nella mente o se l'ha sempre saputo, come dice. Sa che Bobby è suo padre e sa che la persona che dice di amarlo con tutto sé stesso, gliel'ha tenuto nascosto."

"Jared..."

"Avrei dovuto dirglielo io, Cas, invece non l'ho fatto perché volevo lo facesse Bobby. Bobby non l'ha fatto e lui ora pensa che non volevo dirglielo!" disse Jared, riprendendo a piangere.

"Schhh. Basta, Jar. Voi risolverete ogni cosa, perché è quello che fa l'amore. Dopo tutto quello che avete passato, questo è il minimo."

"Ma Jensen...lui sta così male.."

"Appunto....quando starà meglio, vedrà le cose diversamente. Nel frattempo...credo che non dovremmo restare qui. Che ne dite di una bella gita in una baita in montagna qualche giorno, prima della..." disse Castiel, alludendo alla trasfusione di Jensen.

"Sei impazzito? Ti sembra il momento per una gita questo?"

"Non vedrei momento più adatto." Disse Castiel con un sorriso.





*

Jensen stava ancora dormendo sul divano. Ad un tratto vide arrivare Jared e posargli un delicato bacio sulle labbra.

"Jared..." mormorò.

"No. Riprova."

"Sam??"

"Hai un aspetto di merda, amore."

"Uhm...potresti essere stato tu."

Sam lo guardò apprensivo. Jensen si affrettò ad aggiungere: "Uno schiaffo. Anzi, tre."

"Uhh...devi avermi fatto davvero incazzare" rise Sam.

"Ti ho detto che non merito il tuo amore e il tuo perdono."

"Uhh...ripensandoci, tre schiaffi sono troppo pochi. Perché l'hai fatto?"

"Perché...a volte mi chiedo se mi avessi perdonato, se...non fossimo anime gemelle."

Sam fece una smorfia.

"Perché mi ami, Sam? ti prego, dimmelo. Ho bisogno di saperlo."

Sam si avvicinò a lui e gli sussurrò all'orecchio:

"Perché penso che tu sia fantastico."

"Uh."

"Perché sei bello, affascinante e così dolce con me. Perché ti voglio e ti desidero. Perché ti amo." Disse Sam, baciandolo e stringendogli i capelli.

"E tu perché mi ami, Jensen? Non credi che anch'io abbia bisogno di sentirmelo dire?"

"Sam, io....ti amo perché sei tu, perché penso che tu sia fantastico, con una forza, un'energia e un amore incredibile."

"Lo so, Jensen, l'ho sempre saputo."

"Ma dicevi..."

"Non parlavo di me ora, ma di me dopo..."

"Oh..."

Sam ha ragione, sono uno stupido...

Sam gli diede ancora un bacio e poi scomparve.







*

Jared si rigirava nel sonno, mezzo intontito, quando sentì dietro di sé una presenza abbracciarlo da dietro.

"Jensen! Mi vuoi far prendere un colpo??" si spaventò.

"Scusami, amore, scusami."

"Ora sono di nuovo il tuo amore??"

"Hai ragione. Hai ragione su tutto."

"Ah sì?"

"Scusa per essermi comportato in quel modo oggi."

"Accetto le scuse se tu mi perdoni per gli schiaffi."

"Uhm...a dire la verità sono contento per quelli."

"Ah sì?" chiese Jared sorpreso, voltandosi, mentre Jensen era chino su di lui.

"Sì. Io non voglio che tu ti annulli per me e accetti tutto quello che faccio perché siamo destinati a stare insieme. Voglio che mi contesti e che ti arrabbi se io ti ferisco."

"Jensen..."

"Perché se non lo fai, come posso fare io per imparare? Come posso capire dove sbaglio in modo da non rifarlo più??"

"Fare cosa??"

"Ferirti."

Jared rimase a guardarlo.


"Jensen...tutto quello che è successo...mi ha ferito, è vero. Mi ha ferito scoprire che volevi uccidermi, ma innanzitutto non l'hai fatto. Non solo quando ci siamo conosciuti a Venezia, ma anche durante il nostro primo incontro sulla nave. Come posso odiarti per una cosa che non hai fatto, che non sei riuscito a fare, perché mi amavi troppo, e non da pochi giorni, ma da tutta la vita?"

"Jared..io..."

"È vero, mi ha ferito inizialmente, ma sono cose che passano, Jens. Seriamente, come potrei odiarti dopo tutto quello che tu hai passato? Restare rinchiuso per anni...dio mio...non riesco ad immaginare come ci si possa sentire." Disse Jared, accarezzandogli la guancia.

"Io avevo te...non avevo bisogno di nessun altro..." disse Jensen e dopo questa frase, Jared lo baciò.

"Mi avrai sempre con te, Jensen."

"Consentimi di proteggerti come tu fai con me."

Jared rise. "Quindi è questo? Il tuo orgoglio da macho viene ferito? Se ci sarà un'altra sparatoria, ti consentirò di proteggermi." Lo prese in giro.

Jensen se lo abbracciò tutto.


"Davvero vuoi litigare con me? Non è più piacevole fare l'amore?" chiese Jared ridendo delle paranoie del compagno.

"Io amo fare tutto con te!"



"Seee. Quando cominceranno a volare i piatti, voglio vedere."

"Stronzo."

"Coglione."

E si baciarono ancora.








Note dell'autrice: 


Tranquilli, riparleremo della questione di Bobby :))
Ps lo so, Jensen è testardo, ma molto realisticamente, di solito quando qualcuno è fissato con qualcosa, non gli passa tanto facilmente, quindi ho voluto rendere Jensen realistico da questo punto di vista. Jared ha molta pazienza ahhah   

Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora