52. Hero

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Siamo sul taxi, che si ferma davanti la farmacia dove mamma comprava le garze quando mi sbucciavo le ginocchia giocando a calcio.
Perché ci siamo— ah, già, la pillola per Jo.
«Solo un secondo» e scende velocemente dall'auto.
Nel frattempo mia sorella mi chiama.
«Che fai di bello?» dice appena rispondo.
«Sto uscendo con Jo, tu?»
«Mi chiedevo... magari dopo che tu e la tua principessa avete terminato la vostra scopata di compleanno...»
Alzo gli occhi al cielo, perché deve essere sempre così esplicita? Be', ha preso dal migliore.
«Se dopo mezzanotte passi da casa e mangiamo una bella torta» finisce di dire.
«Mhm... non lo so. Sai, dipende da quanto tempo impieghiamo con la mia scopata di compleanno» abbasso la voce, c'è il tassista qui con me.
«Quindi sei serio? Be', figo, sicuramente...»
«Stavo solo scherzando Mercy! Poi non posso sapere cosa accadrà dopo, dipende» ridacchio.
«Okay, ciao pervertito. Ti voglio bene» e riaggancia il telefono.
«Eccomi!» Jo salta in macchina senza niente in mano.
«Dove—»
«Qui» e indica la pochette.
«Oh, okay» dico semplicemente e appoggio la testa sulla sua spalla socchiudendo gli occhi.
I minuti passano e la macchina si muove ancora.
«Quanto ci vuole? E poi...» realizzo dove siamo «perché mai siamo qui?»
«Siete arrivati» annuncia il tassista.
Quando scendiamo dalla macchina nera con i finestrini oscurati, è pieno zeppo di paparazzi all'ingresso di una delle discoteche di Londra in cui vado con i miei amici. Iniziano a scattare foto a raffica, ecco perché a volte non mi piace essere così conosciuto.
«Ciao, Josephine, come stai?» le chiedono alcuni e provano a toccarla.
«Non toccatemi» esclama lei. Mi fa segno di seguirla.
I paparazzi continuano ad assillarci.
«Non provocatela» dico ai flash puntati su di noi.
Quando entriamo nel locale è tutto buio e Jo mi tiene per mano... Credo di aver capito di cosa si tratta.
«Sorpresa!» esclama una folla di persone.
«Wow...» riesco a dire sottovoce.
Jo mi guarda e mi sorride entusiasta.
«Grazie mille ragazzi. Ma chi è l'artefice di tutto questo?»
«Jo!» dicono in coro.
Mi volto verso di lei e le metto le mani sui fianchi.
Quando lo faccio lei si guarda un attimo attorno, siamo in mezzo a tutti i miei amici, conoscenti, il cast di After e qualche mio parente, ma non me ne frega niente.
«Hai fatto davvero tutto tu?» le chiedo a bassa voce guardandola negli occhi.
Annuisce lentamente e poi io non riesco a trattenermi dal baciarla e sembra... sembra che sia il nostro matrimonio.
Improvvisamente mi ritrovo ad immaginarla con un vestito bianco addosso di pizzo, la gonna larga, il velo sui capelli e sul viso bellissimo che ha. Io sono sull'altare quando entra in chiesa, con suo padre accanto e le damigelle d'onore dietro. Sorride mentre attraversa la navata a passo lento e calmo. Batte le ciglia più volte per cacciare indietro le lacrime che potrebbero scenderle da un momento all'altro, anch'io mi sforzo di non scoppiare a piangere.
Okay, basta.
La festa è iniziata definitivamente quando mia sorella mi viene incontro.
«Ehi, tesoro del mio cuore» mi prende in giro dandomi un bacio sulla guancia.
«Tu, brutta stronzetta, mi hai anche chiesto di venire a casa e poi sapevi di questa festa. Bastarda» e le do una spintarella.
«Certo» ridacchia.
La mando a fanculo e mi raggiunge il cast.
Chiacchieriamo e ricordiamo i momenti più divertenti passati insieme e quando il nome di Jo salta fuori realizzo che non è qui tra noi...
Dov'è?

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