Cap 106. Jensen e Sam parlano in giardino della famiglia di Sam

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  Jensen andò in giardino, dove poco più in là, seduto sull'erba, stava il suo grande amore.


Sam. Jared. Sam/Jared.

Fece ancora qualche passo in avanti, ma restò a una certa distanza e gli chiese:

"Posso...posso venire a sedermi lì con te o preferisci star solo?"

Sam si girò e un sorriso comparve sulle sue labbra.

"Vieni, Jensen, tu sei l'unico che non mi stancherei mai di avere vicino." Disse in modo affettuoso.

Jensen sorrise. Era bello non sentirsi mai respinti da quello che per te era il grande amore della tua vita.


Raggiunse Jared sull'erba e si sedette al suo fianco, aspettando che lui parlasse. Ci vollero due minuti di silenzio, poi Sam disse tristemente:

"Jensen, io...queste persone per me sono degli estranei!"

Jensen corrugò le sopracciglia e gli disse: "Lo sono per tutti."

"Sì, ma per me dovrebbe essere diverso! Loro sono la mia famiglia, cazzo. Sono i miei...nonni!"

"Sì, ma..."

"Mi sforzo di provare dei....sentimenti di amore, di sentirli parte di....me. Con Jo ci sono quasi riuscito, ma con i miei genitori...e con loro...non riesco. Li sento come estranei. E mi sento schifosamente in colpa per questo!!!"

"Jared, ascoltami, tu non hai mai conosciuto i tuoi genitori, neanche i tuoi nonni. Hai conosciuto però John. Cosa provi per lui? Cosa provi per il tuo vero padre?" gli chiese, prendendogli la mano e coprendola con la sua.

"Io credo...credo di volergli bene."

"Vedi? Questo dimostra che non sei una persona insensibile, senza cuore." Disse Jensen, dolcemente.

Sam però si rabbuiò.

"Lo sono invece, tutta questa situazione mi pesa." Disse.

Jensen si stranì.

" A volte, anzi, spesso, realizzo che vorrei ancora sentirmi come mi sentivo un tempo. Quando non avevo un'identità. Quando avevo solo te. Solo noi due. Nessun parente scomodo, nessuna famiglia complicata."

"Jared..."

"Non ci riesco, Jensen. Io ci provo. Io...provo ad essere l'uomo di cui ti sei innamorato."

"Ma, Jared, lo sei." Disse Jensen, toccandogli le guance, dolcemente.

"No, non è vero." Disse Jared arretrando. "Non capisci, per me era facile amarti, era naturale. Ora d'un tratto mi ritrovo con la famiglia più incasinata che si possa mai immaginare! D'un tratto ho un padre e devo abituarmi a sentirmi come un figlio e ad un certo punto ci stavo anche riuscendo e mi piaceva... ma poi, poi è arrivata Jo e ho dovuto essere anche un fratello...poi abbiamo scoperto che i miei genitori sono ancora vivi e ora scopro che ho anche dei nonni ancora vivi!! Sono tutte persone che per me non sono niente, Jensen e io...sento la pressione addosso di dover provare dei sentimenti per ognuno di loro."

"Jared, tu non devi farlo...non sei costretto a farlo."

Sam continuò, tenendosi la testa.

"Nella mia testa continuano ad accumularsi troppe emozioni. Da un lato rivorrei tutta la mia famiglia riunita, dall'altro lato vorrei solo che sparissero tutti quanti e ci lasciassero da soli, come una volta. Jensen, perché non può ritornare tutto com'era una volta?" chiese, quasi piangendo.

Jensen lo abbracciò, cercando di consolarlo. "Schhhh."

"Sono un mostro. Riesco a pensare solo a me stesso."

"E a me." disse Jensen.

Sam lo guardò interrogativo.

"Siediti, devo rivelarti anch'io qualcosina." Gli disse Jensen.

Sam obbedì.



"Sam, è normale che tu ti senta in questo modo. Per dei lunghissimi anni, abbiamo avuto sempre un rapporto esclusivo. Non avevi altri legami, all'infuori di me e Castiel, quindi non sai come fare. Non sei abituato a voler bene anche ad altre persone e quindi ti senti alienato, oppresso, ma posso garantirti che andrà meglio con il passare del tempo."

