71. Jo

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Oggi è la vigilia finalmente.
Ho messo un bel vestito rosso, mi sono truccata un po' e ho acconciato i capelli in un modo molto carino: una mezza treccia incorporata e il resto dei capelli sciolti, mi piacciono molto.
Abbiamo già apparecchiato la tavola e Kathrine ha messo della musica natalizia come sottofondo. Appena si entra in casa si percepisce proprio l'atmosfera del Natale, e il cuore ti si riempie di gioia.
Adesso stiamo aspettando questa zia, che ancora non arriva.
Ho sentito Hero solo stamattina, perché per il resto della giornata ho avuto molto da fare. Mi ha telefonata Anna e ho parlato anche con Asher, mi ha detto che vuole venire di nuovo a casa nostra quando torno e che vuole restare tutto il weekend, gli ho detto che sarebbe fantastico.
Io e la mamma stiamo sistemando le ultime cose, invece Kathrine e papà sono seduti sul divano a chiacchierare.
Mia madre alle nove sospira. «Tra un po' è Natale e Loren non è ancora arrivata...» Va a prendere il telefono e scrive un messaggio. «Ha detto che ritarderà e che se vogliamo possiamo iniziare a mangiare» ci informa.
«Lizzy,» amo quando mio padre la chiama così «mangiamo, ti prego.»
Lei lo guarda e gli sorride. Il nomignolo Lizzy le ricorda i tempi dell'università, quando mio papà la corteggiava.
Ci sediamo a tavola, ci facciamo gli auguri e iniziamo a mangiare il delizioso pesce.
«È bello essere di nuovo tutti insieme» dice ad un tratto mia madre.
«Aww, è vero!» Kathrine mi stringe a sé in un abbraccio non troppo stretto. «Mi sei mancata tantissimo.»
Mio papà ci guarda, innamorato delle sue figlie. Siamo una bella famiglia.
Abbiamo già finito di mangiare e stiamo chiacchierando ancora seduti a tavola, quando esattamente alle 11:58pm suona il campanello.
Ci guardiamo tutti in faccia un attimo e poi Kath va ad aprire. «Entra!» la sento esclamare.
Immagino la zia Loren—
Non può essere vero. Sto sognando.
«Buon Natale.»
Mi alzo di scatto dalla sedia e mi butto tra le sue braccia stringendolo fortissimo. «Hero! Buon Natale!» Scoppio a piangere.
Mi guarda sorridendo e mi bacia la fronte.
Non posso crederci. Questo è il regalo di Natale più bello del mondo.
Ridacchia. «Ehi, non piangere che ti cola il trucco e stai benissimo così.» Mi prende il viso tra le mani.
Rido piangendo, sembro scema, si. «Tu non sei reale, non è possibile.»
«Si, invece. Sono esattamente qui.» Prende le mie mani e le posa sul suo viso liscio, appena rasato.
È qui, è proprio qui.
Ma adesso si è allontanato da me e si è avvicinato ai miei genitori.
«Salve, signori Langford. Buon Natale anche a voi. Hero» e stringe la mano a entrambi, mia madre lo abbraccia.
«È un piacere averti qui, siamo contenti di conoscerti finalmente» gli dice lei.
Lui le rivolge un sorriso cordiale, mentre io tiro ancora su con il naso.
I miei e mia sorella non sono sembrati per niente sorpresi, quindi...
«Aspettate,» inizio a dire «voi lo sapevate tutti, non è vero?» gesticolo verso di loro.
Mi guardano e scoppiano a ridere, Hero compreso.
«Quindi la storia della zia non era assolutamente vera? Nemmeno un briciolo?» chiedo, anche se la domanda è stupida.
Scuotono tutti la testa ridendo.
«Be', non sei felice?» mi dice mia sorella.
Se sono felice? «Cazzo— oh scusate! Sono felicissima!» e abbraccio di nuovo Hero.
Ho bisogno di baciarlo, non me ne frega niente dei miei genitori che ci stanno a guardare.
Quando poso un bacio leggero ma lento sulle sue labbra, lui si lascia trasportare subito, ma poi si ricorda di mia madre e mio padre, che sospira.
«Che c'è, Stephen?» gli chiede la mamma.
«È solo che... sta crescendo così in fretta.»
Mi scappa un risolino. «Papà, ho 21anni, lo sai?» gli dico ridendo.
«Lo so!» ride anche lui.
Mia mamma si avvicina a Hero e gli tocca una spalla. «Siediti e assaggia qualcosa, sarai morto di fame dopo il viaggio.»
«Va bene» le sorride e ci risediamo tutti a tavola. Io, ovviamente, accanto alla cara zia Loren che amo, cioè Hero.
«È carino» dice mio padre improvvisamente.
«Mhm? Ma chi?» chiedo.
«Questo ragazzo.»
Alzo gli occhi al cielo e Hero ridacchia. «Be', grazie.»
«Jo,» si rivolge a me «approvato» fa una pausa. Poi ricomincia: «Ma» punta un dito contro Hero «non sposarla troppo presto!»
Spalanco gli occhi e Hero scoppia a ridere. «No, stia tranquillo, non c'è questo problema.» E mi lancia un'occhiata.
Gli stringo la coscia, forte.
«Ahia!» sussurra, e mi sporgo a baciarlo.
Mio padre distoglie lo sguardo ogni volta e si scambia occhiate con Kathrine.
Dopo un po' di tempo, la mamma è tornata con i pasti di poco fa, riscaldati purtroppo, ma vanno bene comunque.
Hero mangia, mentre i miei lo riempiono di domande.
«Quindi la tua famiglia vive a Londra?»  gli chiedono.
Lui finisce di masticare e dice di si.
Continuiamo a chiacchierare tutti insieme allegramente per un bel po' anche dopo aver mangiato il dessert.
«Ragazzi, sono le due di notte! Andiamo tutti a letto che domani prepariamo un buonissimo barbecue in giardino» ci dice mia mamma, e poi sale di sopra insieme a papà dandoci la buonanotte.
«Be',» inizia Kath mettendo le mani sulle ginocchia «vado anch'io. Notte» e se ne va.
Siamo rimasti soli, finalmente.
Io sono seduta sulle gambe di Hero. Stasera è veramente bellissimo: ha messo una camicia bianca, la giacca — che adesso non sta indossando — e i pantaloni neri.
Avvicino il viso al suo e riesco a sentire il suo respiro. Mi guarda negli occhi, mentre sorrido, e poi dice: «Lo sai che i tuoi occhi mi dicono molto più di ciò che potresti dire con la voce?»
«Si?» Le nostre labbra quasi si toccano.
Fa cenno di si con la testa. «Brillano. Tu non stai dicendo di amarmi, ma i tuoi occhi si invece.»
Lo bacio, mettendo le mani sulla sua nuca, e gli schiudo le labbra con la lingua. Prendo possesso della sua bocca e lui della mia. «Mi sei mancato» gli dico.
Come risposta, mi fa mettere a cavalcioni e prendendomi dai glutei mi stringe di più sé. «Anche tu.» Adesso le sue mani avvolgono la mia vita, e i nostri corpi stanno diventando un tutt'uno.
Ho un disperato bisogno di lui.

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