Capitolo 68

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Devo risolvere la questione una volta per tutte. Prima che sia troppo tardi. La posta in gioco è troppo alta. Siria lo scoprirebbe e non mi perdonerebbe mai. E io? Mi perdonerei?
Apro il getto della doccia al massimo.
Poi compongo quel numero.
-Ciao amore! Mi pensi già di prima mattina!-
-Nicole, devi darmi la collana. Dobbiamo chiudere questa storia-
-Mmm..mmm- sospira. Si sta stiracchiando..o altro? Devo stare lucido ma sono già sudato, freddo.
-Mi hai sentito? La rivoglio, adesso!-
-Non hai dormito bene? Dai tesoro, non essere impaziente. Ci vediamo con calma, non prendere decisioni affrettate-
-No! Ci vediamo tra mezz'ora. Questa volta porta il ciondolo se non vuoi che ti denunci, per la collana, per la droga e per lo stalking. Perché lo farò, te lo posso giurare!-
Non voglio mai più vedere Nicole, dopo oggi. Non l'ho mai voluta, in realtà.

Mi sarebbe piaciuto che almeno stamattina facessimo colazione insieme, che parlassimo, che ridessimo, ma non esiste più quella complicità tra di noi. Ho cercato di ricrearla, ma quella magia dura poco e poi si spegne, ogni volta. Mi rigiro nel letto, avvicinandomi alla sua metà. Stringo il suo anello nella mano. Neanche stavolta lui aveva il mio ciondolo. Gliel'avevo dato perché una parte di me stesse sempre con lui.
"E' al sicuro".
Al sicuro ma lontano dal suo cuore, non è al sicuro.
Cerco di scacciare i pensieri.
"Puoi affrontare il problema solo quando ti si presenta".
Ma se fosse già arrivato?
Sento Albi uscire dal bagno e andare di sotto. Potrei seguirlo in cucina e dirgli tutto, di quello che mi ha detto Nicole, dell'assegno che ho trovato.. ma resto immobile. Perché? Perché ho così dannatamente paura della risposta? Mi ha detto di fidarmi di lui ma potrei scavare di più. Forse perché voglio continuare a credere al mio sogno. Ma se nello specchio c'è una crepa non puoi fingere di non vederla.
Sento arrivare un messaggio sul cellulare.
Numero sconosciuto: non ho un bel presentimento.
C'è un indirizzo internet. Nessuna scritta.
Sguscio fuori dal letto, c'è solo il computer di Albi, il mio è di sotto.
Pazienza, userò il suo.
La pagina si carica.
Non so che cosa mi trattenga dall'urlare.
Urlare e fare a pezzi tutto.
Invece no, resto ferma, immobile, di nuovo.
D'accordo. Non sono intelligente ma nemmeno stupida.
O forse sono la peggiore degli stupidi.
Ma voglio le prove.
Delle prove tangibili.
Voglio vederlo con i miei occhi.
Se la mia storia con Albi sta per avere il peggiore degli epiloghi (a parte la morte, che cmq non è del tutto da escludere), ne voglio le prove.
Mi vesto in fretta e furia ed esco dalla camera, giusto in tempo per sentire la porta di casa chiudersi dietro Albi.
Chiamo un taxi, al volo, sperando che arrivi in tempo.
Lo fa, l'auto di Albi ha appena svoltato.
-Per favore, segua quella macchina-
L'autista mi guarda perplesso ma poi esegue.
Inizio a respirare appena ci avviciniamo a Milanello. Albi sta solo andando all'allenamento un'ora prima.
Per prudenza, mi faccio lasciare un po' indietro.
Lui ferma l'auto ma non entra dal cancello. La lascia lì e si allontana a piedi.
Aspetto un po' prima di scendere dal taxi, poi lo seguo.
Alla ghigliottina ci vado con le mie gambe.

Arrivo al luogo dell'incontro, stringendomi nella giacca. C'è un'auto semi-immersa nella nebbiolina che sale dai campi, intorno a Milanello. Al posto di guida c'è lei. Busso sul vetro dalla parte del passeggero e le faccio cenno di scendere. Lei abbassa il finestrino.
-Ciao amore! Dai sali, fa freddo fuori-
-Se salgo in macchina andrà a finire come vuoi tu, non come voglio io. Dammi la collana e basta-
-Perché non la vieni a prendere?- ce l'ha al collo e ci gioca. Mi dà fastidio.
-Toglitela subito!- le ordino, arrabbiato.
-Non ti conviene trattarmi così, lo sai?- sibila con un'espressione glaciale. Prende il cellulare e si scatta una foto, con il ciondolo in bella mostra. -La sto per mandare alla tua ragazza, sali o no??-
Sospirando mi siedo sul sedile, di fianco a lei. Le strappo il cellulare di mano e cancello la foto.
-Tanto ne ho quante ne vuoi-
-Come fai ad avere il suo numero??- interrogo, inferocito.
La sua espressione muta di colpo, si rifà invitante come al solito.
-Infatti non ce l'ho, era un trucco. Sei così ingenuo, tesoro mio. Non potrei mai dirle di noi-
Non le credo, neanche un po'.
-Perché fai tutto questo? Cosa speri di ottenere?-
-Io ti amo e mi ami anche tu, solo che non lo vuoi ammettere- mi butta le braccia al collo.
-No! Io amo la mia ragazza. Sono qui solo per la collana-
-Bene, allora prendila- si apre la camicetta, di colpo. Sotto non indossa nulla, tranne la catenina d'oro di Siria, che si insinua come un serpente, tra l'incavo dei suoi seni. Non riesco a dire di essere indifferente a quella visione, ma non posso farlo, non dopo ieri sera.
-Nicole, no-
-È l'ultima volta, poi ti lascerò in pace-
Sono davvero combattuto.
-Se lo faccio, cancellerai le foto e sparirai per sempre?- propongo.
-Sì, tanto sarai tu a venire da me, non potrai farne a meno- lei scuote i capelli biondi, sulle sue grazie. Mi accarezza il viso con un dito, maliziosa.
Sospiro di nuovo, togliendomi la giacca.
Chiudogli occhi prima di baciarla, con le dita cerco il gancio della catenina, quandolo avverto aprirsi, mi sento un po' meglio. Gliela sfilo e la metto nellagiacca. Poi mi tolgo anche la maglia e mi adagio su di lei. Per l'ultima volta.

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora