Cap 34. Guardalo per me

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"Scoprii che io, come il mio amico Castiel ed altri ragazzi giovani come noi, eravamo stati rapiti per l'utilizzo di un esperimento a scopi militari. Il progetto Little death ovvero l'utilizzo di bambini e ragazzi con sopiti poteri ESP a scopi militari"

"Continua." Disse Bobby, che era molto provato.

Jensen non aveva più bisogno dell'ipnosi, per ricordare quegli avvenimenti....





*

"Jensen!" disse Castiel, correndogli incontro e abbracciando l'amico.

"Jensen! Cos'è successo? Perché ci hanno portati in questo posto??" chiese Castiel.

"D'ora in poi il tuo nome non sarà più Jensen; trova un altro nome." Disse uno degli uomini.

"Dean..." disse Jensen. non sapeva perché, ma gli era venuto in mente che sua madre gli aveva raccontato che suo padre prima di morire, era indeciso se chiamarlo Dean.

"Bene, Dean, e tu..."

"Si chiama Misha....ma lui avrebbe sempre voluto chiamarsi Cas...Castiel..." disse Jensen.

Grazie, Jensen... pensò Castiel.





*

"Pensi che dovremmo raccontare a questi bastardi di Sam?" chiese un giorno Castiel a Jensen.

Sam tremò.

"Stai tranquillo, piccolo. Castiel dice solo cazzate. Cas, perché non chiudi la bocca?" chiese Jensen, abbracciando Sam.

"Perché? Forse loro sapranno capire da dove viene."

"Innanzitutto, non ci crederanno mai se possiamo vederlo solo noi...non capiranno un bel niente e credendoci pazzi, ci butteranno a mare per disfarci di noi."

"E allora non sapremo mai perché noi possiamo vederlo." Disse Castiel.

"Forse perché noi tre siamo speciali." Disse Sam, congiungendo le mani alle loro.






*

"Castiel era con il dottor Dagherov che era a capo dell'esperimento e il dottore cercava di convincere Castiel a focalizzarsi su un fiore, dentro un vaso. Era ancora un ragazzo. Aveva 25 o 26 anni..."


"Concentrati, Castiel, voglio che ti concentri, il tuo potere è mentale, ma puoi focalizzarlo attraverso la vista, a qualsiasi distanza... guarda attentamente quel fiore, guardalo.

Tu non sei solo un sensitivo con poteri telecinetici, uno scanner! Sei un'arma, Castiel. Una piccola morte! Sarai la falce che difenderà il nostro paese. Devi andarne fiero!"

Castiel si concentrò, tenendosi le tempie e sforzandosi, puntellandosi con i gomiti sul tavolo su cui era seduto.

Una lacrima gli scese da un occhio, e il fiore dentro il vaso si frantumò uscendo dal vaso, schizzando l'acqua sul pavimento.

Tutti i ragazzi assisterono dietro il vetro. Anche Jensen.



*

"Loro hanno messo dentro di noi questa....cosa. Non la voglio Sammy, non voglio fare del male, uccidere...essere un mostro." Diceva Jensen, piangendo, seduto all'ombra di un albero.

Sammy lo abbracciò.

"Tu non sei un mostro, perchè sei il mio amore." Gli disse lui.






*

Jensen e il dottore erano in un bosco.

"Guarda quell'animale, Jensen. Guardalo per me." Disse il dottore, indicandogli un cervo.

Jensen lo guardò, e il cervo gli rimandò un'occhiata triste.

No, non poteva. Questo no.

"Non posso..."

"Questa è insubordinazione, ragazzino...sarai punito per questo." Disse il dottore.




"Cosa ti hanno fatto, Jensen?" ebbe paura di domandare Bobby.

"Mi hanno chiuso in cantina...con i topi!" disse Jensen a occhi chiusi.





*

"NOOOO, VI PREGO, FATEMI USCIRE, VI PREGO!" gridava Jensen

"I topi morsicano, Jensen, al buio non puoi difenderti da loro." Disse il dottore, mentre un topo morsicava la gamba a Jensen.

"NON LO FARÒ PiÙ, VI PREGO, FATEMI USCIRE!"

"Difenditi." Disse il dottore, in tono maligno.

Sam era in cantina con Jensen. Jensen non poteva vedere i suoi occhi al buio, altrimenti li avrebbe visti pericolosi e furenti. E poi semplicemente Sam oltrepassò la porta.

E Jensen sentì le grida fuori....




"Cos'è successo?" chiese Bobby.

"Io...io non me lo ricordo!" disse Jensen.

"No, non è vero! Devi dirmelo, Jensen, devi!" disse Bobby scrollandogli le spalle.

"NO! IO NON DEVO NIENTE!" disse Jensen scrollandosi dalla sua presa.

"Vado a prendere un po' d'aria, e poi forse vedo se riesco a trovare il corpo del mio povero amico." Disse Jensen.

"Jensen, aspetta...dove...quell'amuleto che porti al collo...sembra.. uhm...un amuleto protettivo. Chi te l'ha dato?"

"Un ricordo di mio padre." disse Jensen uscendo.


Bobby lo guardò uscire, e poi appoggiò i gomiti al mobile in salotto.



"Dallo a mio figlio, digli di portarlo sempre con lui..." diceva un uomo ad una donna, donandogli quello stesso amuleto.

Jensen....Dean.... pensò Bobby a occhi chiusi.













Ps la scena con il fiore, l'animale e la cantina, sono ispirati al fumetto Scanner - n 135 di Dylan Dog  

Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora