Capitolo 62

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Mi nasconde qualcosa.
Ma no, ma no.
Qualcosa come quella escort.
Non lo farebbe mai.
L'ansia sta prendendo il sopravvento, assieme ai brutti pensieri. Entro in bagno, per risistemarmi il trucco, forse riesco a calmarmi.
Sono lì da qualche minuto quando sento delle voci concitate, si avvicinano alla porta.
-Allora cosa sono io per te? Eh? Quella che ti scopi quando ti pare??- urla una voce femminile. Faccio appena in tempo a nascondermi in una delle toilette prima che la porta dell'antibagno si apra e si richiuda rumorosamente.
-Ne abbiamo già parlato mille volte..- sento dire dalla voce stanca di Francesco. -Non possiamo continuare così.-
-Certo, ma tu mi hai scopata anche l'ultima volta e ora vuoi lasciarmi? Ti rendi conto di che uomo di merda sei??-
-Tu l'hai voluto o te l'ho chiesto io, forse??- urla lui di rimando -Non ti ricordi più che hai detto che non riuscivi a dimenticarmi e che forse un distacco più graduale ti avrebbe fatto meglio? E non rimetterti a piangere, ti prego!-
-Sei crudele a rinfacciarmi tutto..- la voce è distorta dal pianto.
-Ho sempre fatto quello che mi hai chiesto, Denise, ho fatto di tutto per accontentarti e non andava bene, niente andava bene!-
-Quando ti ho chiesto di lasciar perdere quella stronzetta, non l'hai fatto!-
-Smettila con questo discorso!- ringhia.
-Vedi, appena si parla di lei, diventi subito una belva!-
-Perché non c'entra niente con questo discorso!! Qui ci siamo io e te, e questa storia si è già trascinata avanti fin troppo!-
-Sei uno stronzo Francesco, hai fatto tutti i tuoi comodi con me. Non puoi lasciarmi così.-
-Io non ti amo più. Da troppo tempo, e poi sono stato solo alle tue condizioni.-
-Non è vero e lo sai! Io ti amo ancora, vieni qui..- lo invita ora, con tono più dolce.
-No! Lo vedi? Se ti lascio è colpa mia, se ti riprendo è colpa mia. Con le buone o le cattive, ottieni sempre quello che vuoi, ma io non ce la faccio più. Non è amore questo, non è vita questa. Ora basta, è finita davvero!-
-Tu..pensi che così riuscirai a portarla via al tuo amico? Quella troietta fa il doppio gioco, con te e con lui.-
-Smettila con queste provocazioni, non ci casco più.-
-Ti giuro sul mio nome che non l'avrai, non starai mai con lei!- gli sputa addosso le parole e poi, finalmente se ne va, sbattendo la porta. Posso sentire fin da qui il rumore dei tacchi sul pavimento. Stava parlando di me, penso con amarezza.
Poi all'improvviso, sento un colpo sulla mia porta, secco. Forse Acerbi ha mollato un calcio. Solo che per lo spavento ho lasciato andare un gridolino. Mi tappo subito la bocca ma è troppo tardi.
-Chi c'è??- urla lui, con rabbia. -Ti ho sentito, esci!-
Apro la porta, lentamente.
-Scusa, non avrei mai voluto ascoltare..-
-Oh, sei tu..- sembra sollevato, si appoggia sul porta lavandino, sospirando. -Solo l'ennesima scena pietosa.- commenta.
-Mi dispiace.-
-A me no, non più. Sono frustrato solo di essermi ridotto così. Dovevo restare a Verona. Non pensavo che inseguire il mio sogno mi avrebbe portato a tutto questo. In campo è uno schifo, fuori anche peggio. Pensavo di essere una persona migliore, adesso non lo so più come sono.-
-Sei forte Fra, lo sei sempre stato. La vita è fatta anche di momenti difficili, ma poi sono quelli che ti fanno crescere.-
-Grazie.- mi abbraccia, forte. -Come ci riesci?- mi domanda poi.
-A fare cosa?-
-A dire sempre la cosa che mi fa stare meglio.-
Scrollo le spalle -Ho detto solo quello che penso.-
-Dov'è Albi?- cambia discorso.
-Non lo so, è sparito.- ammetto, con il magone.
-Dai andiamo a cercarlo! È ancora la nostra festa di compleanno!- dice, cercando di essere allegro.

