Capitolo 95

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E così, eccomi qui, sugli spalti con una buona ora di anticipo. Ho annullato la cena con gli altri, ma hanno capito che non ero in condizione di festeggiare, anzi, Francesca e Daniela sono venute con me, ma io ho un'ansia incontrollabile addosso.

Faccio il tunnel di corsa, ma in fondo rallento: il mister mi sta aspettando al varco, in senso letterale. -Sei in ritardo- mi accoglie Allegri.
-Mi scusi..- ansimo.
-Non hai rispettato gli accordi, mi dispiace ma sei in panchina-
Sento la delusione assalirmi..no! Io devo giocare stasera, DEVO! Mi gioco il tutto per tutto, e non parlo solo dello scudetto. Nonostante il brutto colpo di non essere più titolare, mi fiondo sul campo e inizio a riscaldarmi vigorosamente. Mi tornano alla mente le parole di Siria "farai il meglio che potrai, nel tempo che avrai". Avessi anche solo 5 minuti, può stare sicura che li userò tutti, fino all'ultimo secondo.

Alberto è in panchina, forse è meglio che non giochi contro il Chievo, ma perché allora mi ha chiesto di vedere la partita? Continuo a ripensare alle sue parole, a tutte le sue parole, con la sensazione di non riuscire più a distinguere le bugie dalla verità. L'unica cosa che so è che l'amore che provo per lui c'è ancora, anche se ho provato a soffocarlo, a distruggerlo, a farlo morire di fame. Però, come faccio a perdonarlo? Vedo gran poco della partita che ho davanti agli occhi, per fortuna che Dani mi sta facendo la telecronaca. Il Milan riesce a passare presto, con Montolivo, ma nel secondo tempo cala un po' i ritmi e sul più bello Thereau riesce ad infilare Abbiati. Il boato del Bentegodi mi scuote, tifo per il Chievo, è più forte di me, anche se fin da qui riesco a vedere quanto Acerbi sia rabbioso per essersi fatto superare dal suo ex compagno.
-Insomma quel francese!!! Se lo prendo, lo strozzo!!- sbotta Daniela, continuando poi con una serie di rimproveri al suo indirizzo.
Passano pochi minuti e si sente l'esultanza dei tifosi milanisti, stipati in ogni dove. Cesca mi indica il tabellone: la Juventus sta perdendo! Se il Milan vince la partita, lo scudetto è suo!
-No, cazzo!- urlo per la frustrazione. -Ovunque, ma non qui, a casa nostra!-
-Entra Paloschi!- La mia amica mi tira per la manica e io guardo davanti alla panchina, con una fitta al cuore. Alberto dà un bacio alla mia medaglietta e poi si lancia subito in avanti, ci prova con una convinzione e una determinazione incrollabile. Mancano pochi minuti alla fine. Era così che avrei voluto vederlo giocare, ma questa volta io devo uscire, non ce la faccio più a guardare, mentre lui cerca di farci gol in tutti i modi. Bel modo di ringraziare il Chievo! Uff, lo so, l'agonismo non c'entra nulla con questo. Vado di sotto, nella saletta ristorante, ma mi blocco, senza volerlo, davanti allo schermo della diretta. La ripresa segue di nuovo Paloschi, ogni palla là davanti è sua ed ora scatta in area, prima dei difensori, non ci pensa nemmeno un secondo e scaglia un destro al volo dalla traiettoria imprendibile per Puggioni, lambisce il palo interno ed è una bolgia quella dei milanisti quando vedono la palla insaccarsi in rete. Non ci posso credere, l'ha fatto veramente!! Non corre però verso la curva del Milan, come mi aspettavo, va verso la telecamera, si alza la maglia e mostra quella che ha sotto:

PERDONAMI
TI PREGO!
SIRIA,
TI AMO!

Poi si alza anche quella e la ripresa inquadra quello che lui gli indica: c'è un tatuaggio sulla sua pelle a forma di stella con il mio nome dentro. Si è visto per una frazione di secondo, prima che i suoi compagni, pazzi di gioia, lo spiattellino al suolo e facciano una capanna di corpi sopra di lui. Per un attimo temo che Albi, tutto intero, non lo rivedrò più, poi scoppio a ridere, anche se ho le lacrime agli occhi. Ora capisco, non importano più tutti i tormenti e le bugie, quello che conta è che io amo lui e lui ama me! Se ci amiamo, un modo per stare insieme, lo troveremo. Un modo di perdonarlo, lo troverò.

Nella zona dell'uscita dei giocatori c'è una ressa di milanisti impressionante, anche se ho il pass, non credo che riuscirò mai ad entrare! Anche Daniela è più che elettrizzata per la vittoria della sua squadra, cerca invano di sbirciare tra le fessure dell'inferriata. Cesca invece è indifferente. Chissà se ha appuntamento con Ace, sto per chiederglielo.
-Sta arrivando Thereau!- mi preannuncia Daniela. Quello, se ne esce tranquillo tra i tifosi, i clivensi lo salutano, qualcuno si complimenta e i bambini gli chiedono una foto. Daniela si fa largo -Ehiiii tu!- esclama minacciosa -Potevi anche evitare di rompere stasera, comunque..mi faresti un autografo???-
Io scoppio a ridere, come anche Cyril. Poi lui mi nota. -Ehi ciao! Albi ti sta aspettando, vai dentro e perdonalo, no???-
Sorrido, mio malgrado. -Sì, 'vai dentro', una parola!-
-Dai, ci penso io- mi trascina in mezzo alla gente, prima che io possa avvisare le altre e dice qualcosa allo steward più grosso piazzato davanti al cancello. Questo mi controlla il pass, poi apre il cancello di 10 centimetri e incurante delle proteste dei tifosi più vicini, mi butta dentro. Bene, ora che faccio?? Mando un messaggio ad Alberto. "Sono riuscita ad entrare al parcheggio, possiamo parlare?"
Tempo un quarto d'ora e lo vedo arrivare, un po' stravolto.
-Scusa, sono appena riuscito a lavarmi-
-Mi fa piacere- rido, per la tensione.
-Hai visto..- mi guarda, con l'ansia, con la speranza.
-Sì, ho visto-
-Allora..-
-Ti amavo, Albi, mi fidavo di te e tu mi ha fatto male da morire-
-Siri, io farei qualsiasi cosa per avere un'altra possibilità, te lo chiedo con il cuore in mano-
-Mi lasci finire??-
-Scusa-
I tifosi del Milan iniziano a intonare un coro assordante, che palle!
Lo prendo per un braccio e ci spostiamo di qualche metro.
-È difficile perdonarti, ma ti amo ancora e per questo voglio farlo, davvero- urlo, sopra tutto il casino.
-Oddio!! Davvero??- grida, incredulo.
-Sì!-
Lui mi prende in braccio e mi stringe fortissimo, poi stampa le labbra sulle mie in un bacio che sa tanto di liberazione e infine mi guarda, come se mi vedesse per la prima volta o per l'ultima. Come una cosa preziosa davvero.
-Non te ne farò pentire, te lo giuro!-

Ricomincio a respirare, come se negli ultimi 3 mesi mi fosse mancato l'ossigeno, perché la mia aria è lei! Ritorno a vivere solo dopo averla presa tra le mie braccia perché è qui che lei deve stare, nel mio cuore e sulla mia pelle. Ora sì che ho davvero vinto lo scudetto, anzi no, è la Coppa del Mondo!! Anzi meglio, è avere una stella, la mia Stella, Siria!

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora