34. Jo

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Mi vesto, devo andare subito in farmacia a comprare almeno un altro pacchetto di pillole, enterogermina e il Clearblue. Mi mette ansia l'ultima cosa...
«Amore,» quell'amore lo adoro, «stai uscendo?» chiede dal bagno mentre si fa la barba.
«Che c'è?» lo raggiungo.
«Dove vai?»
«In farmacia, ti serve qualcosa?»
«Si,» si sciacqua il viso, «abbiamo pochi preservativi... ne copri un pacco?»
Resto un po' sorpresa. «Okay, ma io... io non so...»
«Tranquilla, ti capisco. Ci penso io, vengo con te. Dammi il tempo di vestirmi.»
Menomale. Non ho la minima idea di come si scelga la misura o cose del genere. È decisamente meglio se viene con me, magari mi spiega quali prendere e la prossima volta ci penserò io.
«Okay, ti aspetto. Vado a mettere le scarpe.»
È bello che nonostante la notorietà che abbiamo viviamo una vita normale. Non oso immaginare cosa succederà appena uscirà il film... L'8 aprile verrà lanciato negli USA, negli altri stati non lo so sinceramente.
Da ottobre in poi saremmo impegnati con alcune interviste, passeggeremo un po' in giro per il mondo.
Dopo pochi minuti Hero esce dalla camera da letto con una maglietta nera, jeans, i capelli sistemati, la barba fatta e la Ferragamo Fragrance... amo quel profumo su di lui.
«Sono pronto, andiamo?»
Gli giro attorno, osservando ogni particolare della sua bellezza, in cui i difetti sono compresi, anche se ne ha davvero pochi fisicamente. Da altri punti di vista... be', ci stiamo lavorando.
«Cosa?» fa spallucce.
Mi metto in punta di piedi, annuso il suo collo e lo bacio. «Mi piace come ti sei vestito.» Sorrido mordendo un unghia.
«Vero?» Mi guarda meglio, «Aspetta... ma quella è la mia maglietta!» indica la maglia bianca con la stampa del Big Ban che ho addosso .
«Già, è bellissima» faccio una giravolta.
«Lo so, è la mia preferita. Ma ti ricordo che è mia» ridacchia.
«Che succede se te la rubo?» lo sfido scherzosamente.
«Non me la rubi,» mi tira a se prendendomi dalla maglietta, «te la strappo di dosso piuttosto...» si lecca le labbra mentre i nostri corpi sono attaccati.
«Ah si? Fate con comodo, Signor Fiennes Tiffin». Adora quando lo provoco così.
«Cazzo, mi fai diventare pazzo.»
«Pazzo di me?» dico alzando il mento con aria di sfida, spostando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.
«Si». Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, schiudendomi le labbra con la lingua.
La accolgo e la mia segue i movimenti della sua. Improvvisamente mi prende in braccio facendomi mettere le gambe attorno alla sua vita. Mi fa sedere sul bancone. Oh cazzo. È una delle cose che ho sempre voluto fare.
Spinge il suo corpo contro al mio, poi si ferma.
«Merda, hai messo la culotte sotto... Allora lo fai apposta?» dice con voce roca.
«Può darsi.»
Mi piace sapere che ogni piccolo dettaglio del mio corpo riesce ad eccitarlo in un secondo. È bello avere un po' di controllo.
Mi bacia sul collo ripetute volte. Mugolo piano.
«Questo suono... porca puttana, Jo.»
Dopo altri baci affamati rallenta e me ne da uno lento e morbido.
«Se non avessi l'urgenza di comprare i preservativi ti scoperei su questo bancone, ma giuro che lo faccio appena torniamo.»
Sorrido. Be', mi piace l'idea.
Mi aiuta a scendere, prende le chiavi di casa e usciamo. Sono le 10:00 a.m. e non abbiamo fatto colazione.
«Facciamo colazione?» gli chiedo mentre siamo in ascensore.
«Si, il bar del blocco più avanti è buono, me l'ha detto...» si blocca.
«Jessica» continuo per lui.
Abbassa lo sguardo. Come immaginavo.
Alzo gli occhi al cielo, ma non posso farci niente. È sua amica, me ne farò una ragione.
Apre la bocca per dire qualcosa, probabilmente per scusarsi.
Lo zittisco prima che possa parlare. «Tranquillo, è tua amica, la tollererò» gli sorrido.
«Grazie» e mi bacia.

Andiamo prima al bar, non sarebbe carino andarci con una busta della farmacia — addirittura trasparente — piena di pillole anticoncezionali, enterogermina, test di gravidanza e preservativi.
«Come ti senti oggi?» chiede mentre guarda il menù della colazione.
«Molto bene, devo dire. Spero sia così per tutto il giorno o tutto il mese» ridacchio.
«Lo spero anche io, sono stufo di vedere vomito» fa una faccia disgustata.
«Smettila!» ridiamo.
«Ragazzi, siete pronti?» improvvisamente arriva il cameriere.
Ci ricomponiamo dalle risate. «Si. Allora, per me un tè verde con alcune paste da tè...»
Hero, vuoi far notare la tua raffinatezza inglese?
«Per lei, signorina?»
«Mhm... la stessa cosa sua» non sapevo cosa prendere in realtà.
«Perfetto» finisce di prendere la comanda, ritira i menù e se ne va.
«Sei diventato un lord, un duca, oggi? Dimmi tu» ridacchio.
«Lo sono sempre stato, è che sono in incognita in questo periodo» sussurra come se fosse un segreto di stato. «E tu sei la mia lady, o la mia duchessa, cosa preferisci?»
«Regina ti va bene?»
«Andata» batte una mano sul tavolo ridendo.
Amo scherzare con lui.
«Il problema è che non ho l'accento inglese, come facciamo?»
«Ce ne occuperemo presto» alza le sopracciglia e sorride.
Continuiamo a ridere e scherzare su questa cosa imitando i nostri accenti e dopo qualche minuto arriva il nostro tè con i biscotti.
«Mercy si divertirebbe troppo qui con noi» dice dando un sorso al suo tè, poi assaggia un biscotto.
Mi è venuta un'idea stupenda. Okay, sono un genio.
«A che pensi?» chiede mentre sorseggio il mio tè imbambolata nel vuoto.
Alla sorpresa che voglio farti. «Mhm? Niente, scusa mi ero imbambolata.»
«Sono troppo bello, per questo, non è vero?» si pavoneggia scherzosamente.
«Oh, smettila» scuoto la testa sorridendo.
Ha un senso dell'umorismo bellissimo, amo scherzare con lui.

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