103. Hero

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L'avevo in testa da un po' l'intenzione di sposarla, si, ma non volevo dirglielo così presto. È ovvio che non possiamo, non adesso; siamo troppo impegnati con il lavoro e so che presto firmeremo un altro contratto per girare After We Collided, il sequel. Io ho firmato per un altro film ancora, The Silencing, e sarò impegnato anche con la campagna di Ferragamo. Quest'anno non è proprio il momento, e poi credo che sarebbe troppo presto; un anno è il minimo quindi possiamo aspettare.
Prima se l'è presa con me per una cosa stupida, ma sarà perché le deve venire il ciclo, è in questo periodo del mese. Che fidanzato attento che sono. Correlato a questo, c'è la voglia altissima di sesso. Non è anche questo un sintomo delle mestruazioni? Penso proprio di sì, infatti si è visto il modo in cui si è voluta fare scopare al muro e come poi ha scopato me per terra. Credo che sia stata la scopata più bella della mia vita.

Stasera ci siamo organizzati per andare a cena fuori, compresa Anna. Fa un po' la terza incomoda tra me e Jo, ma non sarebbe giusto lasciarla sola dopo tutto quello che fa per noi. È la persona con cui mi sfogo dei miei problemi, con cui mi confido di più e che mi fa ragionare, praticamente è la mia psicologa, il mio Landon per la mia Tessa. Cristo, suona male.
Dopo essere usciti dal bagno, sono andato nella mia camera con l'asciugamano legata alla vita e Jo mi ha rimproverato per essere andato in giro per l'hotel mezzo nudo. È stata divertente la scena in cui lei mi urlava dietro ed io che continuavo a camminare per la mia strada disinvolto.
Adesso che sono vestito e profumo di Ferragamo Fragrance, vado a vedere se Jo è pronta, perché si sta facendo tardi.
Busso alla sua porta.
«Un secondo!» grida.
«È tardi, sbrigati!» le dico, e dopo qualche istante la porta si apre e la trovo ancora con l'asciugamano addosso e l'eye-liner solo su un occhio.
Sbuffo. «Perché ci metti così tanto?» le chiedo chiudendo la porta alle mie spalle.
«Essere donna» risponde roteando gli occhi. «Ora se mi faresti il favore di aspettarmi con pazienza» dice, fingendo di congedarsi con un piccolo inchino e torna in bagno.
Io rido al suo gesto e mi siedo sul letto. Nel frattempo decido di rispondere ai messaggi dei miei amici sul gruppo di Snapchat, lo uso solo per questo.
Dopo circa dieci minuti, Jo esce dal bagno solo in intimo e prende un vestito dal piccolo armadio della camera.
«Merda...» dico tra me e me, e credo che anche lei mi abbia sentito.
«Quel è il problema?» chiede sorridente.
Mi inumidisco le labbra prima di risponderle e lei continua a guardarmi con quel sorrisetto. «A parte che questo completo intimo nero di pizzo è pazzesco su di te» inizio a dire, e mi alzo per raggiungerla. Metto le mani sulle sue spalle  e traccio un percorso lungo tutto il suo busto fino ad arrivare alle natiche. Gliele strizzo leggermente e ridacchia, la attiro a me. «E poi...» continuo «è questo quello che hai deciso di mettere?» indico l'abito che ha in mano. È un vestitino corto, che non arriverà neanche poco più sopra delle ginocchia, nero, semplice e con la scollatura non troppo ampia.
Si acciglia. «Si... perché?»
Le sorrido, per rassicurala che non ho niente in contrario. «Niente, non vedo l'ora di vedertelo addosso, quindi sbrigati.» La spintono con delicatezza e ridacchia.
Si veste di fronte a me, ma girata di spalle.
«Smettila di fissarmi e alza la cerniera, per favore» mi dice, ed obbedisco.
«Be', più tardi ti aiuterò anche ad abbassarla se ti va.»
Si gira verso di me e mi guarda male. «Sei proprio un pervertito!» Devo ammettere che è adorabile quando lo dice, davvero.
Alzo gli occhi al cielo. «Senti chi parla!» la prendo in giro.
«Che intendi scusa?» dice mentre va ad infilarsi dei tacchi neri, lucidi e molto alti.
Mi lascio scappare una risata. «Giusto, non eri tu quella che mi ha scopato per terra nella doccia, o meglio, che ha chiesto di essere scopata contro il muro» dico sarcasticamente, e lei arrossisce. «Hai ragione, non eri tu, mi sbagliavo» e alzo le spalle.
Si avvicina a me e suoi tacchi sprofondano leggermente nella moquette. Mi afferra per la giacca sportiva e allo stesso tempo elegante e sulle labbra mi dice: «No, stavolta hai ragione tu, ero io, già. E non sarà mai nessun altra.»
Wow. Si è ingelosita per letteralmente nulla, mi piace questa cosa. «Bene allora, sono solo tuo.»
Sorride e si morde il labbro, si sporge per baciarmi e improvvisamente il suo cellulare squilla. Sbuffa e va a rispondere.
«Anna è giù, dovremmo andare» mi informa dopo aver chiuso la telefonata.
«Va bene, andiamo.»
Si mette un giubbotto bianco sulle spalle — che per mia sfortuna le copre il corpo magnifico —, prende la sua borsa ed usciamo dalla camera. Le metto un braccio sulla spalla e ci dirigiamo verso gli ascensori.
«Sei stupenda» le sussurro all'orecchio guardando il suo riflesso allo specchio.
Mi bacia e mi dice di amarmi un'ultima volta prima che le porte dell'ascensore si aprano.
Sono maledettamente fortunato ad averla.

Outfits:
Jo

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