Cap 26. Non posso lasciarti andare...o forse posso?

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Jensen scrisse quella lettera, interrompendosi più volte, per non rischiare di macchiarla con le sue lacrime

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Jensen scrisse quella lettera, interrompendosi più volte, per non rischiare di macchiarla con le sue lacrime.

Era ancora a metà, quando Castiel gli telefonò.

“Jensen?? Sei pronto? Dobbiamo filare!”

“Ancora qualche minuto.” Disse Jensen, asciugandosi un occhio.
 
 
 
 
*

Quello che successe dopo, fu come un sogno per il povero Jensen. La corsa a perdifiato per le stradine di Venezia, con un piccolo zaino in spalla, che conteneva lo stretto indispensabile.

Qualche vestito e lo spazzolino da denti, che, Jensen ricordava con dolore, aveva comprato assieme a Jared.

E ora li stava portando via dalla sua casa, via da lui. Come sé stesso, come il suo cuore.
 
 
Jensen era sudato e ansimante, quando raggiunse finalmente la torre più alta di Venezia.

Si mise ad aspettare Castiel, con il cuore che gli tamburellava impazzito.

Castiel tardava. Jensen sperò con tutto il suo cuore, che scalciava impazzito, che non fosse successo nessun imprevisto.

Non gli piaceva aspettare, perché così aveva tempo di pensare, e pensava inevitabilmente a Jared…a come l’avrebbe presa quando avrebbe trovato quella stupida lettera, a come avrebbe sofferto, a come l’avrebbe odiato…e non voleva pensarci.

All’improvviso però, qualcos’altro calamitò la sua attenzione. Guardò fuori dalla finestra della torre, e vide molto in lontananza delle auto che si dirigevano lì.

Auto della polizia.

Oddio no. Stava per venirgli un attacco di panico.

Calmati, cretino, forse non sono venuti per te…forse non stanno venendo qui.

Sì, certo, quand’è che hai smesso di credere a babbo natale, di preciso?

Dicevano delle voci dentro la sua testa.
 
Si convinse che l’unica soluzione era andarsene via da lì, il più in fretta possibile, ma all’improvviso una sagoma riempì lo spazio d’uscita della porta, e non potè più catapultarsi fuori.
 

JARED.
 

Forse l’attacco di panico l’avrebbe colpito in quell’esatto momento.

Lo guardò avvicinarsi, come dentro un sogno.

O forse un incubo…
 

“Jensen?? Cosa.. Cosa ci fai qui?” chiese un allibito Jared.

Jensen lo guardò sconsolato. Avrebbe potuto inventarsi che era lì perché sapeva che sarebbero andati li, che voleva aiutare, aiutarlo…ma erano solo menzogne che rimandavano l’inevitabile. Jensen sapeva che i poliziotti erano arrivati lì per lui.

Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora