Capitolo 78

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Quando Alberto entra in casa, nota che la luce è accesa.
-Mamma!- esclama, sorpreso. Poi si guarda intorno, imbarazzato; riordinare casa è stato l'ultimo dei suoi pensieri ultimamente..
-Cos'è successo qui? Non vengo a trovarti per un paio di settimane perché abbiamo avuto tutti l'influenza, e trovo un disastro!- sbotta la donna.
Lui senza aprir bocca inizia a raccattare i vestiti e gli oggetti sparsi in giro per la sala. Quando arriva alla poltrona, però, qualcosa attira la sua attenzione. È un orecchino di perla. Lo deve aver perso Siria quella volta..l'ultima volta che sono stati insieme, prima di quel maledetto giorno.
"Cosa pensavi, mentre mi scopavi?" gli aveva urlato attraverso la porta.
Quella porta chiusa. La sogna ogni notte, e non si apre mai.
'Che ti amavo' le risponde mentalmente, 'che ti amo, ma tu non ci sei più. Mi hai chiuso la porta in faccia e preferisci stare con il mio migliore amico'.
Cosa darebbe per essere di nuovo lì tra i suoi capelli, per sentire quello sguardo grigio e brillante su di lui, per toccare le sue mani, per avere ancora quei baci.. dolci, teneri, appassionati..quei baci, tra una risata e l'altra, tra un sospiro e l'altro..
Invece lei non c'è più, non lo vuole più, non lo ama più o forse non lo hai mai amato e se lo ha fatto, magari ora l'ha dimenticato..invece lui non può.. come guardare il cielo e non trovare più le stelle, Alberto ha perso la sua Stella, la sua Siria, e anche se altre sono ancora al loro posto, poco importa.
Ha quel vuoto dentro e a volte vorrebbe gridare, a volte non riesce a respirare..lo sente lì tra una costola e l'altra, nel petto, lì dove batte il cuore, sente che lei non c'è.
E fa così male.
Ed è così stanco di sorrisi forzati e di frasi di facciata, così logorato dal fingere davanti a tutti che non gli importi niente.
L'ha persa ed è solo, unicamente, colpa sua.
Le guance si rigano di lacrime e per una volta forse non deve trattenerle.
Magari almeno lei lo ascolterà senza giudicarlo.
Si gira verso quella figura di eterna speranza e vede che lei era proprio lì ad aspettarlo.
-Mamma!- grida.
Senza dire una parola, la signora Caterina lo abbraccia, mentre lui è come un fiume in piena.
-Siria mi ha lasciato, non mi vuole più! Perché io ho sbagliato! L'ho tradita e lei non mi vuole più vedere. Gliel'ho detto che non volevo, che è stato un errore..ma adesso cosa faccio? Cosa faccio??-
Dopo aver sfogato la sua disperazione, per la prima volta, racconta tutto, ma proprio tutto quello che è successo. Lei gli accarezza i capelli, gli asciuga le lacrime e ascolta. Così anche Alberto si sente piano piano sgravare dal quel peso che portava da solo, fino a sentirsi meglio.
Ha pianto come un bambino ma ora che ha finito è un po' più grande di prima.

"La vita di un uomo
sta in mano a una donna
e quella donna sei tu.
Che sarà di me
se perdo te."

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Ho fatto un giro in centro, ma davvero non saprei cosa regalare ad Ace per il suo compleanno. A questo punto mi conviene fare un giro con lui, per sapere cosa preferisce. Vorrei che fosse una cosa che gli faccia sentire la mia amicizia, ho apprezzato molto la sua vicinanza, anche se ormai è chiaro che lui ha un debole per me. E io, cosa provo per lui? Probabilmente un po' mi piace, dal momento che, quando ero ubriaca, ci ho provato, però non sono in grado di provare dei veri sentimenti, in questo momento.
Sto per tornare alla fermata del tram, quando mi squilla il telefono. Lo pesco dal fondo della borsa ed è un numero che non conosco. Sono un po' combattuta ma alla fine rispondo.
-Ciao, sono Caterina.-
Non posso crederci, la mamma di Paloschi!
-Buonasera.- riesco a proferire.
-Come stai?-
-Non..non bene.- ammetto.
-Alberto mi ha raccontato tutto.-
-Ah..-
-So che li hai beccati insieme e come donna devo dire che è davvero un duro colpo da accettare.- va subito al dunque. Io sono inchiodata sul posto.
-Ma ti sto chiedendo comunque di dargli una possibilità.. lui ti ama ancora.- prosegue.
Cerco di mettere insieme le parole -ogni volta che chiudo gli occhi, lo vedo con quella, è una cosa più forte di me, non riesco più a fidarmi..- confesso.
-Io invece ho davanti agli occhi un'altra immagine: quella di mio figlio che piange come un bambino e mi dice che non può vivere senza di te.-
Sussulto forte. Non può aver detto questo.
-Sei ancora lì?-
-Sì..io..non so cosa dire..io..- inizio a singhiozzare, come una stupida. -Non sono io la sua ragione di vita!-
-Lo spero, ma se lo ha detto deve essere stato davvero disperato, sappilo almeno. Poi fai come ti sembra meglio. Scusa se ti ho chiamato, ma come mamma dovevo fare qualcosa. Forse un giorno mi capirai.-
-Mi dispiace, non ce la faccio a vederlo, non riesco a superare questa cosa..- proferisco, afflitta.
-Sei stata brava, però, a buttarti tra le braccia di Francesco!-
Trattengo il fiato.
-Tutti possono avere dei momenti di debolezza..- mormoro.
-Eh appunto, tu puoi essere debole, Alberto invece no?-
Sento salire la rabbia e il dolore.
-Io almeno non sto tradendo chi dico di amare!!!- urlo tra le lacrime. Il cellulare mi scivola via di mano, cadendo con un tonfo sul marciapiede. Con una mano tento di recuperarlo, mentre con l'altra cerco di asciugarmi la faccia..un bel fazzoletto, quando serve, mai. Impreco quando vedo che il display è spento e non dà cenni di vita. In realtà, poco male chiudere quella conversazione, o temo che sarebbe degenerata.
Ovvio che una madre prenda le parti del figlio, ma probabilmente Paloschi le ha rigirato la frittata a vantaggio suo. Quanto lo odio! Non pensavo si potesse odiare così una persona che prima si amava. Non può vivere senza di me? Si certo, proprio questo pensava mentre si tro**ava quella! Rinfacciarmi di uscire con Fra? Come se fosse uguale a tradire! Io non sto con nessuno, posso fare quello che mi pare!

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora