Cap 8. Denaro insanguinato

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 Sono…ricco, Jensen..e questa è stata da sempre una maledizione per me…i miei genitori sono morti in un incendio quando avevo solo pochi mesi, e sono rimasto l’unico erede della loro casa, nonché unico erede del loro immenso patrimonio…”

“Wow, non si direbbe che sei uno ricco…voglio dire, sei molto umile…di solito non…”

“Questo perché io odio questo denaro…è…insanguinato…”

“Che vuoi dire?” chiese Jensen perplesso.

“I miei genitori…che Dio mi perdoni per parlare male di loro, da morti, ma non erano il classico esempio delle persone per bene…hanno accumulato tutto questo denaro con traffici leciti ed illeciti…più illeciti che leciti…”

Jensen lo guardò attentamente.

“Hanno collaborato con diverse persone, fatto loro dei favori, e in cambio hanno ricevuto denaro…molto denaro..”

“Sembra quasi una storia di mafia…cioè, perdonami, non voglio dire…”

“Va tutto bene, Jensen, hai tutti i diritti di esprimere giudizi, e di giudicare…e hai ragione, per certi versi so che sono stati coinvolti anche in organizzazioni mafiose…”

“Diosanto, Jared…”

“Loro…non pensare troppo male di loro…non so se l’hanno detto solo per farmi stare meglio, ma prima di morire, mi hanno lasciato una lettera, attraverso la quale dicevano che…che le uniche cose a cui hanno sempre detto di no erano gli omicidi di persone innocenti, e lo sfruttamento e la prostituzione dei bambini e di minori." disse Jared piangendo.

“Ehi, va tutto bene, calmati, non volevo giudicarli….puoi dirmi perché…si sono infilati in questi giri? Com’è cominciata, Jared? L’hanno scritto nella lettera?”

“Mia madre aveva una sorella…una sorella che era molto malata e occorrevano soldi, tanti soldi per pagare le cure costose a cui dovevano sottoporla per poterla salvare…ma loro non ce li avevano…e avevano questo cugino che faceva parte della mafia…e lui i soldi li aveva…ne aveva tanti…si misero in contatto con questo cugino, ma lui per aiutarli voleva che facessero dei favori a lui e a loro…” 

“E poi dopo, hanno continuato a chiederne altri, immagino…” disse Jensen.

“Non è possibile uscire da questi giri, una volta che ci sei dentro…e poi i miei vivevano una vita miserabile…quando hanno visto che le cose sono girate in un’altra maniera, che i soldi non mancavano mai…hanno deciso di continuare…”

“Ma poi hanno cambiato idea…immagino…”

“Le persone con cui avevano a che fare…si erano stancati dei loro scrupoli, dei loro capricci…mandarono mio padre all’ospedale massacrandolo di botte…e ovviamente l’ispettore di polizia appena lo vide conciato in quella maniera, capì subito che non era caduto dalle scale, ma che era un regolamento di conti tra persone di un certo lignaggio…lui ha esperienza in queste cose…”

“L’ispettore di polizia? Quello con cui parlavi in questi giorni?”

“Esatto. Dopo quel giorno, mio padre confessò i loro peccati, le loro debolezze…tutto…anche i ricatti…la ricettazione di oggetti rubati…l’ispettore prese a cuore il loro caso, e si affezionò…ovviamente i reati erano penali, ma fece in modo di farglieli scontare attraverso dei centri di recupero per casi come il loro.”

“Non…non sono andati in galera? Ma…” esclamò Jensen stupefatto.

“Jensen, devi capire che in situazioni come queste, sbattere in galera le persone equivale a condannarli a morte….non avrebbero dovuto sapere che la polizia sapeva di certi traffici o li avrebbero uccisi, senza pietà…inoltre mia madre era incinta…aspettava me…e quindi non si poteva compromettere la loro sicurezza….quello che fecero i miei per cercare di ripagare quello che l’ispettore fece per loro, fu promettere di fargli avere delle soffiate che avrebbero potuto mettere i bastoni tra le ruote a quella gente…”

“Una cosa molto pericolosa…” disse Jensen.

Adesso a Jared vennero gli occhi lucidi. “Sono stati così attenti…eppure devono averli visti insieme all’ispettore…cominciarono a insospettirsi…cominciarono le minacce…e quando videro che i miei genitori stavano cercando ormai di tirarsi fuori da tutto…si aggravarono…”

“Diosanto, l’incendio…non è stato un incidente…” realizzò Jensen inorridito.

“Sì, ma non per quel motivo…la situazione era già grave, e il cugino di mia madre avrebbe voluto che loro cedessero la casa a lui e gran parte dei soldi…chiaramente loro hanno detto di no…”

“E così lui…”

“Già….io mi salvai perché mia madre riuscì incredibilmente a salvarmi, gettandomi dalla finestra al primo piano, avvolto da delle coperte..ma loro…non sono riusciti ad uscire dalla casa…l’ispettore mi prese a cuore e continuò a proteggermi in tutti questi anni…non trovarono mai il mio lontano cugino..in compenso trovarono molti di loro e riuscirono a farli chiudere in prigione…sono rimasti una ristretta cerchia…questo grazie alle soffiate dei miei genitori..ma ancora non basta…ricevo ancora minacce da diversi anni…e tutto perché mio cugino vuole il denaro…dice che dopo che sono morti i miei genitori, spetta a lui quest’eredità, visto anche che se sono diventati così ricchi è merito suo…ma io preferirei morire  piuttosto che dare questi soldi all’uomo che ha rovinato e ha ucciso la ma famiglia!” disse Jared, battendo un pugno sul tavolo.

Jensen lo guardò, colmo di compassione.

“Dio…cosa sto facendo…ti sto spaventando…” disse jared, mettendosi le mani fra i capelli e sugli occhi.

“Jared, non dirlo neanche per scherzo…stavo solo pensando…dovresti sbarazzarti di questo denaro e tu stesso hai detto che non lo vuoi…”

“Pensi che non ci abbia già pensato? Ho fatto donazioni su donazioni..beneficienza su beneficienza…ma non finirà mai, Jensen…a lui…e a loro non importa tanto del denaro quanto poteva importargli della casa…sì, lo vogliono…ma…sono spinti da altro…da vendetta, vendetta per il fatto che i miei genitori si sono messi contro di loro…e hanno fatto andare in prigione molti di loro…loro vogliono vedermi morto e non si fermeranno!!” disse gridando.

“E io…ti sto spaventando di nuovo…non è giusto, tu non devi essere coinvolto in tutto questo. Devi andartene, ora!” gli disse Jared più calmo, alzandosi dal divano.

“Non ci penso proprio.” Disse Jensen, alzandosi a sua volta.

“Devi andartene…ora uscirai da quella porta, dimenticherai tutto quello che ti ho detto, ricomincerai con la tua vecchia vita, quando la ricorderai, e noi non ci rivedremo mai più.”

“Mi dispiace, questo non posso farlo.” Disse Jensen, avvicinandosi a lui.

ORA!”  gridò Jared, con la voce strozzata e gli occhi pieni di lacrime.

Jensen però si era già mosso ad avvolgere le sue braccia attorno alla schiena di Jared.

“Sei figlio unico, Jared?” gli chiese, sorprendendosi lui per primo.

“Sì.”

“Non hai mai avuto nessuno che si prendesse cura di te.”

“Non l’ho mai voluto! Avrebbe significato mettere le persone che amo sempre in pericolo!”

“Ti svelo due segreti: quando amiamo siamo sempre in pericolo

“Bella frase. Di certo molto ad effetto, e la seconda?”

“Ci sono io ora a prendermi cura di te. Non sei più solo.”
 

  




Amore e Morte nel mirino - SoulmatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora