Cap 28. Amore, autoerotismo e anime separate

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Jared era tornato a casa sua, contro le proteste di John.

Aveva bisogno di restare lì a dormire. Almeno per la notte.

John non era d'accordo. Era convinto che non avrebbe dovuto restare da solo, ma Jared aveva insistito.

Ne aveva bisogno.

Voleva tornare a dormire nella stanza che aveva condiviso così tante notti con Jensen.

Dormire nello stesso letto, le stesse lenzuola.

Stringere e odorare il suo cuscino.



Era infatti quello che stava facendo in quel momento. Era il cuore della notte e lui era ancora sveglio.

Stringeva e abbracciava il cuscino su cui Jensen aveva dormito per così tante notti con lui.

E odorava il suo profumo.

Desiderava di non aver reagito in quella maniera con Jensen quando aveva scoperto la verità.

Non rimpiangeva di averlo mandato via, ma ripensandoci, non l'avrebbe respinto in quella maniera.

Ora forse Jensen pensava che lui lo odiasse.

Quello che desiderava invece Jared, era che rientrasse da quella maledetta porta, dicendogli che lo amava e non poteva lasciarlo.

E poi si sarebbero giurati amore eterno e Jared gli avrebbe promesso che l'avrebbe protetto e difeso. Sempre.

E poi avrebbero fatto l'amore.

E pensando a queste cose, stringeva il cuscino più forte.




Jared non poteva dimenticare come si era sentito a fare l'amore con Jensen.

Sentirsi avvolgere da quelle braccia. Sentire un amore dirompente penetrare dai baci di Jensen e scendere giù per la gola e lo stomaco e far infiammare le viscere.

Sentire la virilità di Jensen che lo invadeva, con passione.

Non poteva dimenticare come si era sentito ad abbandonarsi completamente, a lasciarsi invadere da lui. Non dominare. Invadere. Ma era un'invasione piacevole, infiammante, appassionata.

E anche ricca d'amore.

Non mancavano le coccole, le carezze, i baci, fino anche a diventare un tutt'uno.

La sensazione che tra le sue braccia non potesse accadergli niente di male, nonostante, quella era la cosa buffa, lui era il suo assassino.




Jared era a malapena cosciente di quello che aveva cominciato a fare, mentre stava pensando a queste cose.

Ad occhi chiusi, iniziò con leggere carezze sotto la maglietta, sul suo petto, per poi finire sul collo.

I baci sul cuscino, immaginando di star baciando il viso di Jensen, e immaginando che lui lo stesse baciando.

Con le dita, poi, tracciare i contorni del suo torace, e accarezzarsi poi lentamente le gambe. Su e giù. Su e giù.

Insinuare quella mano tra l'interno cosce, e poi tra le sue gambe, immaginando che fosse Jensen a farlo.

E poi rimettersi a pancia in giù, muovendo il bacino, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, immaginando e desiderando che ci fosse Jensen sopra di lui a possederlo.



Sam, osservava quella scena, in un angolo della stanza, un po' contrariato, soprattutto perché gli arrivavano alla testa scariche di piacere intenso e non poteva respingerle.

La mano di Jared, masturbava la sua erezione, sempre più dura ed eccitata.

E poi finalmente l'orgasmo. Violento e disperato.

E bagnato. Non solo per la soddisfazione raggiunta, ma per le lacrime che gli erano scese disperate giù dal viso.



Sam osservò le sue lacrime, carico di pena e compassione.





*

Jared stava dormendo, quando, nel cuore della notte, la sua finestra si aprì.



"Chi è? Chi è???" chiese allarmato, mentre l'aria gelida della notte lo fece tremare.

"Sono io, Jar..."

"Jensen????" Quanto aveva sperato di rivederlo, sentire la sua voce, abbracciarlo...ma ora che finalmente era qui, ne aveva paura.

"Non voglio farti del male." Disse, rincuorandolo, alzando le mani.

"E allora perché sei qui??" gli chiese.

"Perché ti amo, e non voglio né posso lasciarti!" gli disse Jensen.


Jared lo guardò sconvolto, e poi gli gettò le braccia al collo.

Senza pensare, cominciarono a togliersi i vestiti e ad esplorare i loro corpi con le mani, e a baciarsi dappertutto, ogni centimetro di pelle.



All'improvviso però, Jared sbarrò gli occhi, vedendo un sottile coltello sulla mano di Jensen.

"Jensen, NO!!" gli disse, cercando di liberarsi.

"Schhhh, non voglio farti del male, ma te ne farò, se non stai fermo." Gli disse, amabile, Jensen.

"Che cosa vuoi farmi??" gli chiese Jared tremante e con gli occhi lucidi.

"Tutto quello che voglio è che tu non abbia paura di me."

"Se non vuoi che abbia paura, getta il coltello."

"No no, non è così semplice, amore mio...qualsiasi cosa io ti farò, tu devi restare fermo, e non devi avere paura. Pensi di poterlo fare?"

"Jensen...ti prego.."

"Mi ami?? Allora, dimostramelo!" ringhiò Jensen.

Jared si sentì messo alla prova. Sentì che il suo amore era messo alla prova.



Annuì soltanto, ancora carico di paura.

"Bene!" sorrise Jensen, e gli tracciò un piccolo taglio sul petto.

"Ahhh." Disse Jared.

"Schhh." Disse Jensen. "Così, bravo. Fà silenzio."

Jared gemette, cercando di sopportare il bruciore.



Jensen gli fece altri due tagli. Uno per ciascun braccio e Jared gridò entrambe le volte.

"Ora cerca di non gridare." gli disse Jensen, afferrandogli la faccia.


Jared era terrorizzato, ma annuì.

Jensen gli fece un piccolo taglietto sul collo.

Jared gemette, ma non gridò.

Jensen gli diede un soffice bacio, proprio lì, poi leccò una goccia del suo sangue dal suo collo, e dagli avambracci.


Jared gemette, confuso e terrorizzato, ma non si mosse.

Poi Jensen si spinse dentro di lui.

Jared quasi soffocò, ma cercò di respingere il dolore.

Jensen cominciò a spingersi dentro di lui con lussuria, poi si fermò.


"Baciami." Ordinò.

Jared lo fece. Gli prese la faccia e lo baciò.

All'improvviso, i tagli di Jared sparirono. Non c'era più sangue, dolore. Niente.

"Jensen...cosa?"

"Questo perché ti sei fidato di me, amore mio. Grazie." Gli disse, dandogli stavolta un bacio più delicato.









*

Jensen si svegliò all'improvviso, sudato e ansimante. Era ancora sull'elicottero.

Davanti a lui, Castiel lo guardava sorpreso.

"Spero di non essere più nello stesso spazio con te, quando farai ancora sesso durante i tuoi beati sogni, amico. È disgustoso."

"Diosanto...io..provo vergogna." Jensen provava vergogna per quello che aveva appena sognato.

"non dirlo a me. Voglio morire. ADESSO."

Jensen si asciugò la faccia con un panno.

"Ho sognato di fare sesso con Jared."

"Non dirmelo. Non voglio sapere i dettagli. Mi sono bastati i vari versi." Disse Castiel, cercando di cancellare quell'immagine e quel ricordo da sé.





*

Sam stava guardando Jared, che dopo l'orgasmo, stava piangendo sul cuscino, e cercava invano di dormire.

Gli faceva una pena immensa, anche perché comprendeva il suo dolore.

Era lo stesso che provava lui.

Ora però tutto doveva finire. Doveva rientrare nel suo corpo e doveva farlo anche per lui.

Per entrambi.

Quando Jared avrebbe avuto anche i suoi ricordi, sarebbe stato ancora più convinto dell'amore che sentiva per Jensen, e insieme, l'avrebbero salvato.

Lo guardò ancora una volta e gli fece una carezza sul viso, poi si chinò a dargli un bacio affettuoso sulle labbra.

Jared si mosse nel sonno, confuso, ma sorridendo.

A quel punto Sam cercò di passare attraverso il suo corpo, ma sentì un ostacolo. La barriera della materia.

Aprì gli occhi e il suo sguardo si fece impaurito, come se non volesse crederci. I suoi occhi si velarono.

No....no....





*

"Se hai bisogno di un altro paio di pantaloni, non posso prestarti i miei, amico, quindi dovrai crogiolarti nel tuo pasticcio, per..."

"Cretino. Non sono venuto, se è questo che intendi."

"Ah sì? Beh, ci è mancato poco...ehm, buongiorno, Sam!" disse Castiel imbarazzato.

"Sam???" chiese Jensen stupito.

"Cas. Jensen."

"Perché sei qui? Non dovevi...?"

"Non ci sono riuscito, Jensen...mi dispiace. Ci ho provato. Davvero. Ma non posso rientrare. Non volontariamente." Disse mortificato.

Jensen lo guardò triste. "Allora...questa è la fine." Disse.

"Sì."

Jensen andò ad abbracciarlo, poi si sedette di nuovo e gli mise la testa nel suo grembo, mentre Sam piangeva.

"Mi dispiace, Jensen."

"Schhh non chiedere scusa, Sam. Siamo insieme e questo è quello che conta."



"Ehm, non vorrei rovinare questo grazioso momento idilliaco a voi piccioncini, ma..." cominciò Castiel, guardando fuori dal finestrino.

"Penso che siamo tutti in un mare di merda!" disse, impaurito, mostrando i nuvoloni che presagivano una tempesta.













Note dell'autrice: 

ahhahha tutti vivi dopo questo capitolo? xd Jensen ha una libidine senza fine, ma pure Jared xd

all'inizio volevo fare che era jared a fare quel sogno ma allo stesso tempo volevo mettere la cosa che si toccava e quindi alla fine ho attuato per questa soluzione hahah

alla fine anche se è jensen a fare quel sogno è lo stesso, perchè è come se dentro di sè capisce e percepisce quanto amore ha jared e cosa farebbe per lui:)))



Ps ci vediamo con il prossimo capitolo e la lettera di Jensen :D :D     










Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora