21. Hero

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Non vedevo l'ora di scopare qui, di fronte a questa meravigliosa vista.
Spegne le luci e tiro fuori un preservativo. «Dalla prossima volta non voglio più usare questa merda, tu?» butto lì.
«Neanche io» sembra sincera.
Prima che possa aprire il pacchetto, lei dice ad un tratto: «Aspetta, posso... posso prendere la pillola del giorno dopo.»
Non so cosa rispondere.
«Sei sicura?» potrebbe essere rischioso, ma nella maggior parte dei casi funziona la pillola.
«Si, la pillola è efficace» risponde annuendo. «Domani mattina corro alla farmacia che c'è qui vicino.»
«Al cento per cento?» deve esserne sicurissima.
«Si!» esclama con sicurezza sorridendo.
«Va bene» la bacio e faccio cadere il preservativo dietro il divano.
Inizia a togliermi la maglietta e io le tolgo da sopra il vestitino bianco a fiori che ha mentre e seduta a cavalcioni su di me.
Ha messo l'intimo abbinato... «Mi piace.»
«Cosa?»
«Il tuo completo» dico sorridendo e la squadro.
Mi sorride a sua volta.
Sollevo i fianchi e mi toglie i pantaloni e i boxer dopo essermi levato le scarpe.
Scende un attimo da me e si toglie quei bellissimi slip. «Questo lo lascio?» dice facendo un giro su stessa e indicando il reggiseno di pizzo bianco.
La osservo qualche secondo. «Ma si, lascialo» e la tiro a me prendendola per i polsi, quasi sbattiamo testa contro testa.
Ridiamo.
Appena il mio sesso entra in contatto con il suo senza quella plastica di merda, un brivido la invade e chiude gli occhi, io avverto una certa scossa in tutto il corpo. Non perdiamo tempo con i preliminari, non ce n'è mai stato bisogno, siamo sempre così pronti l'uno per l'altra. Entro in lei... siamo pelle contro pelle. È sempre bagnatissima per me.
«Wow» dico chiudendo gli occhi e buttando la testa indietro poggiandola sullo schienale del divano.
Lei mi bacia con la lingua e la mia segue i suoi movimenti. Fa su e giù su di me con le mani tra i miei capelli mentre osserva il panorama della città.
«Bello vero?» smetto di farle un succhiotto sul collo e la guardo, è bellissima con quella coda. Gli occhi le brillano dalla felicità.
«Si...» accelera il ritmo. «È bellissimo» mi guarda sorridendo.
Ansimo, sa scopare meglio di me. Se dovessi starle sopra io non sarebbe la stessa cosa, lei riesce a darmi il massimo del piacere, sempre.
Mugola mordendosi il labbro per trattenersi.
«Piccola, siamo a casa nostra, non c'è nessuno che può sentirci qui.»
«Ma i vicini...» inizia a dire.
«Chi se ne fotte dei vicini, lasciati andare» la interrompo subito.
Annuisce, le sorrido e la bacio.
Accelera ancora un po'... adesso vengo, me lo sento.
Le gambe le iniziano a tremare, ma mentre trema si ferma un attimo.
Le metto le mani sotto i glutei per sollevarla e abbassarla ancora su di me. «Resisti, sto per venire».
Mugola ed emette brevi gridolini abbastanza forti. Butta la testa all'indietro mentre io continuo a farle quel succhiotto. «Hero...» respira affannosamente «sto...» non riesce a finire la frase che viene ed io esplodo in lei. Quando succede alza gli occhi al cielo e poi li chiude. «È stato...»
«Fantastico» la bacio mentre si scioglie la coda e poi le sposto i capelli dietro le orecchie.
Si alza da me e va prendere i vestiti.
«Ma che fai?» chiedo confuso.
«Vestiti. Ho fame e voglio fare un giro al Pier» mi dice mentre si dirige verso la stanza da letto.
«Buona idea, ma dobbiamo farci una doccia prima» ridacchio. Abbiamo sudato un po'.
«Facciamola insieme, ma non combiniamo niente stavolta» sorride.
Andiamo in bagno e facciamo una doccia svelta. Ci asciughiamo e ci vestiamo. Lei sceglie un vestito nero, corto, scollato e con le paillettes.
«È corto» osservo mentre infilo un paio di jeans neri. «Anche scollato.»
«Mhm? E allora?»
La guardo dalla testa ai piedi.
«Amore, non mi guarderà nessuno se sono con te» mi rassicura infilandosi i tacchi alti. «Non ti fidi di me?»
«Non mi fido degli altri arrapati del cazzo» è vero.
«Be', ci sei tu con me dai, non preoccuparti» si avvicina e mi tocca i pettorali da sopra la maglietta.
«Dove vorresti andare oltre al Pier?»
«Non lo so, potremmo mangiare un panino lì e poi andiamo ad uno dei nightclub nella zona» si guarda un'ultima volta alla specchio.
«Vuoi andare ad un night?» sbatto più volte le palpebre.
«Si, perché no?» va in salotto a preparare la borsetta ed io la seguo.
Guardo il suo vestito e osservo le sue curve.
«Qual è il problema?» sbotta.
«Nessuno» non ho voglia di litigare per questo, in ogni caso, io glielo avevo detto.

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