10. Hero

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Due giorni dopo.

Bene, eccoci qui, Los Angeles.

«Hero, non ci credo! Ti voglio troppo bene!» esclama mia sorella abbracciandomi. Ho realizzato il suo sogno.

«Anche io».

Il tassista si fa trovare davanti all'uscita degli arrivi e lo seguiamo fino alla macchina. Anna mi ha detto che Jo non è a casa e che quindi potrò passare da lei per parlare di tutta questa storia, così do al tassista l'indirizzo di Anna.

«Ciao ragazzi, entrate!» arrivati a destinazione, Anna ci accoglie calorosamente.

Mia sorella decide subito di posare le valigie e fare un giro in zona ed io ed Anna potremmo parlare tranquillamente.

Mi guarda male. «Che hai combinato?»

«Un casino...» faccio, appoggiando i gomiti sul bancone della cucina e tenendomi la testa tra le mani.

«Se la vedi, il cuore ti va in frantumi. Si vede che sta male, non solo moralmente ma anche fisicamente. I capillari delle guance le si sono rotti a causa dei pianti e ora ha come due macchie rosse sotto gli occhi... Hai fatto un bel casino, devi dirmi tutto

«Anna, lo so, potresti evitare di ripetermelo?»

Annuisce.

«Non so se ce la faccio, ma ci proverò...» le racconto quello che è successo e perché l'ho fatto. «Però Anna, te lo giuro su quello che vuoi, questo è stato prima.»

«Prima di cosa?»

«Prima che mi innamorassi di lei, così tanto che farei di tutto per riaverla...» sento che i miei occhi si stanno riempendo di lacrime ma provo a ricacciarle indietro.

«Lo so, ma non avresti dovuto farlo, non ti giustifica.» Ha ragione.

«Se non lo avessi fatto la nostra storia non sarebbe mai iniziata, e io sono contento che lo sia invece, mi capisci vero?»

«Non del tutto ma si» mi abbraccia.

«Grazie.»

È strana, guarda l'orologio ogni cinque minuti...

«Dov'è Jo?» le chiedo.

«È fuori con Asher, lo ha accompagnato a basket» spiega nervosamente.

«Okay... e perché sei così in ansia?» dico confuso.

«Be', perché—»

La porta si apre e resto paralizzato. Asher e Jo sono tornati prima del previsto...

«Ash vai nella tua stanza per favore» ciò significa che Anna sa già cosa potrebbe succedere.

Cazzo...

Il sorriso che Jo aveva sulle labbra appena era entrata in casa è morto quando i nostri sguardi si sono incrociati. Gli occhi le iniziano a diventare lucidi e vedo che cerca di trattenere le lacrime.

«Tu...» inizia con voce rotta, lasciando cadere per terra le buste che teneva in mano. «non ci credo» singhiozza appoggiandosi con la schiena alla porta. «Che ci fai qui?»

«Sono venuto per te...» a queste parole le cedono le gambe e piange più di prima, sembra quasi potesse cadere. «Ehi ehi, sono qui» mi abbasso e le prendo le mani per farla alzare da terra.

Lei le tira via immediatamente. «È proprio questo il problema! Che sei qui!»

Mi allontano d'istinto.

«Hai anche il coraggio di prendermi le mani, dopo quello che hai fatto!» ride.

«Se saliamo su e mi lasci parlare ti spiego tutto, tutto. Poi potrai decidere cosa vuoi fartene di me...»

Mi guarda dalla testa ai piedi, vuole che la aiuti ad alzarsi, così le porgo le mani. Quando me le afferra avverto una certa scossa, anche questo minimo contatto fisico mi da speranza di qualcosa.

Arrivati nella sua stanza ci sediamo sul letto distanti, lei con le gambe incrociate e appoggiata alla testiera e io seduto ai piedi del letto.

«Allora?» chiede.

«Si, allora. Tu ricordi di quella ragazza...»

«Si, Chantal, certo.»

Che stupido, ovvio che se la ricorda. «Be', ecco... io e lei abbiamo avuto una cosa complicata. Non c'è stato niente, ci vedevamo ogni tanto solo per soddisfare i nostri bisogni, e questa cosa andava bene ad entrambi.»

«Santo Cielo, è disgustoso...»

«È andata avanti per molto tempo, fin quando lei non ha iniziato a... provare qualcosa per me. Ma io no, trovavo solo che era una bella ragazza, il carattere non mi piaceva, i suoi modi nemmeno... Così ho deciso di farla finita. Lei continuava a perseguitarmi con messaggi, telefonate... fin quando un giorno le ho chiesto cosa avrei potuto fare per togliermela dai piedi. Lei mi ha detto che avrei dovuto scoparmi... te.»

Sospira, come se le avessi trafitto il petto.

«Pensavo che sarebbe bastato accettare e farle credere che lo avrei fatto, ma poi mi ha chiesto le prove. Se non fosse stato che sentivo che noi due saremmo diventati qualcosa, non lo avrei mai fatto.»

«Perché, se non lo avresti fatto cosa sarebbe cambiato?»

«Chantal sarebbe sempre intervenuta nella nostra storia, avrebbe provato a farci separare continuamente trascinandoci in una relazione tossica.»

«Dove sono quegli audio?» il viso le si riempie di lacrime.

Mi avvicino a lei per asciugarle le lacrime con i pollici. «Ehi, tranquilla, li ho fatti eliminare da dei professionisti.»

Abbozza un sorriso.

Le accarezzo la parte delle guance dove le si sono rotti i capillari. «Mi dispiace, sono imperdonabile, lo so. Ma ti prego, dammi un'altra possibilità, è tutto ciò che desidero adesso.»

«Si, sei imperdonabile e...» si avvicina al mio viso «mi manchi, mi manchi da morire.»

«Anche tu...» i nostri nasi si toccano.

«Io... io non posso baciarti, non dovrei...» dice chiudendo gli occhi, con le labbra a due centimetri dalle mie.

«Ma vuoi farlo».

Annuisce. «Esattamente, voglio farlo...»

«Fallo».

Behind - Dietro Tutto l'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora