86. Anna

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Dal momento in cui Hero, ad agosto, mi disse «Mi ha baciato» ho capito subito che quei due avrebbero fatto squadra. Non solo in quel senso, come coppia, ma l'intesa che hanno avuto fin dall'inizio ha reso tutto più facile.
Si conoscevano da a mala pena un 12 ore, ma io ho visto con che occhi si sono guardati, alla cena. Forse era la curiosità, l'uno voleva scoprire di più sull'altra, a spingerli a guardarsi in quel modo. Il giorno dopo ho capito che si trovavano irresistibili. Lei non riusciva a resistere alla sguardo magnetico dei suoi occhi verdi — a volte azzurri —, e lui non resisteva al sorriso splendente di lei. Racconto questo al passato, perché parlo di ciò che è successo durante il periodo delle riprese, ma non significa che non possa parlare anche al presente.
Anche adesso, che si trovano in questa strana... relazione/non-relazione, sono due poli opposti che si attraggono continuamente. Loro credono che pian piano i sentimenti stiano svanendo, lentamente, ma non è così, neanche un po'.
Jo è quella più introversa, non esprime spesso come si sente ma riesce a fartelo capire con il linguaggio del corpo, ormai ho imparato come si comporta quando qualcosa la turba. Le uniche volte che mi dice cosa prova sono quando è ubriaca oppure quando è a un passo da una crisi di nervi amorosa. Questi sono i momenti in cui è davvero sincera. Spesso finge che tutto sia perfetto e a posto, anche quando non è così. Le ho spiegato un migliaio di volte che non va bene questa cosa, che la trascinerà in un abisso senza che se ne accorga.
Hero, invece, è un abbastanza diverso da lei. Quando siamo soli a casa a volte sfrutta l'occasione per trasformarmi in una psicoterapeuta; mi sento come quegli psicologi che perdono ore ad ascoltare i drammi, spesso superficiali, di alcuni adolescenti, l'unica differenza è che io non sono pagata e che Hero non è un adolescente. È vero, a volte si lamenta di cose di cui è inutile lamentarsi perché non possono stare sotto la supervisione dell'uomo, ma più frequentemente si tratta di cose serie. Mi avrà detto non so quante volte che ama Josephine più di se stesso — e lui è uno di quelli che probabilmente si specchierebbe ore davanti a dell'acqua limpida nei giorni in cui si vede bello, ma quando si parla di lei... resterebbe ore a guardarla (parole sue) — e ci credo quando lo dice. Lo ha dimostrato. Nonostante lo schifo che aveva fatto all'inizio, è riuscito a guadagnarsi il perdono. Un miliardo di volte è venuto da me per autocommiserarsi dicendo di essere un pezzo di merda, di non meritare nulla, di aver perso le speranze, di essere un fallimento, di aver fatto una cosa orribile, di aver ferito chi si sarebbe meritato solo il meglio, di non essere l'uomo perfetto per lei, di essere cattivo. Su alcune cose gli davo ragione, ma non era cattivo, questo non gli permettevo di dirlo nemmeno per sogno. È una delle persone più buone e generose che conosca. Le cose che ha fatto per le persone sono infinite: fa donazione per la gente in difficoltà 24 ore su 24 e questa è una cosa di lui che ammiro infinitamente, ha aiutato tantissime persone. Le cose che ha fatto per Jo dopo quel casino... che dire, se l'è meritato il perdono. Jo ha ceduto subito quando lo ha rivisto dopo cinque giorni senza avere sue notizie. Quel giorno sono saliti di sopra a parlare e dopo solo un quarto d'ora erano finiti a letto. Ma lui le ha dimostrato fino in fondo quello che provava e che voleva davvero guadagnarsi la sua fiducia. L'ha sorpresa con la casa. Era felicissima quando me lo ha raccontato, con gli occhi che le brillavano. Io non sapevo nulla, Hero non me ne aveva fatto parola. Si è preso cura di lei in un modo che nessun altro avrebbe saputo fare. Lui sapeva che nei giorni mestruali lei sta sempre poco bene, quindi era sempre pronto con un enterogermina e, se necessario, a tenerle i capelli mentre vomitava. Una sera mi ha fatto persino cucinare il pollo al forno solo per lui — mentre noialtri lo mangiavamo fritto — perché, e cito, «Jo ha la nausea» e subito dopo è corso a fare una doccia per eliminare l'eventuale tanfo di fritto. Sicuramente lui nemmeno da peso a queste cose, probabilmente nemmeno se ne ricorda, ma sono le piccole cose come questa a fare la differenza. E quando c'era quella minuscola possibilità che Jo fosse rimasta incinta? Lì è stato proprio da ammirare. Un altro si sarebbe infuriato e avrebbe dato di matto e probabilmente l'avrebbe mollata da codardo. Lui invece no. Lui ne sarebbe stato felice, mi aveva detto, e che avrebbe fatto di tutto per essere il padre che suo figlio avrebbe meritato. Entrambi si erano illusi di quella piccola probabilità che alla fine, quando hanno saputo che non avrebbero avuto una piccola Jo o un piccolo Hero, ci sono rimasti male. Tralasciamo gli altri avvenimenti, mi dilungherei troppo a scendere nei dettagli.
In questi mesi si sono visti spesso a casa mia, oppure al loro appartamento ma per poco tempo. All'inizio di questa "pausa" non sapevano come comportarsi e spesso riempivano il silenzio con chiacchiere impacciate e nervose. Cercavano di far finta che nulla fosse accaduto nei mesi passati, o di rendere la cosa poco importante, ma come avrebbero dovuto fare? È impossibile mettere da parte una storia come la loro in poco tempo. Neanche ora, dopo due mesi, ce l'hanno fatta. Noto come si stanno guardando in questo momento, su questo taxi, lui ha la mano appoggiata casualmente sulla sua coscia e le ha appena stampato un bacio sulla guancia. Lei non smette di cercare di trattenere un sorriso e capisco che sente uno sciame di farfalle nello stomaco.
È bellissimo. Si stanno innamorando di nuovo senza avere mai smesso di amarsi.

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