"Io...io non lo so. È nomale desiderare che tutti spariscano e che restiamo solo noi due?" chiese Sam, scettico.

Con sua grande sorpresa, Jensen rise e rispose:

"È normalissimo. Succedeva anche a me!"

"Cosa?" chiese Sam sorpreso.

" Devo rivelarti delle cose molto imbarazzanti, Sam. Quando ero più giovane, ho fatto delle ricerche su di te. Per capire cosa...fossi. Da dove venissi. Chi fossi."

"E....?" chiese Sam sorpreso.

"E poi, parlandone con Cas, mi ha messo davanti a cosa sarei dovuto andare incontro se per caso l'avessi scoperto. Avrei dovuto affrontare tutte le conseguenze del caso. Anche un nostro...addio."

"Jensen..."

"Ho avuto paura. Cercavo su google e le ricerche mi mandavano a amichetto immaginario, oppure, spettro. Temevo che se mi fossi convinto davvero che eri un amichetto immaginario, saresti scomparso. Temevo che se avessi avuto le prove che eri uno spettro, avrei dovuto dirti addio, per darti la pace. E sapevo che non avrei potuto fare finta di niente, mentirti, qualora avessi scoperto la verità su di te. Non avrei sopportato di nasconderti la verità...così, decisi di lasciar perdere, di non volerlo sapere."

"Oh."

"A Cas dicevo sempre che eri...mio, che era destino che fossi venuto da me, per me...e che voleva dire che anche io ero qui per te. Ero contento che non eri mio fratello, perché in quel modo non mi sentivo in colpa a considerarti il mio tutto, ma allo stesso tempo ero contento che io e Cas potessimo essere la tua unica famiglia. Ero contento che potessimo vederti solo noi. Avevo paura che se qualcun altro avesse potuto...ti avrebbe portato via da me."

"Ma Jensen, questo non era possibile." Disse Sam, toccandogli il braccio, sorridendo.

"Credevo che...che ci fosse qualcosa di oscuro dietro le tue origini. Credevo che smettere di indagare, ti avrebbe protetto."

"Avevi ragione in un certo senso." Disse Sam, storcendo il naso.

"Invece mi sbagliavo." Disse Jensen.

"Come?"

"Oh, Sam, non capisci? Per tutta la mia vita, credevo di averla percorsa insieme a te, invece era tutta un'attesa, tutto un percorrere la mia vita, inseguendoti, cercandoti. Ho amato il tuo spirito da molti anni, ma solo alla fine, a Venezia, ti ho trovato, dopo averti a lungo cercato. Ti ho avuto con me per tanti anni senza averti davvero, per poi ricongiungermi a te e trovarti finalmente a Venezia. Tutta la mia vita l'ho passata cercandoti, anche se ti avevo già trovato." Disse, accarezzandogli le guance.

"Mettendola così, sembra che finora tu ti sia accontentato." Disse Sam, toccandogli le mani, che erano ancora sulle sue guance.

Jensen si incupì.

"Non dire mai più una cosa del genere. Io sono stato innamorato da te da sempre, ma avere l'amore della mia vita a giorni alterni, perché poi sparisce per avere una doppia vita, non è il massimo della felicità. Senza contare che quando tornavi a essere Jared, ti dimenticavi di me, di noi. Mi distrugge immaginare come hai potuto passare tutti questi anni quando non eri con me, ma" disse, prima che Sam lo interrompesse di nuovo.

"Sai cosa c'è di nuovo? Non voglio più essere quel ragazzo egoista che diceva a Castiel che era felice che non avessi altri legami all'infuori di me, perché è proprio quest'altra vita che hai avuto, che ti ha reso Jared, che mi ha fatto conoscere altre sfaccettature di te che non sapevo avessi e le amo tutte quante."

"Jensen, io..."

"Oh, Jared, Sam...sei una persona meravigliosa. Se solo tu sapessi quanto sei straordinario. Ti dai la colpa di non provare amore per i tuoi famigliari, io invece ringrazio loro, perché se tu sei così, di certo ti hanno ereditato molto di buono, perché sono la tua famiglia e ti dirò di più, da un lato sono anche grato alle persone cui stiamo dando la caccia, perché se non fosse successo tutta questa immensa tragedia, forse noi due non ci saremmo mai incontrati."