Stavo cercando Siria nel salone, quando la vedo uscire dal bagno con Ace. Dal bagno?? Nonostante tutto, sento la gelosia salire, più forte di tutto il resto. Lei appena mi vede, mi viene incontro.
-Ti ho cercato dappertutto, dov'eri?- mi chiede.
-Cosa ci facevi in bagno con Fra??- è la risposta.
-Niente. L'ho incontrato per caso.-
-In bagno? Raccontamene un'altra.- alzo le sopracciglia.
La vedo assumere un'espressione che rasenta la disperazione, ma non mi addolcisce.
-Albi ti prego, ti prego, non litighiamo ancora per lui. Amo solo te, lo sai.-
-Ma te ne stai sempre appiccicata a lui. Quando non vi imboscate.-
Poi me ne vado, mi hanno chiamato per la torta. Non vedo l'ora che finisca, questa stupida festa! Taglio il dolce con Fra, anche se in questo momento gli darei volentieri un pugno, poi faccio le foto con i miei amici, rido e scherzo con loro, come se fosse tutto normale.
Poi vedo Siria. Se ne sta in un angolo, con un flauto di vino in mano e sembra la ragazza più triste del mondo. Cosa sto facendo? Io la tradisco e sono capace di essere geloso di lei? Mi sento da schifo. Come dovrebbe essere avere un'amante? Eccitante, stimolante, farmi sentire più figo? Sono una merda, invece. Io la amo, lei è tutto per me, e le sto facendo questo.
Anche da qui posso vedere che lei porta il mio anello, sul pollice, e io mi sono fatto rubare il suo pegno.
Ma come faccio, come faccio a dirle la verità? Anche perché se l'altra volta non ero in me per quella dannata droga, adesso che scusante ho? Ho solo la mia colpa e in più la scarico su di lei.
Vado da lei. Mi meriterei che mi urlasse contro, non che mi guardasse con quel tormento negli occhi.
-Scusa, sono davvero un idiota.- proferisco.
-Che cosa sta succedendo Albi?- quello sguardo, temo che possa leggermi dentro.
-Sono solo un po' stressato, da tutto quanto.-
-Ho paura. Non voglio perderti.-
L'abbraccio, forte. La tengo stretta. Non la lascerò andare così.
-Non succederà. Dai, adesso andiamo a casa.-

Lo raggiungo in bagno. Lui si sta lavando i denti, io indosso solo una maglietta e l'intimo. Lo abbraccio da dietro.
-Tesoro, lo sai da quanto tempo non lo facciamo? Da prima che tu partissi per il ritiro.- mi strofino su di lui, accarezzandolo sotto la maglia.
-Troppo tempo!- dice, ancora mezzo impastato di dentifricio. Si risciacqua e poi mi abbraccia a sua volta. I suoi baci sono dolci, ma lo stesso c'è qualcosa che non va.
-Cosa hai fatto qui?-
Ha un segno rosso, sul collo, che non avevo notato.
Lo sento irrigidirsi appena.
-Ma niente, mi sarò graffiato facendomi la barba..-
Andiamo in camera e ricominciamo a baciarci, ma non è preso come al solito. In condizioni normali mi sarebbe già saltato addosso.
-Cosa c'è?- sussurro.
-Scusami amore, è che sono stanco. È stata una lunga giornata e domani, sarà anche peggio.-
-Volevo almeno che finisse bene.- insisto.
-Sì, è vero.- mi fa un debole sorriso, mentre ci mettiamo sotto le coperte. Le mie mani scorrono su di lui.
-Oh, è rimasta la luce accesa in bagno.- mi fa notare.
-Dobbiamo proprio spegnerla? Uff, ok- mi alzo e vado nell'altra stanza. Già che ci sono, me li lavo pure io i denti. Poi torno da lui.
-Albi?-
Niente, si è addormentato. Doveva essere proprio stanco. Mi sdraio di fianco a lui, ascoltando il suo respiro. Nel buio rivedo i suoi occhi di questa sera, di questi giorni. Dov'è finita la luce che avevano quando mi guardava? Dov'è finito il suo sorriso? Dov'è finito il ragazzo che amo? Il ronzio di sottofondo è più un fischio ora. Sembra il fischio di un treno, in lontananza. Spero solo di non essere sulle rotaie.

L'amore è un'altra cosa - Stella Marina || A. PaloschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora