101. Jo

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Quando arrivo davanti alla porta della mia camera, Hero è dietro di me. Spero che continui a proseguire verso la sua stanza, ma non credo che lo farà. Apro la porta e quando provo a chiuderla appoggiandomici sopra con la schiena non va. Mi volto per capire il problema e realizzo no che il piede di Hero blocca la chiusura.
Prevedibile.
«Che c'è?» gli dico sbuffando e alzo gli occhi al cielo.
«Fammi entrare» dice con un tono di pretesa. Vuole farsi odiare oggi.
Aggrotto la fronte e fingo una risata. «No.»
Prende un respiro profondo e chiude gli occhi, come per calmarsi. «Qual è il problema? Parliamone.»
«Hero, ti prego, sono esausta, non ho la forza di discutere adesso» lo prego di andarsene. Abbiamo avuto una lunga giornata e non ce la faccio.
Spinge la porta ed entra.
«Si, certo, entra pure» gli dico sarcasticamente.
Si siede sul letto e poggia i gomiti sulle ginocchia mentre mi guarda legarmi i capelli. «Allora?» insiste.
«Cosa vuoi?» alzo un po' la voce involontariamente.
Si passa una mano tra i capelli ormai un po' scombinati e se li spinge verso dietro. «Dimmi semplicemente qual è il tuo cazzo di problema!»
«Per favore, se la discussione deve prendere questa piega parliamone domani.» La mia testa non riesce a reggere altra confusione adesso. Mi dirigo verso il bagno, ho bisogno di fare una doccia calda.
«Dove vai?» chiede sdraiato sul letto ma i piedi a terra.
«Lasciami in pace!»
Apro l'acqua della doccia e mentre il bagno si riscalda tolgo i vestiti. L'acqua calda è così piacevole sulla mia pelle e rilassa i miei muscoli.
Proprio mentre mi sto insaponando, la voce di Hero suona soffocata quando improvvisamente dice: «Perché sei incazzata?»
Sussulto, spaventata a morte. «Dio santo
Quando mi raggiunge dentro la doccia e vedo il suo corpo nudo iniziare a brillare per il vapore giro istintivamente la testa dall'altra parte e mi mordo il labbro. Merda, è così attraente.
«Che... cosa vuoi?» gli dico mentre tengo gli occhi chiusi.
Mette due dita sotto il mio mento e non riesco a far altro che fissarlo negli occhi, con aria un po' di sfida.
«Dimmi solo cosa ti ha dato fastidio» dice con un tono neutro e poi si lecca le labbra. Passa una mano bagnata tra i suoi capelli e— cazzo, è troppo.
«Come tu chiamerai le tue spogliarelliste, io farò quello che mi pare e non me lo impedirai» gli dico alla fine, sfidandolo.
Batte più volte le palpebre e un'espressione confusa gli si dipinge in faccia, cerca di trattenere un sorriso.
«Cosa?»
Si fa scappare quella risata e si massaggia le guance buttando la testa all'indietro. «Aspetta...» inizia a dire ridacchiando. «Quindi tu sei ce l'hai con me perché ho detto che chiamerò delle spogliarelliste?»
Sospiro. «No... non mi è piaciuto il modo in cui lo hai detto» preciso.
«In che modo l'ho detto? Stavo scherzando, Jo!» e scoppia a ridere.
Non è solo questo. Mette lo mani sulle sue braccia e mi alzo in punta di piedi per avvicinare il mio viso al suo, e lui piega leggermente la testa per baciarmi ma lo fermo coprendogli la bocca con una mano. «In realtà on mi è piaciuto come hai detto che secondo te io non avrei chiamato nessuno o qualcosa del genere.» Ma il problema non sono le spogliarelliste. Il problema è che lui pensa che solo esistendo può limitare le mie scelte, e si sbaglia si grosso.
«Cosa?» dice confuso. «Stavo scherzando anche questa volta—deve venirti il ciclo?» dice sarcasticamente.
Spalanco gli occhi. «No! Cristo, non capisci?»
Solleva le braccia drammaticamente e le fa ricadere lungo i fianchi. «No, spiegati. Voi donne a volte avete i vostri complessi mentali che sono letteralmente incomprensibili per noi!»
Nonostante ciò che ha appena detto è davvero irrispettoso, lascio perdere e vado dritta al punto mentre mi sciacquo. «Sai di non essere l'unico ad avere il controllo. Non significa che perché ti amo smetterò di fare certe cose, okay?» Credo che questa spiegazione non abbia un vero senso compiuto.
Si mette sotto il getto d'acqua, facendomi spostare. «Quindi, intendi che vuoi fare quello che ti pare al tuo addio al nubilato, come scoparti un tizio a caso?»
«Cosa? Non intendo questo! Dico in generale.»
«Ma perché stiamo parlando di addio al nubilato? Dio, Jo, sembri matta. Non ha senso, riflettici un attimo» dice.
Ci penso un attimo. Be', forse stava davvero scherzando, e in realtà è vero che deve venirmi il ciclo nei prossimi giorni. Me la sono presa per una cosa piuttosto sciocca fondamentalmente. Ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo. Odio dargli ragione, lo odio da morire.
Nel frattempo ha finito di lavarsi. «E comunque, so benissimo di non essere l'unico ad avere il controllo.» Si avvicina a me e mi mette le mani sui fianchi, spingendo il mio corpo nudo contro il suo. Non succedeva da mesi. La mia schiena si appiattisce sulle piastrelle gelide e lo sento indurirsi sulla mia pelle.
Inizia a farmi un succhiotto proprio sulla clavicola e gemo piano, mentre si preme ancora di più su di me.
«Solo il tuo corpo ha un enorme potere su di me e non credi che la tua mente affascinante ne abbia? Pensa» sussurra sul mio orecchio.
Lo voglio. Merda, ho bisogno che mi scopi ora, contro questo muro, in questa doccia.
Perché finisce sempre così?

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