43. Jo

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1 novembre 2018.

Abbiamo passato un mese stupendo, siamo stati in perfetta sintonia, nessuna tragedia, a parte qualche battibecco stupido, una perfetta convivenza.
Abbiamo invitato Anna, Asher e Jordan per la prima volta qui a casa qualche giorno fa. Hero ha preparato una cena stupenda.
Poi Ash si è addormentato sul divano e per non svegliarlo, dato che il giorno dopo era domenica, è rimasto a dormire da noi. Hero lo ha preso tra le braccia e lo ha portato nel nostro letto, ha dormito tra noi due. Ogni tanto si muoveva così tanto che le sue gambe sono finite sulla mia pancia. Hero rideva e lo spostava delicatamente. Il mattino dopo gli abbiamo preparato dei cupcake al cioccolato — Hero li ha preparati, io l'ho solo aiutato — e si è svegliato con la casa che profumava di dolci. È venuto ad abbracciarci e ne ha mangiati due imbrattandosi il muso.
«Guardate! Ho i baffi!» rideva allegro Ash.
Io e Hero abbiamo scosso la testa in contemporanea, poi ho pulito le labbra a quel pasticcione con un tovagliolo.
Anna è venuta a prenderlo verso mezzogiorno.
«Quando posso tornare?» Ash ha chiesto con un faccino triste.
Hero si è abbassato e gli ha detto: «Quando vuoi.»
Asher lo ha abbracciato e per poco non lo faceva cadere all'indietro.
«Vi adora» ci ha sussurrato Anna chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo che se erano andati, ho dato una pacca sulla spalla a Hero, dicendogli: «Ci sai fare, più di me forse.»
Lui ha ridacchiato e mi ha preso per i fianchi. «Questo è sicuro» ha detto prendendomi in giro e poi mi ha baciata delicatamente.
Ho realizzato che Hero sarebbe il papà più bravo del mondo. In quel momento, ho sorriso pensandoci mentre mi baciava.
Mi ha chiesto perché sorridessi e gli ho risposto semplicemente che ero felice, e lo ero davvero, anche adesso lo sono.

Sono le 7:30 p.m. e Hero sta stendendo la pizza che ha impastato pomeriggio nella teglia. Gli squilla il telefono.
«Amore, chi è?»
Vado a controllare. «Felix.»
«Rispondi tu.»
Felix è uno dei suoi amici più simpatici.
Rispondo.
«Pezzo di merda, tra sei giorni è il tuo compleanno che hai intenzione di fare?»
Scoppio a ridere.
«Jo?» dice confuso.
«Ciao Felix!» esclamo ridendo.
«Oddio scusami tanto!»
«Tranquillo.»
«Comunque, gli hai dato i...» intende i biglietti per Londra.
«Non ancora.»
«Che sta facendo, puoi passarmi a quello stronzo?» ridacchia.
«Sta facendo... aspetta, facciamo Face Time.»
Converto la chiamata in Face Time e inquadro Hero che mette la salsa sulla pizza.
«Cazzo, mi mancano le pizze che facevi!»
«Ti manco, ammettilo» gli dice Hero.
«Forse, ma ti lascio col dubbio. Ce la spassiamo anche senza di te.»
«Stronzi» dice a bassa voce mentre versa un filo d'olio sulla salsa.
Felix continua: «Ma scommetto che te la spassi anche tu, dimmi di no, avanti.»
«Mh, non posso lamentarmi» gli risponde lanciandomi un'occhiata.
«Senti bello, che hai intenzione di fare per il tuo compleanno? Non manca molto, organizzati.»
Dentro di me ringrazio Felix per aver sollevato il discorso. Più tardi ho intenzione di dargli i biglietti.
«Non lo so... qualche idea?» chiede rivolgendosi a me.
Faccio spallucce.
Parlano ancora un po' e Felix gli racconta gli ultimi aggiornamenti del loro gruppo di amici, di feste, liti, nuovi amori...
«Jo, mi inquadri?» mi chiede.
«Arrivo.»
Vuole essere inquadrato mentre inforna la pizza per fare rosicare Felix.
Sembra buonissima.
«Dai, fanculo, sei uno stronzo, ciao» e chiude la chiamata di proposito.
Hero ride. «Richiama quel cretino.»
Prima che possa farlo, richiama direttamente lui.
«Jo, a parte gli scherzi, posso dirti una cosa?» mi chiede Felix.
Vado a sedermi sul divano e guardo il panorama. «Certo.»
«Sono felice per lui, e anche per te. Te lo giuro, è cambiato tantissimo secondo me. Ci siamo sentiti poco, ma mi ha parlato tantissimo di te. Fidati, non ti lascerà scappare, non lo permetterà.»
Sorrido. «Tu credi?»
«Eccome. Lui è fatto così: quando tiene ad una cosa, ci mette tutto se stesso per farla come si deve, o in questo caso, per rendere felice qualcuno.»
Se lo dice il suo migliore amico, allora ci si può fidare.
«È un grande amico, e ha un grande cuore, c'è sempre stato nel momento del bisogno. Io queste cose non gliele dico mai, non usiamo dircele, ma le penso davvero. E tu non dirgli che te le ho dette!» ride.
«Grazie. Non gliele dico, sta' tranquillo» ridacchio anche io.
«Cosa non devi dirmi?» chiede Hero.
«Niente di importante.»
«Sei fantastica. Ora devo scappare, ciao!» e chiude la chiamata.
Lascio il telefono di Hero sul tavolino e vado da lui, mi appoggio con la schiena al bancone. 
«La pizza è nel forno» mi comunica avvicinandosi e mette le braccia attorno ai miei fianchi.
«Bene, ho fame». Gli do un bacino sul naso e lui sfoggia quel mezzo sorriso con la fossetta.
La sorpresa gli piacerà, ne sono sicura.

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