73. Hero

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Mio Dio, quanto mi era mancata. Stanotte è stato bello come la prima volta. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Era ubriaca e mi ha minacciato di non parlarmi più se non avessi fatto sesso con lei quella sera, ed io l'ho fatto, perché non avrei sopportato il fatto di averla vicina ma lontana allo stesso tempo, e la cosa esilarante è che nemmeno sapevo di amarla. L'avevo incontrata da soli due o tre giorni e già era tutto per me. Dal momento che le sue labbra hanno toccato le mie senza nessun preavviso, nessun segnale, le mie non hanno sfiorato quelle di nessun'altra, e sarà così fin quando saremo insieme, quindi spero per sempre.
La scintilla tra di noi è scattata subito. Quando ho sentito la sua voce che diceva «Ciao! Sei Hardin? Hero Fiennes Tiffin?» me ne sono subito innamorato; e poi... la sua risata... quella ha fatto traboccare il mio cuore di gioia e in quel momento ho sentito dentro di me che sarebbe stato suo per sempre, ma non ero pronto per ammetterlo.
Ricordo il panico nei suoi occhi quando le ho detto «Ho bisogno di dirtelo, non ce la faccio più». Credeva le stessi per dire una cosa sconvolgente, quello che in realtà avrei dovuto fare subito, e invece ciò che è uscito dalle mie labbra era un ti amo. Inizialmente era confusa, anch'io, non riuscivo a capire cosa stesse pensando in quel momento. Ci ha riflettuto su qualche secondo, poi mi ha sorriso e sulle mie labbra ha sussurrato «Ti amo, Hero» e subito dopo mi ha baciato. Quelle parole dalle sue labbra sono state ossigeno per i miei polmoni. Io avevo paura, paura che non fosse lo stesso per lei. Poi, dopo qualche risata, l'ho vista pensierosa e le ho chiesto a cosa stesse pensando e mi ha detto che ancora una volta era grazie a me se ha capito come si sentisse. Mi sono sentito speciale. Mi sento tuttora speciale ad essere amato da lei. Vorrei essere amato da lei per sempre, fino alla fine dei miei giorni e oltre, perché io vivo del suo amore.

Adesso sono in uno stato di dormiveglia e appoggiato con la testa sul suo sedere morbido, non so come ci siamo finiti così.
Sento dei passi dirigersi verso questa stanza, quando Kathrine inizia a bussare. «Jo! Inizia a prepararti!»
Sbuffa e sottovoce mormora: «Che palle.» Poi, con voce assonnata, dice: «Si, Kath, va bene.»
Smette di bussare e poi chiede da dietro la porta: «Hero dov'è?»
Mi scappa un risolino. Dove potrei essere se non nel letto nudo con tua sorella?
«È qui» Jo la informa.
«Oooh, okaaay» e si allontana.
Si gira a pancia in su e si copre con le lenzuola. «Pensa sempre male quella lì» dice sbadigliando.
«Be', non ha tutti i torti però» ridacchio.
«Ma smettila!» e mi da un colpetto sulla testa.
«Dormito bene?» le chiedo sistemandomi accanto a lei e inizio a disegnare cose astratte sul suo petto, è una cosa che faccio spesso e mi rilassa molto.
«Intendi... dopo ieri sera?» sorride soddisfatta.
Annuisco. So che le è piaciuto quello che abbiamo fatto.
«Be'... dopo che mi hai scopata al muro e a letto? Si, dai, ho dormito bene.»
«Bisogna provare cose nuove» faccio spallucce ridacchiando.
«Giusto, altrimenti ci si annoia.»
«Non mi annoio mai con te, stupida» e la bacio dolcemente.
Si alza, completamente esposta, e non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Il suo corpo e la sua pelle sono la perfezione. Lei è la dimostrazione che Dio ha delle preferenze, si.
Entra in bagno e accende l'acqua della doccia.
«Non permetterti a non chiedermi di fare la doccia con te, signorina Langford» la seguo e avvicino il suo corpo al mio.
«Oh, scusami, ma stavo quasi per non farlo» dice con aria di sfida.
Entro nella piccola doccia e la tiro con me. L'acqua è caldissima, troppo, quindi la mettiamo in modo tale che sia tiepida, per non ustionarci.
«Credo che fare la doccia con te sia uno dei miei passatempi preferiti» dico ad un tratto.
Mi guarda male e inclina la testa da un lato. «Oh, quindi sono solo un passatempo per te?»
«Assolutamente no. Anzi, se dobbiamo metterla così, un giorno voglio sposarti cazzo» dico ridendo, ma sono serissimo.
Vederla in un vestito bianco varcare la navata di una cattedrale con suo padre a braccetto è il mio sogno.
Non dice nulla, ma accenna un sorriso mordendosi il labbro.
«Laviamoci o si farà tardi. E non provocarmi, perché non abbiamo tempo!» punta un dito verso di me.
«Prometto che non lo farò» alzo le mani in segno di resa.
Mi bacia sotto il soffione dell'acqua e iniziamo a lavarci. Ovviamente, anche se ho promesso, la provocherò un po', perché anche questo è uno dei miei hobby preferiti: provocarla sotto la doccia.

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