Sam ci pensò un po' su. Doveva ammettere che forse Jensen aveva ragione.

"Per un buffo scherzo del destino, io facevo parte proprio della cerchia delle stesse persone che ce l'avevano con la tua famiglia..."

"No." si ribellò Sam. "Tu non sei come loro. Sei stato rapito. È diverso." disse Sam.

"Sì, ma comunque è lo stesso. Noi due siamo da sempre stati collegati, senza saperlo. E se non fosse stato per l'esperimento del dottor Frankenstein con il mio sangue, per il progetto Soulmates, forse non ci saremmo mai incontrati." Disse Jensen.

"L'hanno fatto perché ce l'avevano con tuo padre, così come i miei genitori. Ci hanno fatto un grande regalo, senza saperlo."

"Se non fosse che poi mi hanno ordinato di eliminarti, quando hanno scoperto quanto era forte il nostro legame."

Jared e Jensen risero insieme.

Jensen riprese:

"Una volta ero egoista, ora invece dico che è grazie alla tua famiglia che ti ho avuto, quindi, inaspettatamente, devo ritrarre le mie manie di gelosia e possessività e mostrarmi grato per aver fatto nascere e crescere una persona tanto meravigliosa, nonché per avermela fatta incontrare."

Jared si incupì nuovamente. "È per questo che davanti a loro hai ripreso a chiamarmi Jared?"

"Io...lo sai perché, Sam. Loro...non sanno che tu..."

Sam si alzò, voltandosi.

"Non sanno che per tutta la vita ho viaggiato fuori dal corpo. Lo so."

Jensen lo guardò profondamente.

"Dovremmo dirglielo."

"Cosa??" chiese Sam, voltandosi, spaventato. "No! Non avevamo parlato anche di questo!"

"Beh, era inevitabile che l'avremmo fatto." Disse Jensen, arcuando le sopracciglia.

"No! Jensen, dai retta a me, non è necessario."

" Jared, resterò vicino a te, gli spiegheremo tutto e loro capiranno, vedrai..."

"NO! Non capisci!! Se noi....se noi gli raccontiamo questo, dovremmo....saremmo costretti a raccontargli......tutto!!"

Rialzò lo sguardo su Jensen e quest'ultimo vide la tristezza e il dolore impresso sul volto del ragazzo.

"Capisco." Disse infine Jensen. "Quindi è arrivato il momento di scoprire le carte." Disse, incrociando le braccia.

"Cosa? Che vuoi dire?"

"Pensavi davvero che mi sarei bevuto tutti i tuoi discorsi su quanto fossi egoista a non amare la tua famiglia? Jared, Jared, non metto in dubbio che tu non riesci o non vuoi amarli, ma non lo fai per egoismo, ma per me. Perché non lo ammetti?"

"C-che cosa stai..." balbettò Sam.

"Tu hai troppa paura di scoprire che cosa possano dire i tuoi nonni e i tuoi genitori – quando e se riusciremo a salvarli – al mio proposito. Hai paura che mi odino."

"No! Non è vero!"

"È capibile. Io avrei dovuto ucciderti, ero il tuo potenziale assassino."

"Basta!"

" Temi che loro non mi ameranno e quindi tu di riflesso li odii."

"BASTA!!! FINISCILA!!" gridò Sam, poi scoppiò a piangere.

Lo sguardo di Jensen si addolcì in una sorta di sorriso triste.

"Amore mio, il vero amore avvicina, non allontana. Io mai potrei perdonarmi se fossi l'artefice dell'allontanamento della tua famiglia, né posso permettermi di non farmi prendere le mie responsabilità. Lascia che parli con loro, parliamoci insieme se lo vuoi e se insulti e diffidenze devo prendere, me le merito e poi proverò ancora e ancora, fino a quando non crederanno che il mio amore è sincero e che quando tutto questo sarà finito, non voglio altro che una vita felice con te."

Sam lo abbracciò e Jensen lo strinse forte.

"Ma dobbiamo dirglielo, Jared. Tutte le informazioni sono necessarie se vogliamo salvare i tuoi genitori, devono sapere che io sono collegato, devono sapere che siamo entrambi collegati, che le nostre famiglie sono entrambe invischiate in questa cosa."

"S-sì. Okay, okay, ma, Jensen, io oltre ad aver paura per noi, ho paura anche che loro non mi accettino."

Jensen lo guardò stranito. "Perché mai non dovrebbero accettarti?"

"Perché sono...una specie di scherzo vivente?" rise Sam. " Loro forse si aspettano un altro nipote. Uno che non esce fuori dal corpo, magari."

Jensen lo strinse più forte.

"Non potrebbero mai non accettarti, Jared. Sai perché ti chiamo spesso anche io così? Perché ti vedo come un'unica persona. Il mio grande amore. E anche loro lo faranno. Ti vedranno solo come il loro nipote."

Sam annuì.

"Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto necessario, tesoro. Anch'io voglio restare da solo con te, per lungo tempo. Quando tutto questo sarà finito, ti prometto che ci ritaglieremo un luuuungo tempo per noi."

Sam annuì felice, lasciandosi abbracciare un'altra volta.




*

"Sam sta molto male." disse Jensen, parlando da solo con Castiel, fuori dall'abitazione.

"Immagino. Anche Jo non se la sta passando bene." disse Castiel. "Cosa ti ha detto?"

Jensen sospirò.

"È frustrato, Cas. Credo che odii la sua famiglia."

Cas era il suo migliore amico e una persona meravigliosa, anche perché in occasioni così, non se ne usciva con esclamazioni del tipo: Dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro, ora dice che li odia? Non poteva dirlo prima?

Ma rispondeva invece:

"Beh, credo sia comprensibile un quasi odio. La madre non l'ha mai conosciuta e ha vissuto per lunghi anni senza sapere che suo padre è vivo e che era l'uomo che l'ha cresciuto, i nonni si riscoprono vivi anche loro e gettandogli addosso altro carico molto più pesante. Schiavi confinati in un'isola! Scopre che la sua famiglia è un gran casino e che ha condizionato tutta la sua vita! Cazzo, anche io la odierei. Almeno un po'." Disse Cas, scoppiando a ridere.

"No, Cas, non è questo il punto. Il punto è che Sam la odia per colpa mia! Crede che quando verranno a sapere il mio coinvolgimento in tutto questo, mi odieranno e siccome sono l'uomo che ama, non può permettere che abbiano dei pregiudizi, tze, come se non fossero giustificati. Ho solo cercato di ammazzare il loro adorato nipote. Che sarà mai!" disse sarcastico Jensen.

Castiel sorrise, poggiandogli le mani sulle spalle.

" Riconosciti anche tutto quello che hai fatto per lui. Lui ha salvato la vita a te milioni di volte, ma anche tu l'hai fatto con lui. Quando è venuto a salvarti in quella base militare, è grazie a te se i vampiri non l'hanno preso. Hai salvato anche me, ricordi?"

"S-sì."

" Ed è sempre merito tuo se Sam non ha perso la sua mente, durante tutte le sue crisi. È per merito tuo se è ancora vivo. Stava per morire in quell'ospedale."

"Non ricordarmelo." Disse Jensen, tremando..

"Allora tu piantala di tormentarti. Ho passato l'ultima ora a consolare Jo, ma con te non posso usare la tattica di farti smettere di piagnucolare, a suon di baci." Disse Castiel, facendogli l'occhiolino.

Jensen lo abbracciò, grato. "Grazie, Cas. Sei davvero un buon amico."

"Non ringraziarmi. Sam è anche amico mio, lo sai. Non voglio che soffra."

"Neanch'io." Rispose Jensen.







Note dell'autrice:

Ciaoooo ^^ Ci tenevo tanto affinchè Jensen e Sam parlassero dei famigliari di quest'ultimo, volevo proprio che arrivasse la frustrazione di Sam per il sentimento totalizzante che ha per Jensen, di contro volevo anche che Jensen esternasse quanto in realtà lui li ami proprio perchè sono la famiglia del suo grande amore e che lui sa benissimo che Sam vuole odiarli perchè teme che possano odiare Jensen ^^

Certo, in una situazione di pericolo come questa, certi sentimenti andrebbero un pò messi da parte ahhahha ma che volete farci, i nostri ragazzi sono emotivi e ci piacciono anche per questo ^^
Ho cercato di fare questo capitolo un pò più lungo per non dilungarmi ancora oltremodo con la storia xd

Nel prossimo capitolo, Jensen e Jared parleranno con la famiglia ^^

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