31. Hero

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Voglio farle qualcosa che non dimenticherà facilmente.
Siamo qui su questo divano, con il panorama di Los Angeles alla luce del sole, lei mi desidera, mi vuole così tanto che mugola solo al pensiero di me che la faccio venire.
«Ti prego...» Alza i fianchi per aiutarmi a toglierle quei jeans della Levi's che le fanno un culo che— non riesco a descriverlo.
«Ce la facciamo a toglierli?» ridacchio, i jeans rimangono bloccati sul punto in cui le sue cosce sono leggermente più grosse. Amo questa cosa, mi piace strizzarle quella parte del corpo. Solitamente, quando siamo in macchina in circostanze tranquille le metto una mano sulla cosca e la stringo leggermente, e a lei piace un sacco, lo so.
Ride con me e finalmente riesco a sfilarglieli. Una volta rimasta con le gambe nude, faccio scivolare le mie dita lungo tutto il suo corpo partendo dalle ginocchia fino ad arrivare alla clavicola.
Rabbrividisce sotto il mio tocco. Le do un lungo bacio e la guardo negli occhi. Sembra così innocente in questo momento, ma io so che non lo è. Lo ha dimostrato il modo in cui abbiamo scopato la prima volta, nonostante fosse ubriaca, oppure come sa farlo bene quando sta sopra di me... Il pensiero mi eccita così tanto che sento il mio cazzo diventare duro in un batter d'occhio.
Non è innocente, ma di sicuro lo è più di me. Ho perso la verginità a 15 anni, qualche mese dopo aver conosciuto Jessica il giorno del mio compleanno, Felix le aveva esteso l'invito e a me non interessava se la ragazza ci fosse o meno. L'ho persa proprio con lei, con Jess, anche lei ancora vergine. È stato imbarazzante per entrambi, ma poi ci abbiamo preso gusto e lo facevamo almeno due volte a settimana, poche in confronto a tutte le volte che lo faccio con Jo. Lo stesso anno ho leccato la mia prima figa alla stessa ragazza, e dopo qualche settimana le ho fatto un ditalino. Avevamo una sorta di relazione da liceali, ma senza gelosia, zero. Ma perché cazzo sto pensando a Jessica?
Ho la donna più bella del mondo davanti a me che aspetta e penso ad altro, ma che mi prende?
Torno a concentrarmi su di lei, sul suo corpo, sulle sue curve... su tutta la sua bellezza. Mugola sulle mie labbra quando infilo due dita nelle sue mutandine.
«Il tuo corpo è così reattivo con me, sei sempre così bagnata...»
Sorride timidamente. Amo quel sorrisino, nessuno si aspetterebbe tutte le cose che sa fare con il corpo.
La bacio mentre sorride ancora. Le alzo la maglietta e le bacio tutta la pancia. Mi soffermo qualche secondo di più all'altezza dell'ombelico. Il pensiero di Jo come mamma e di me come papà che facciamo andare a letto i nostri figli dandogli la buonanotte mi fa sorridere. Poi io e lei ci ritroviamo a letto, io la abbraccio da dietro e piano piano ci addormentiamo, felici.
«Perché sorridi in quel modo?» chiede curiosa.
Alzo lo sguardo. «Niente, torniamo a quello che stavamo facendo.»
Le tolgo le mutandine bagnate e lei le strattona via con i piedi. Piega le gambe e le divarica di più. Non vedevo l'ora di affondare la mia faccia tra quelle cosce stupende.
Con la lingua stuzzico il clitoride e Jo subito inarca la schiena e stringe forte i bordi del divano con le mani facendo uscire fuori dalle sue labbra un lamento che è la cosa più sexy del mondo.
Prendo le sue mani e le piazzo tra i miei capelli. Faccio movimenti circolari e lenti con la lingua sempre sul clitoride, è il punto più sensibile in una donna, basta poco ed arrivano subito all'orgasmo se si tocca quello.
Respira pesantemente e la velocità varia in base a quanto piacere le do in quel momento. Quando il suo respiro accelera significa che le sto dando un piacere immenso.
Continuo con quei movimenti ma vado leggermente più veloce, giusto un po'. Ha un gusto bellissimo.
Mi guarda, le sue sopracciglia si uniscono e deglutisce. Poi inspira di scatto e trattiene il respiro.
«Hero...» Le sue gambe iniziano a irrigidirsi ed emette forti mugolii e lamenti, voglio farle gridare il mio nome.
Io non parlo, non posso interrompere per parlare.
Mi tira i capelli e adesso le gambe le tremano freneticamente. Sta per venire.
«Oh...» sospira. «Hero...»
Lecco con più forza ed in quel momento si lascia scappare un gridolino mentre viene. Ansima. Le do qualche minuto per riprendersi.
Raggiungo le sue labbra e la bacio con la lingua, voglio che assaggi il suo buonissimo sapore, ma lei sembra non farci caso.
«Non sai quanto è bello il tuo corpo mentre trema quando vieni» dico sussurrando al suo orecchio con voce roca, mi ha eccitato farla venire in questo modo. Mi stendo accanto a lei.
Con il pollice mi accarezza una guancia. «Nessuno me lo aveva mai fatto, non mi ero mai sentita... così.»
Sarò egoista, ma sono felice che io sono l'unico ad averle fatto provare certe cose.
Sorrido e le do un leggero bacio sul naso. Lei lo arriccia. È troppo carina quando lo fa.
«Sei bellissima, lo sai?» sposta una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.
Distoglie lo sguardo e fa di nuovo quel sorriso timido.
«A che pensavi prima, quando sorridevi?» chiede improvvisamente.
Quando? Ah si, quando pensavo a noi due sposati e ai nostri figli...
«Pensavo a noi due, quando un giorno...» inizio, ma mi rendo conto di essere patetico. Probabilmente non dureremo così tanto da sposarci.
«Quando un giorno...?» mi induce a continuare.
«Quando un giorno potremmo avere dei figli, o addirittura sposarci...»
Sta zitta.
«Scusa, sono patetico.»
«No, anche io ci penso ogni tanto. Guarda in che stato sono adesso» fa cenno suo corpo.
Non capisco. «Che vuoi dire?» È incinta?
«Sono stata male in questi giorni, ho gli stessi sintomi di una donna che aspetta un bambino. Se Anna ha un test di gravidanza a casa lo faccio, se tu mi ci accompagni. Ma che faresti se lo aspettassi veramente?» sento l'ansia nelle sue parole, l'incertezza.
«Sarei felicissimo! Sarebbe un sogno, te lo giuro. Certo, è un po' prestino, ma non mi importerebbe sinceramente. Voglio solo che nostro figlio sia in salute, amato e felice.» Non sarei potuto essere più onesto.
«Anche io...»
«Jo, ma non sei incinta, tranquilla, sono solo gli effetti della pillola. È la prima volta che la prendi, giusto?»
«Si.»
«E allora non preoccuparti».
Le bacio la fronte e lei chiude gli occhi. Sono stanchissimo e anche lei. È stato un giorno e una notte davvero stremante, sono felice che tra qualche ora sarà finito. Sono solo le tre di pomeriggio ma sicuramente passeremo la giornata abbracciati, a dormire su questo divano.

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