Capitolo 66

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-Cos'è, un ricatto?- mi ribello.
-Io ti amo Alberto, tu ti meriti il meglio e il meglio sono io!-
-Il meglio per me posso deciderlo da solo, ma grazie del pensiero!-
-No! Invece tu ti ostini a non vedere! La vostra storia è comunque destinata a finire perché un'insulsa ragazzina di provincia non ti può dare quello che posso darti io-
-E tu cosa puoi darmi, sentiamo..-
-La fama, che tu non immagini neanche che cos'è, ma iniziamo da notti di sesso fantastico, tanto per cominciare da qualcosa..dì che non è stato così, dì che non è stato meraviglioso?-
Io non rispondo.
-Saliamo in macchina, prima che qualcuno ci senta- pessima idea, appena chiudo la portiera, riparte il suo assalto. Mi bacia, cercando di infilare le mani nei pantaloni.
-Basta, Nicole. Davvero, non capisco perché lo fai-
-Perché ti voglio, mi piaci da impazzire e anche tu mi vuoi, lo so, me lo hai dimostrato ormai- continua ad accarezzarmi, è difficile resisterle.
-Ma io non ti amo-
-Non mi importa, puoi anche non lasciarla, io non te l'ho chiesto-
-Ma sono io che non posso vivere così! Ho una coscienza, per il senso di colpa che ho addosso non riesco più nemmeno a toccarla-
-Oh poverino, è dura l'astinenza, ma non ti preoccupare, ci sono io- riesce a sbottonarmi i jeans, mi abbassa i boxer e si tuffa sulla mia erezione, succhiandola, avidamente. Poi muove la mano, forte.
-Dì che vuoi che mi fermi, dillo e lo farò- sibila al mio orecchio. Ma io sono paralizzato dal piacere e non riesco a dire nulla, così lei continua con la bocca, sempre più veloce. Non riesco a trattenere un gemito quando raggiungo l'apice. Lei si pulisce, con il dorso della mano.
-Questo era solo l'aperitivo, tesoro. Per il resto, perché non passi da casa mia, più tardi?-
Mi mette in mano un biglietto con il suo indirizzo. Appena scende dalla macchina e sparisce dalla mia vista, strappo il foglietto in mille pezzi. Subito dopo, me ne pento. Forse andando a casa sua, mi avrebbe dato la collana! Ma che stupido che sono! Ormai ho capito qual è il suo gioco, lei mi tiene in pugno e io sono quello che ha tutto da perdere.

Rientro nel pub e vado in bagno a sistemarmi un attimo. Quando mi guardo allo specchio, però, noto che ho un'espressione ancora piuttosto sconvolta. In quel momento entra Ace e anche lui ha una faccia che non mi piace.
-Dove ti eri cacciato?- bercia.
-Perché, cos'è successo?
-Denise!- alza gli occhi al cielo. -Non è la prima volta che mi segue-
-Che voleva?-
-Quello che vuole sempre, scassare i maroni!- sbuffa -Che cosa, del concetto 'è finita' non le è chiaro??- rimarca.
-Il concetto, forse- lui sbuffa di nuovo.
-E la tua amica, cosa voleva?- sono indeciso, poi mi butto.
-Provarci-
-Che sei fidanzato glielo hai detto?-
-Sì..ma il concetto non le è chiaro, a quanto pare-

Due vie più in là, Nicole si lascia andare ad un perfido sorriso. Se davvero Alberto non va più a letto con quella sciacquetta di Siria, allora è già suo per il 90%.
È ora di pensare al restante 10%. Il colpo di grazia.

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Manca poco alla partita di Coppa Italia contro la Juve; vedo Albi dopo l'ultimo allenamento prima della partita, è preoccupato e demotivato.
-Che cosa c'è? Non ti ho mai visto così giù prima della partita- lui alza le spalle.
-Lo sai, è che non mi sento minimamente considerato- si siede di fianco a me.
-Ti sei allenato bene, ti voglio carico, come sempre- lo incoraggio.
-Ha dato la formazione, vuole mettere 3 attaccanti. Prima ha provato me con Stephan e Giampaolo, poi ci ha messo Urby, così, senza una spiegazione-
-Lo conosce da più tempo di te..dai, sarà una partita probabilmente lunga, magari con i supplementari, hai tutto il tempo di farti valere!-
-4 minuti e mezzo?- alza le sopracciglia.
-Albi se non credi in te stesso, nessuno lo farà- provo a scuoterlo.
-Infatti mi sento così, come se non contassi niente per nessuno-
-Non dirlo nemmeno. Io credo in te- lui mi guarda, incerto. Ma io ho deciso di fidarmi di lui, fino in fondo.
-Davvero?-
-Guardami- prendo il suo viso tra le mani. -5 minuti o 100 non cambia. Domani questa partita non conterà più, ce ne sarà un'altra. Ce ne sarà sempre un'altra. Se entrerai, darai il meglio di te. Solo questo conta. Perché questo sei tu. Non importa se tu non ci credi più, ci credo io per te- lui mi abbraccia, tanto forte da farmi male. Lo sento cercare le parole.
-Siri sei unica, per questo sono innamorato di te. Cercherò di meritarmi la tua fiducia. Cercherò di meritarti- asserisce.
-Voglio vedere il tuo sorriso, quella è la cosa più importante per me- lui sorride, anche se un po' debolmente.
-Il tuo sorriso, quello vero- rettifico.

Quando lo rivedo a San Siro, il suo sguardo è diverso. Più tranquillo, più concentrato.
La partita è di quelle toste, come previsto. La Juve è agguerrita e riesce a segnare subito, ma quando già pregustava la vittoria, a 10 minuti dalla fine, El Shaarawy riesce ad infilare Buffon, con una precisione chirurgica. Immediatamente partono i cambi sulla panchina rossonera: entra Albi al posto di Emanuelson, lo sapevo! Parte con una grinta da rapace, cerca di fare suoi tutti i palloni, anche se sembra altamente probabile che si andrà ai supplementari, lui continua a crederci, era proprio questo che volevo vedere! L'azione d'attacco della Juve viene fermata dalla difesa, il pallone arriva ad Acerbi che esce, palla al piede, dall'area e viene in avanti, vede Albi che scatta sul filo del fuorigioco e lo serve con un lancio che taglia tutta la trequarti. Paloschi salta più alto e una frazione di secondo prima delle mani di Buffon in uscita; la palla si adagia dolcemente in rete. Lui non ha nemmeno bisogno di guardare, lo sente dal boato che è andata dentro, perché sta già correndo verso la tribuna, verso di me. Mima il cuore sotto la maglia, poi fa il gesto di lanciarmelo, mentre mi indica e sulle labbra gli leggo la parola: TUO, è TUO! Poi va ad abbracciare Fra che gli ha fatto l'assist e poi tutti gli altri. Sono così felice per lui! E' stato fantastico! Si è sbloccato e lo ha fatto nel migliore dei modi!

Appena mi vede, al parcheggio del Milan, mi corre incontro e mi prende in braccio.
-Sei stata tu a farmi segnare stasera! Ti amo, Siri!- non mi dà atto di replicare perché inizia a baciarmi, con un trasporto incredibile, che non c'era da settimane, ignorando i soliti fischi dei compagni.
-A me sembra che sia stato Ace a farti segnare, in realtà- replico, appena ho fiato.
Lui sorride. Eccolo quel sorriso, la cosa di lui che mi fa veramente perdere la testa.
-Sì, però a lui lo ringrazierò in un altro modo, credo- afferma, posando di nuovo la sua bocca sulla mia.
-Lo spero anch'io!- esclamo, ridendo. Mentre mi perdo nei suoi occhi, nella luce che emanano, finalmente, di nuovo.

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora