Capitolo 67

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Entro in casa quasi di corsa. -Tu non ti muovere dì lì- intimo ad Albi -Io torno subito!- scappo di sopra. Spero che stasera tornerà tutto normale tra di noi e voglio stupirlo.
Lo sento urlarmi qualcosa da giù.
-Vuoi bere qualcosa, intanto?-
-Ok!-
Quando torno di sotto, lui sta trafficando nell'armadietto dei liquori. Meglio.
-Qualcosa di forte per festeggiare?-
-Eh, in realtà l'esperto è papà, però..- si gira con due bicchieri in mano ma, quando mi vede, il suo sorriso lascia spazio ad un'espressione sbigottita.
-Ti piace?-
A giudicare dalla faccia che ha, il mio completino nero super sexy è di suo gradimento.
-Cavoli, Siri..- deglutisce mentre cerca di posare i bicchieri, ma rischia di mancare il tavolino. Uno dei due è costretto a riacciuffarlo al volo. Poi i suoi occhi tornano su di me. E mi accendono.
Mi avvicino lentamente, cercando di non ridere e mi fermo davanti a lui.
-Ehi, meravigliosa creatura- riesce a sussurrarmi prima di circondarmi con le sue braccia e baciarmi appassionatamente.
-Non volevi bere qualcosa?- chiedo. Voglio prolungare l'agonia dell'attesa.
-Sì, giusto. Dunque, cosa volevo prendere?- si interroga da solo.
-Per me, Brancamenta, grazie. Brrr- poi gli soffio sul collo.
-Se continui così, temo che presto non ricorderò nemmeno come mi chiamo- mi avvisa, prendendo la bottiglia per versare.
-Solo un dito, per favore- chiedo.
Lui mi guarda malizioso -Ok, speravo volessi di più..ma prima vuoi anche bere??-
Ci metto qualche secondo a capire la battuta, poi scoppio a ridere.
-Sei davvero scemo! Chi è che rovina l'atmosfera, stavolta??- lo accuso.
-Dai scusa, è stato più forte di me-
-D'accordo, però da ora si fa come dico io- ordino.
Lo spingo sulla poltrona e inizio a sfiorare la sua divisa elegante. Gli tolgo la giacca, poi gioco con la sua cravatta, mentre lui beve il suo drink e mi mangia con gli occhi. Metto un piede sul bordo della sedia, esibendogli una gamba, mentre inizio a sbottonargli la camicia, molto lentamente. Paloschi mi accarezza la coscia e io gli schiaffeggio la mano, facendogli segno di no con un dito. Butto la camicia a terra, mentre strofino la pelle nuda sulla sua gamba, ancora coperta dai pantaloni. Salgo su di lui per sbottonarli, sento già il suo respiro ansante sui miei capelli. Lo faccio alzare in piedi per liberare la sua virilità. Ha un desiderio impellente, è bello da morire. Finalmente prendo le sue mani e le poso sui miei seni, li stringe con bramosia, poi mi sgancio il reggiseno di pizzo, sventolandoglielo sotto il naso. Lui lo lancia via, per occuparsi degli slip. Spariti anche quelli, inizia ad assaggiarmi a piccoli morsi, mentre io lo bacio ovunque, ma so già che non dureremo molto. Infatti, poco dopo mi afferra e mi mette a cavalcioni su di lui. Dio quanto lo voglio! Lo cavalco, inarcando la schiena e lui mi stringe forte, sincronizzando il suo respiro con il mio.
-Ti piace?- mi sussurra.
-Si- ansimo, come se non fosse già evidente.
-Scusa, non ho sentito bene- mi sibila, sornione.
-Si- gemo, più forte. Forse ho capito il suo gioco.
-Bene. Ora continua così-

Quanto è bella.
Dio mi ha mandato un angelo, direttamente dal paradiso, non può essere che così.
Quando sorride, tutto di lei lo fa. Le labbra che si schiudono in una curva di perfezione e dolcezza, gli occhi che si illuminano come perle.
Poi, se mi guarda con quello sguardo famelico, di sfida, mi ruba l'anima.
Lei è la perfezione.
Vorrei che questa notte durasse per sempre.
Che fosse sempre così, la sua pelle, la sua voce, il suo calore.
Lei, Siria. Lei è tutto per me.
Quel suo sorriso è prezioso. Devo proteggerlo, sempre.
È questo che devo fare, che dà senso a tutto il resto.
La amo, è mio dovere amarla.
E tutto di lei parla d'amore, anche se "ti amo" non me l'ha mai detto.
Ma questo è l'amore, lo so. Lo sapevo anche mentre prendevo per lei quella cosa nascosta in cassaforte e che non ho più avuto il coraggio di darle, senza la sua collana.
Non posso rovinare tutto così, per la mia debolezza.
Nicole. Nicole invece è un demone.
La sua bellezza è una droga e la sua seduzione è letale.
Quegli occhi azzurri mi incatenano a lei e alla mia colpa.
Quella bocca sembra aprire il paradiso invece sprofondo solo nella mia debolezza.
E sono in suo potere. E lei ci gode.
A volte potrei credere ad ogni sua bugia, compreso quando dice di amarmi.
Ma lo so lo stesso che non è vero.
"Ti amo".
Non dovrebbe neanche pronunciare quelle parole, mentre mi distrugge tutte le mie certezze.
Ma la realtà è che sono io a lasciarglielo fare.
Non deve essere più così e questa volta davvero!

Abbiamo fatto l'amore e poi abbiamo dormito abbracciati, tutta la notte. È stato fantastico. Ma lo stesso ad un certo punto, mi è parso di vedere nei suoi occhi un tormento che non avevo mai visto.
"Sei davvero ingenua".
Quella frase è marchiata a fuoco ormai nei miei pensieri. Compare in qualsiasi momento, a torturarmi, come un disco rotto che non riesco a fermare.
Adesso abbiamo fatto l'amore, va tutto bene.
Ma forse non basta per calmarmi. Non basta per crederci.
È presto e Albi è già sotto la doccia. Il calore che ho provato stanotte con lui, in parte è già svanito e ha lasciato posto di nuovo all'ansia.
È davvero solo il Milan ad allontanarlo da me?
O invece è la mia ingenuità a non farmi vedere le cose con chiarezza?

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora