Capitolo 37

137 3 0
                                    

Appena arrivo a casa lo vedo, mi sta aspettando davanti al cancelletto, tormentandosi il ciuffo, peraltro più spettinato che mai. Ma quello che mi dà più soddisfazione sono le occhiaie..è il minimo che si merita! Appena mi vede mi viene incontro ma a metà si blocca, evidentemente spera che sia io la prima a dire qualcosa.
Non lo faccio attendere. -sei davvero un cretino!- lo saluto.
Lui biascica qualcosa di incomprensibile.
Io lo supero per aprire il cancelletto di casa ma lui mi prende il braccio.
-dove hai dormito?- sembra preoccupato.
-a Milano, in hotel..-
-da sola?-
Alzo le sopracciglia -e con chi sennò? Con Francesco e Denise??- chiedo ironica.
Scuoto la testa ed entro in giardino, scansandolo. Lui mi segue mettendosi di nuovo davanti alla porta.
-..era da un po' che lo pensavo. Pensavo che forse stare con me fosse un modo per te per cercare di dimenticarlo..però tu hai detto di averlo rifiutato per me e quindi..-
-finalmente ci sei arrivato! Lavorano veloci i tuoi neuroni eh!-
-si vabbè lo so che non sono un genio, però davvero io ti interesso più di lui?- mi fissa per cogliere la mia espressione ma io sono ancora incazzata. Giusto un po'.
-non lo so, fammici pensare un attimo..se fossi stata ancora innamorata di lui ora starei con lui e questa discussione non avrebbe luogo, non trovi?? Ora ti togli? Vorrei entrare.-
-aspetta dai. Quindi sei innamorata di me?-
-non ti meriti una risposta. Piuttosto prima dimmi dove hai dormito tu e con chi.- incrocio le braccia, squadrandolo.
-sono andato a casa a Bergamo, dai miei. Quando mi sono svegliato sono venuto qui, subito.-
-perché te lo ha detto Francesco?-
-no, ci sono arrivato da solo.-
Alzo gli occhi al cielo -meno male!-
-dovevo vederti e..-
-e??-
-si insomma, chiederti scusa per come mi sono comportato..- mezzo sussurra.
-eehh?? Non ho capito bene..- metto la mano a coppa sull'orecchio in un gesto eloquente. Se deve chiedermi scusa che lo faccia bene almeno!
-beh..- si rigira il cordino della felpa tra le mani.
-senti, non sei all'asilo, ti prego!-
-Ero geloso, mi sentivo male pensando che mi ero messo in mezzo tra te e lui, stavate lì al bar a sorridervi e non ho capito più niente! Il fatto è che io mi sono accorto che ti voglio bene davvero..-
Mi sta addolcendo però non sono ancora soddisfatta.
-va bene, però ora ripeti dopo di me: "sono stato un pirla a farti una scenata di gelosia, non ascoltandoti e mollandoti a Milano da sola tutta la notte".-
-lo so, ti chiedo scusa.- dice, questa volta a chiare lettere.
-scuse accettate, per questa volta.- aggiungo. -anch'io ti voglio bene davvero, era quello che stavo cercando di dirti e quello che sa anche Francesco.-
-allora..è una cosa seria?-
-si che lo è! Ma il problema non sono io..sei tu..e il Milan..-
-non ho più guardato nessun'altra da quando ci sei tu.- lo asserisce con aria così seria che per poco non mi metto a ridere.
-ottimo. Anche se devo ancora verificare il tuo alibi per stanotte..- scherzo.
Albi mi spinge contro il muro e mi incornicia con le braccia. Mi lascio andare al suo bacio, appassionato.
-puoi capire che dico il vero, mi sei mancata tantissimo..-
Si struscia su di me e posso sentire che è sincero...anche il suo amichetto mi sta dando il buongiorno...

In quel momento una persiana sbatte un po' troppo forte. Il modo di mia madre per dire "beccati!", a quanto pare non è il momento di abbandonarsi ad effusioni sotto casa.
-e-ehm..Albi..credo che sia il momento di presentarti ai miei.. e poi non dire che non faccio sul serio- ;)
Lui mi guarda vagamente smarrito. -proprio adesso che sono ridotto così male?-
-se vuoi ti presto il fondotinta per le occhiaie!-
-eh no, ne va della mia virilità!-
-ma se ti truccano per tutti i servizi fotografici!- ;P
-quello è lavoro..e poi lo odio..-
-vabbè allora ti toccherà fare una figura tremendamente virile..notti in bianco per una donna..-
-avrei preferito passarla in bianco in un altro modo..- sussurra al mio orecchio mentre cerco di infilare la chiave nella toppa.
Ho un brivido che cerco di non dargli a vedere..
-allora cerca di non lasciarmi da sola la prossima volta, o potrei decidere di farmi consolare da qualcun altro..- lo stuzzico.
Mi prende per i fianchi e mi fa voltare. -non te lo permetterò. Anzi, la prossima volta recupererò alla grande, promesso.-
Mi bacia contro la porta. Se aprisse qualcuno in questo momento, gli cadremmo entrambi addosso. Ma lui non sembra dargli importanza, come se fosse del tutto normale pomiciare sulla porta di casa alle 11 del mattino. E visto l'ardore con cui mi infila la lingua in bocca sembra che potrebbe benissimo andare avanti così per un pezzo. -ok, ho capito che vuoi farti perdonare, ma ora ricomponiti.- riesco a respingerlo. I suoi occhi però sono ancora tutti per me. Quanto è bello questo sguardo, mi fa sciogliere. Sorridendo, gli do una sistemata ai capelli e finalmente entriamo.

Sandro è seduto a tavola e sta leggendo il giornale con il caffè e i suoi occhialetti a mezz'asta. Mamma si sente trafficare di là. Per entrambi lunedì mattina di riposo.
-ciao Sandro, lui è Alberto.- presento.
-ciao.- gli allunga la mano -sei un amico di Siria?-
-piacere. Sono..il suo ragazzo.- proferisce, serio.
Io lo guardo un po' stupita, non mi aspettavo tanta ufficialità.
Compare mamma con nonchalance ma il suo sguardo è eloquente.
-ciao, piacere.- anche lei gli porge la mano.
Finché io preparo un caffè anche per noi, Sandro inizia a sciorinare notizie nuove e vecchie sul Chievo. Lui è un grande tifoso, anzi penso che sia stato merito suo se mi sono appassionata così tanto anch'io. Ora sta raccontando aneddoti sulla storia della squadra che nemmeno io sapevo. Però vedo che Albi comincia a dare cenni di cedimento, nonostante il caffè. Così decido che è meglio mandarlo a casa a riposarsi un po'.

Ora mi aspetto i commenti di mamma; inizio a disfare la borsa e intanto conto 3..2..1..
-mi sembri parecchio presa, questa volta!- esordisce.
-beh..abbastanza..- rispondo senza guardarla. Resto sul vago ma già so che è tutto inutile con lei.
-ci sei già andata a letto?-
-mamma per favore..-
-non stanotte, da quanto ho capito avete litigato..-
-stavi origliando?-
-se non vuoi che nessuno ti senta, abbassa la voce. E comunque sono tua madre e non sono mica nata ieri, mia cara.- riprende il suo piumino, lanciandomi uno sguardo di chi la sa lunga.
-beh sono contenta per te, ha detto che è il tuo "ragazzo".- mi dice poi dal corridoio.
Io non rispondo, poi mi paro davanti a lei.
-sto cercando di non farmi illusioni.- dico guardandola in faccia. Quel viso così simile al mio, tranne che per gli occhi, quelli di papà.
-così parla una donna con i piedi per terra. Tutto ha un prezzo, anche l'amore è il rispetto. Bisogna lottare sempre nella vita. La felicità va guadagnata.-
-lo so, me lo hai insegnato tu.-
Mi dà un bacio sulla fronte. -spero che la trovi davvero, la felicità.-

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora