108. Hero

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Appena sono salito sull'aereo sono collassato subito. Quando mi sono svegliato poco prima dell'atterraggio, Jo mi ha preso in giro perché dice che ho russato un po'. Be', non dormivo dalle otto della mattina prima, me lo concedete? Adesso siamo in taxi e stiamo andando in un nuovo hotel; stavolta io e Jo avremo la stessa camera.

«Guarda,» Jo dice ad Anna dandole una leggera gomitata «si sta addormentando di nuovo.»

Alzo la testa dal poggiatesta e la guardo con le sopracciglia accigliate. «Cosa vuoi, sono stanco» dico e ridacchio per non sembrare davvero infastidito, perché non lo sono.

«Va bene, scusatemi tanto, Sir Hero» mi dice scherzosamente e fa un piccolo inchino con la testa.

Scuoto la testa, divertito. «Stupida.»

Anna ride insieme a lei e si divertono a prendersi gioco di me, che non ho fatto nulla di male.

«È in momenti come questo che non vorrei essere nato in Inghilterra.» Quando mi ritrovo nella stessa macchina con un'americana e un'australiana. Povero me.

«Perché mi devi un obbligo...» Jo dice la mia battuta del film con il mio accento, fallendo miseramente, ed Anna scoppia a ridere.

Devo ammettere che è divertente, ma adesso tocca a me. «Vi divertite a prendermi per il culo? Okay, va bene» dico con aria di sfida e penso ad una cosa che Jo dice spesso o una battuta di Tessa per imitarla. «Aspetta... com'è che dici tu? Non voglio più giocare.»

Spalanca gli occhi e scoppia a ridere. «Oddio! Questa sarei io?» dice con le lacrime agli occhi dalle risate.

«Sì! Oppure quando dici... "No, non lo so!"» dico con la voce acuta, per imitare quella femminile.

«Mio Dio! Sei fuori di testa!» esclama e rido con lei. Non sentivo la sua risata così da troppo tempo e mi era mancata.

Le metto due dita sotto al mento e ci guardiamo sorridendo. È bellissima, non smetterò mai di dirlo. Metto la mano delicatamente attorno al suo collo e quando lo faccio lei volta la testa e chiude gli occhi ridacchiando nervosamente. «Che fai?» le chiedo ridendo, un po' confuso; non riesco a capire perché si è voltata.

Torna a guardarmi negli occhi. «Non lo so... La tua mano...» e muove le mani in modo strano. Oh, intende che sente le farfalle nello stomaco.

Le sorrido e stavolta si fa baciare, la mia mano ferma dov'era. Sorride tra le mie labbra e quando provo a schiudere le sue con la lingua me lo permette e si fa trascinare dalla dolcezza del momento. Poi però arretra, ricordandomi che siamo in un taxi.

Amo il fatto di farle sentire ancora le farfalle nello stomaco. Anch'io le sento ancora e penso che le sentirò anche tra qualche anno, le sentirò sempre. La fiamma in una relazione non deve spegnersi neanche dopo un'eternità; se succede, era destinata a morire fin dall'inizio. È così che la penso.

Poggia la testa sulla mia spalla e intreccia le dita con le mie, la sua piccola mano scompare nella mia. È così piccolina accanto a me, 1,67 m di persona accanto al mio 1,88 m. Per baciarla devo sempre piegare la testa e lei deve alzarsi in punta di piedi; è la cosa più carina del mondo.

* * *

«Hero!» mi chiama dal bagno e la sua voce rimbomba nella stanza d'hotel.

«Sì!» le rispondo ancora stravaccato sul letto. Mi chiama di nuovo e sbuffo. Non ho veramente voglia di uscire per pranzo, completamente. «Sì, Cristo. Mi sto alzando.» Controvoglia e ancora mezzo addormentato, la raggiungo in bagno.

Mi guarda dall'alto in basso, con un'espressione strana in faccia. «Chi si rivede!» esclama.

Acciglio le sopracciglia. «Non ha senso, lo sai?» le dico, la voce roca.

Ride e mi bacia sulle labbra, cogliendomi di sorpresa. «Lo so.»

È troppo allegra e felice stamattina, dev'essere successo qualcosa. «Jo?»

«Sì?» cinguetta mentre si pettina i capelli.

«Che è successo? Sei molto... felice, non so. Troppo. Tutto bene? Hai ricevuto qualche buona notizia...?» inizio a fare supposizioni ma mi interrompe.

«Oh, no. Dimenticavo di dirtelo.» Mi mette una mano su una spalla e passa l'altra tra i miei capelli, scombinandoli più di quanto non lo siano già. «Siamo soli tutto il giorno.»

Questa sì che è una buona notizia, una bellissima notizia.

«Davvero?» le chiedo sorpreso.

Sorride e annuisce lentamente.

«Finalmente!» La prendo dalla vita e la sollevo in aria, la gonna del suo vestitino rosso a pois bianchi svolazza. La metto giù e le do un semplice bacio.

Jo si sta facendo delle trecce ed io ho bisogno di farmi la barba; non che sia molta ma da vicino si vede e le foto che ci faranno domani durante il red carpet e le interviste hanno un'altissima risoluzione, ti si vede ogni piccola imperfezione. Vado a prendere la schiuma dalla valigia e quando torno in bagno sciacquo il viso e inizio subito a spalmarla.

«Carino» dice Jo improvvisamente e ridacchia guardandomi dal riflesso allo specchio.

Le faccio una smorfia e lei mi fa linguaccia. Prende due elastici sottili trasparenti e li utilizza per fermare le due trecce che le arrivano poco più giù delle spalle.

«Carina» le dico con lo stesso tono che ha utilizzato lei poco fa.

Mi sorride mordendosi il labbro inferiore. «Cosa?» Oh, quanto si vede che è leone...

«Mi piacciono i tuoi capelli» le confesso.

Fa un faccino triste quando mi dice: «Be', grazie. Ma ti piace solo questo?»

Sospiro e alzo gli occhi al cielo. «Leone del cazzo che sei. Vuoi sentirti dire tutto in faccia.»

«Mhm... senti chi parla, uno scorpione» dice lamentandosi, ma poi scoppia a ridere. Si avvicina a me e passa un dito sulla mia guancia e mi sporca il naso con la schiuma da barba di proposito. Sembro uno scemo.

«Jo, dai!» la spintono piano e strappo un pezzetto di carta igienica per pulirmi.

Ride a crepapelle, poi si fa seria. «Allora, ti piacciono solo i miei capelli?» Mio Dio. «Dimmi.»

«Sennò?» le dico con aria di sfida mentre le sorrido a trentadue denti.

Si lecca il labbro e poi se lo morde, pensando ad una conseguenza. «Sennò la barba te la faccio io.»

Oh no, non esiste.

«Bene, allora dovrei dirti che mi piace tutto di te, ogni minuscolo dettaglio e ogni centimetro del tuo...» inizio, ma noto che mi guarda divertita e cerca di trattenere una risata. «Perché mi guardi così?» le chiedo confuso.

Mi risponde sarcasticamente ridacchiando: «Mhm, devo dire che... riesco a prenderti molto sul serio mentre somigli a Babbo Natale.»

Cazzo, è vero.

«Vaffanculo, Jo» e la spintono di nuovo, ridendo. «Sei una stronza, lo sai.»

Mi fa di nuovo la linguaccia ed esce dal bagno dicendo, tutta fiera: «Pensi che non lo sappia?»

Porca troia, mi credete quando dico che è fuori di testa ma attraente da morire?

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