110. Hero

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Sto passando le mie mani grandi sulla sua schiena, mentre Jo è stesa a pancia in giù con il mento poggiato sul dorso delle sue mani, e nello stesso momento una miriade di pensieri che è meglio se tengo per me passano per la mia mente. I miei palmi tastano ogni centimetro della sua pelle, ogni sua curva perfetta. Ho l'occasione di stampare le mie impronte — anche se con dell'olio abbronzante — sul suo sedere fantastico, quindi perché perderla?

La sua schiena e le sue sue spalle si irrigidiscono leggermente le mie mani scivolose passano lentamente sui suoi glutei, per poi passare alle cosce fino ai polpacci.

Torno a concentrarmi sulle sue spalle rigide. «Ehi, piccola,» le sussurro all'orecchio «perché sei tesa?» le chiedo, come se non sapessi il motivo.

Sogghigna. «Tesoro, tranquillo. Non hai appena palpato il mio sedere, che dici» dice sarcasticamente, e amo quel tono, mi fa impazzire.

Ridacchio dentro di me, ma quello che lei vede sul mio viso è un sorriso smagliante. «Bene, allora vuoi che lo faccia? Di nuovo?» aggiungo l'ultima parola sottovoce e accarezzo la sua spina dorsale con l'indice mentre mi sostengo sull'altro gomito.

Sorride e alza gli occhi al cielo. «C'è un pubblico di minori in questo posto...» mi dice all'orecchio in un tono maledettamente eccitante.

«Mhm, lo so» dico lamentandomi mentre passo le mie dita sotto l'orlo dei suoi slip verde acqua. «Ma le cose che ti farei...»

Mi guarda divertita e si morde il labbro. Scuote la testa e mi spintona facendomi cadere sulla schiena. «Più tardi, ora vado a fare il bagno, ciao» e fa una piccola corsa fino alla battigia.

Be', deve mantenere la promessa del più tardi, però.

Quando la raggiungo, è immersa in acqua solo fino alle ginocchia e le sue braccia presentano dei brividi.

«Fredda?» le chiedo sogghignando.

Stringe i pugni ai suoi fianchi. «Un po'.»

Lei ha sempre vissuto in un posto di mare, dove fa sempre caldo; io ho vissuto con clima schifoso dell'Inghilterra, quindi appena ho la possibilità di godermi il mare non c'è niente che mi faccia resistere, neanche l'acqua fredda.

Faccio qualche passo indietro e Jo mi guarda confusa. «Che stai—» Non riesce a finire la frase che mi tuffo a pesce schizzando ovunque. Quando torno a galla la ritrovo con una faccia sconvolta e scoppio a ridere. «Hero... giuro che ti ammazzo!» Finisce per scoppiare a ridere anche lei.

Scuoto la testa e lei si avvicina, l'acqua le arriva poco più giù del bacino. Vado sott'acqua e metto le mani dietro le sue ginocchia e quando salgo su il mio naso è a pochissimi centimetri dal suo pube. Mi guarda dall'alto, con le mani sui fianchi e i capelli che si muovono con la leggerissima brezza del vento. Fa qualche passo avanti e quando è immersa fino all'ombelico la prendo per i fianchi e la trascino delicatamente con me un po' più a largo, fin dove io riesco a toccare.

«Non è più fredda» dice prima di andare sott'acqua. Quando risale sembra una sirena, letteralmente. Occhi color oceano e capelli—

«Ma che cazzo...? Jo!» Mi ha schizzato tre cazzo di litri di acqua in faccia dal nulla. Ho i capelli attaccati alla fronte e sono sicuro che farà qualche battuta—

«Adoro la frangetta! Aw, è così carina!» Appunto, come previsto.

Vado sott'acqua per portare i capelli indietro, ma quando ritorno a galla un altro litro di acqua mi finisce in faccia. «Che cazzo!» esclamo ridendo, perché la scena è divertente; sembriamo due bimbi di cinque anni.

Jo ride a crepapelle e la sua risata rende questo posto magnifico ancora più bello.

«Vieni qui» le ordino, ma è lenta a nuotare verso di me così mi avvicino a lei e la prendo per i polsi.

Il suo lato da bambina lascia spazio a quello da donna nel momento in cui mi guarda negli occhi e mette entrambe le mani sul mio collo, facendomi rabbrividire. Le mette le mani sotto le cosce e lei avvolge le gambe attorno alla mia vita. Oh Dio.

«Ricordi?» mi chiede ad un tratto.

Aggrotto la fronte. «No, cosa?»

Mi sorride per un attimo, poi si fa seria. «Pensavo dovessimo essere solo amici» dice, e lì capisco cosa intende.

«Non potremmo mai essere solo amici» rispondo stando al gioco.

Ridacchia e mi da un bacio morbido e dolce. Amo questi gesti semplici e ricchi di amore. «Posso sapere... cosa stavi pensando in quel momento?»

Stavamo insieme da poco ancora, quando abbiamo girato la scena del lago. Durante le prove è stato terribile. Ci eravamo... "lasciati" — tra virgolette, perché non stavamo neanche insieme — e io stavo malissimo, e anche lei penso. Ma il giorno in cui l'abbiamo girata è stato meglio.

Prendo un respiro profondo. «Anche se interpretavo Hardin, quelle parole... le intendevo, Jo» confesso.

«Che non saremmo potuti essere mai solo amici?» chiede per sicurezza.

«Sì. Ricordi quando ci abbiamo provato e il secondo giorno ad Atlanta siamo letteralmente finiti a letto, dopo quella cena?» le dico, ridendo leggermente.

«Oh, ti prego, non ricordarmelo. Che stupida che ero stata, poi, a prendermela con te» fa un'espressione disgustata, ridendo di sé stessa. «E quindi? Cosa pensavi?» torna al discorso iniziale, le sue gambe ancora attorno alla mia vita.

«Mi chiedevo se tu mi amassi, e quando hai avvolto le gambe attorno a me mentre io ti tenevo dai fianchi — proprio come adesso — per la mente mi sono passate tante di quelle cose che avrei voluto farti...»

Sbuffa. «Finisci sempre lì, eh?» mi dice scherzosamente.

«E me ne fai una colpa?» le dico guardando i suoi seni.

Piega la testa da un lato e la scuote mentre si morde il labbro— è così sexy, cazzo. Mi passa le mani tra i capelli bagnati e poi le posiziona di nuovo sulla mia nuca. Avvicina il suo viso al mio e le nostre fronti si toccano, i nostri nasi si sfiorano e i nostri respiri si fondono insieme. Chiude gli occhi e un leggero sorriso le si dipinge sulle labbra rosee e soffici.

«Ti amo, Jo, da morire. Te lo giuro.» Quando dico queste parole in un sospiro, le farfalle nel mio stomaco prendono il volo.

Mi bacia, con delicatezza. E se un bacio potesse dire "ti amo" lo direbbe proprio così.

So che suonerà scontato, un cliché, ma giuro che la amerò per sempre, anche dopo che la mia anima lascerà la terra. Quando dico per sempre, intendo fino alla fine, nonostante tutto e tutti, nonostante noi, perché un amore forte come il nostro non si spegnerà mai.

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